La triste fine di “No Man’s Sky”

Uno dei videogiochi più attesi e discussi degli ultimi mesi non piace quasi a nessuno, ma la sua storia ha già cambiato un pezzo del settore

Nella sezione di Reddit dedicata a “No Man’s Sky“, il “videogioco con dentro l’universo“, c’è un contatore che al momento mostra il numero “93”. Sono i giorni trascorsi dall’ultimo messaggio pubblicato da Sean Murray, fondatore di Hello Games, la società che ha prodotto “No Man’s Sky”. Murray non comunica in pubblico dalla fine dello scorso agosto, quando “No Man’s Sky” è uscito, deludendo le aspettative delle migliaia di fan che avevano investito sin dall’inizio nello sviluppo del gioco (spesso acquistandone copie mesi prima del rilascio ufficiale).

“No Man’s Sky” è stato probabilmente uno dei videogiochi più attesi del 2016, soprattutto per via della sua vastità. Il gioco permette l’esplorazione di oltre 18 miliardi di miliardi di pianeti, generati da uno speciale algoritmo in grado di rendere ogni pianeta unico in termini di struttura, geografia, flora e fauna. Tecnicamente “No Man’s Sky” è un sandbox, cioè un videogioco in cui non c’è una trama lineare e una fine prestabilita. In teoria è possibile andare avanti all’infinito, esplorando mondi, studiando specie aliene e migliorando il proprio equipaggiamento. Esiste uno scopo nel gioco, raggiungere il centro della galassia, ma con 18 miliardi di miliardi di pianeti da esplorare non è un obiettivo facile da raggiungere (e nulla impedisce di continuare a esplorare anche dopo averlo raggiunto).

La lavorazione del gioco è iniziata nel 2013 da parte di Hello Games, una piccola società di sviluppo britannica. Nel corso della lavorazione Murray è stato molto attivo sui social network, raccontando spesso informazioni e anteprime sulle possibilità che avrebbe incluso la versione finale del gioco. Il problema è che mentre cresceva l’attesa per il gioco, Murray continuava a mettere altra carne al fuoco. Ai giocatori, per esempio, è stata promessa la possibilità di giocare in multiplayer, cioè di incontrarsi, scontrarsi o commerciare nel vasto universo del gioco. Alla fine il gioco era diventato un argomento che compariva spesso anche su testate non specializzate, come il New Yorker e Time (e il Post). Ma alla data di uscita, “No Man’s Sky” ha mostrato di avere soltanto una frazione delle funzionalità promesse da Murray. Come diversi giocatori hanno commentato su Reddit e sul negozio online Steam, la comunicazione più sincera di Murray è stata probabilmente una delle ultime prima dell’uscita del gioco: «È un gioco strano e un gioco di nicchia. Un gioco molto tranquillo».

Nei primi giorni di pubblicazione, il gioco ha avuto moltissimi problemi di performance e bug. Nel giro di poco tempo i giornali, che prima riportavano quanto “No Man’s Sky” fosse innovativo e promettente, hanno iniziato a parlare delle critiche e delle recensioni negative degli utenti che si accumulavano su Reddit e Steam. Il 18 agosto, dopo un tweet in cui prometteva che i problemi più gravi sarebbero stati risolti rapidamente, Murray è sparito dai social network.

Alla fine di ottobre, l’account di Hello Games ha pubblicato un tweet che recitava: «”No Man’s Sky” è stato un errore». Contemporaneamente diverse redazioni hanno ricevuto mail che sembravano provenire da Murray in cui si parlava delle difficoltà nella produzione del gioco e nella gestione dell’uscita. In pochi minuti, però, il tweet è stato cancellato e la società ha detto di aver subìto un attacco di hacker contro i suoi server. Alcune email inviate in un primo momento dalla società sembravano fare riferimento a un impiegato scontento.

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Quasi negli stessi giorni su Reddit si è diffusa la notizia che l’edificio dove ha sede Hello Games fosse stato abbandonato. È stato il compositore della colonna sonora del gioco, Paul Wier, a smentire la notizia. Wier ha scritto su Twitter che lo staff del gioco è al lavoro per migliorare l’esperienza dei giocatori (aggiungendo cripticamente che spetta a Murray e alla società decidere se e quando parlare).

In queste settimane si discute molto del caso di “No Man’s Sky” per due ragioni principali. Da un lato gli effetti controproducenti che possono avere le aspettative eccessive su un prodotto, soprattutto quando vengono incoraggiate dagli stessi sviluppatori. Questo aspetto è particolarmente grave quando gli sviluppatori sono contemporaneamente impegnati a parlare delle funzioni che includerà il loro gioco e nella raccolta di fondi per realizzarlo. Anche la reazione dei giocatori però è stata criticata. La pagina di Reddit dedicata a “No Man’s Sky”, per esempio, si è riempita di commenti ironici, battute e insulti contro Murray, al punto che proprio in questi giorni i moderatori della pagina hanno avviato una raccolta fondi contro il cancro per “migliorare l’immagine della pagina” (secondo alcuni l’edificio di Hello Games sembra abbandonato perché, a causa di alcune minacce, gli sviluppatori stanno lavorando da casa).

All’uscita del gioco in molti sostenevano che non tutto fosse perduto e che il vero problema di “No Man’s Sky” non era la sua qualità, ma che semplicemente il gioco non corrispondeva alle aspettative eccessive di molte persone. Tramite una serie di aggiornamenti e nuove funzioni, il gioco avrebbe potuto migliorare molto nei mesi successivi (è una cosa accaduta anche ad altri giochi, Destiny per esempio). A inizio novembre Sony ha annunciato che intende proseguire nell’aggiornare e migliorare “No Man’s Sky” e che un grosso aggiornamento è in arrivo nei prossimi mesi (ma con grande delusione dei giocatori non ha parlato di multiplayer). Non è chiaro però quante di queste promesse saranno realizzate e quando. La settimana scorsa uno dei principali game designer del gioco ha annunciato di aver abbandonato il progetto.

Al di là di come proseguirà l’avventura di “No Man’s Sky”, la sua storia sembra avere già influito sull’industria dei giochi. Dopo il flop del gioco diversi sviluppatori hanno modificato il loro marketing, rendendolo più concreto e preciso e arrivando in alcuni casi a rimandare le scadenze allo scopo di presentare ai loro clienti prodotti completi, con una quantità maggiore delle funzioni promesse in fase di sviluppo. In altre parole, il caso “No Man’s Sky” sembra aver contribuito a rendere più sincero il rapporto tra giocatori e sviluppatori. La società che organizza i Game Awards, i cosiddetti “Oscar dei videogiochi”, ha annunciato che utilizzerà criteri più severi nella valutazione del materiale prodotto dagli sviluppatori dei giochi. Nella prossima edizione, per esempio, trailer e dimostrazioni saranno realizzati utilizzando spezzoni del videogioco, più che segmenti pre-renderizzati, cioè creati a tavolino dagli sviluppatori per offrire il massimo della resa. Secondo Geoff Keighley, organizzatore dei Game Awards: «C’è una buona morale in questa storia ed è in parte quello che sto cercando di fare quest’anno: fare sì che gli sviluppatori siano più trasparenti a proposito dei loro videogiochi».