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  • Mercoledì 18 gennaio 2012

Lord Jim non c’entra

Adriano Sofri riflette sulle evocazioni marittime e letterarie di questi giorni col mondo intorno al Giglio

I palombari della Marina Militare iniziano ad aprire i varchi dello scafo della Costa Concordia utilizzando esplosivi
(Andrea Sinibaldi/Lapresse)
I palombari della Marina Militare iniziano ad aprire i varchi dello scafo della Costa Concordia utilizzando esplosivi (Andrea Sinibaldi/Lapresse)

Stamattina Repubblica ospita in prima pagina le riflessioni di Adriano Sofri sul potenziale simbolico e letterario del naufragio della nave Concordia e su come questo potenziale sia stato dispiegato negli ultimi giorni.

C’è stato un tempo in cui a scrivere di mare sui giornali era gente come Joseph Conrad. Commentava la “stolta catastrofe” del Titanic, un demenziale Hotel Ritz dell’oceano: “L’aumento di dimensioni non è progresso. Se lo fosse, l’elefantiasi che fa diventare le gambe di un uomo grosse come tronchi d´albero sarebbe una sorta di progresso, mentre non è che una brutta malattia. C’è un punto in cui il progresso deve variare leggermente la sua linea di direzione…”. E metteva in guardia, proprio lui, dalla letteratura. Niente mi emoziona più, scriveva, che leggere e rileggere il manuale di “Istruzioni nautiche”. Se a compilarlo fosse stato uno scrittore, dice, le sue Istruzioni sarebbero state mortali. Della letteratura, compresa la mia, avverte, non bisogna fidarsi. La letteratura è insidiata da un dubbio perenne, e non c´è angelo custode a guidarne la mano. Le Istruzioni, all´opposto, vogliono essere precise, e valgono come decreti esatti e prudenti della Provvidenza. Se la prendeva coi lugubri tecnici delle perizie sul Titanic, Conrad, e rivendicava la sapienza dei marinai. E ora da noi, in questa sciagura mortificante, tecnica e regolamenti hanno ragione ed è il marinaio ad aver fatto un livido naufragio.
Si è troppo evocato Lord Jim. Non c’è niente che li accomuni, a cominciare dal mare calmo, dalle previsioni propizie e dal cielo di luna. Quasi niente, piuttosto: perché l’assalto della viltà è universale, e perché il secondo ufficiale Lord Jim ebbe la forza di non ammazzarsi, di forzarsi a una seconda possibilità, e di procurarsi solo allora una morte valorosa. È difficile immaginare come il comandante Schettino riesca a sopravvivere alla sua mezzanotte di infamia, e bisogna tenerne conto: per lui, e per ciascuno di noi, che non potremo mai garantire per noi stessi, quando ci tocchi l´agguato della viltà. Perfino ascoltando lo sconvolgente colloquio registrato si può per un momento dubitare dello scandalo imperioso del comandante De Falco, che al sicuro di un ufficio sta parlando al luogo di un disastro: eppure quell’ufficiale sta facendo quello che deve, e avverte che la telefonata è registrata non perché se ne aspetti una bella figura nei telegiornali a venire, ma perché ha in mano, così da lontano, il filo esile della vita di tante persone abbandonate.

(leggi per intero sul blog Miccia Corta)