presentazioni letterarie
Presentare stanca
«Il Salone del Libro di Torino porta fatturato ad albergatori e tassisti, autisti di Uber e gestori degli Airbnb. Guadagna anche il settore alimentare: i chioschi Autogrill in fiera col contratto in esclusiva. E poi, ovviamente i cartongessisti che allestiscono gli stand, i magazzinieri che li stoccano, gli spacciatori di Borgo Dora, gli ambulanti dei Murazzi, artisti di strada guardie giurate gelatai parcheggiatori escort. A Torino tutti intercettano qualcosa dell’indotto economico del più grande evento editoriale italiano. Quasi tutti. Non lo intercettano gli autori»

Perché si fanno così tante presentazioni
Per gli editori sono una grana ma gli autori le vogliono, anche se poi si lamentano che c'è poca gente e che si vendono poche copie

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«Si dice che lo sport si faccia per “vocazione”. Quel termine si usa anche per l’arte. Anche le arti si praticano per passione – e anche, come lo sport, per sfida, per ambizione, per dimostrare qualcosa agli altri e a sé. Anche le arti richiedono un lavoro disciplinato e costante in gran parte solitario e spesso noioso, una dedizione perfezionista un po’ assurda: dannarsi per rosicchiare un centimetro in più al salto in alto è come dannarsi per azzeccare un fraseggio o per riscrivere quella scena come la vuoi. Anche nelle arti ci si mantiene il più delle volte con una costellazione di attività collaterali perché anche le arti, tranne che in rarissimi casi, pagano poco. Qui però l’analogia cade, perché alla scelta di dedicarsi alle arti, oggi, non si concede l’esenzione dal mercato che riconosciamo allo sport»

Cose interessanti a Book Pride
Dal 23 al 25 marzo a Milano c'è la fiera dell'editoria "indipendente": una selezione di eventi dal programma

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