Tutto sugli ingressi a pagamento a Venezia

Da oggi parte la sperimentazione del "contributo di accesso", per cui bisognerà pagare 5 euro per visitare la città: chi deve pagarlo e come funziona

(AP Photo/Luca Bruno)
(AP Photo/Luca Bruno)
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Giovedì 25 aprile inizia la sperimentazione che prevede il pagamento di un “contributo di accesso” al centro della città di Venezia: rientra in un piano pensato per disincentivare e rendere più gestibile il grande afflusso di turisti nei momenti di picco, come i ponti e i fine settimana. Il contributo è di 5 euro al giorno, senza riduzioni, e dovrà essere pagato dai turisti che visiteranno in giornata – tra le 8:30 e le 16 – le sei zone in cui è suddivisa la città, cioè i sestieri, e la Giudecca; non sarà invece necessario per le isole minori, per i territori comunali sulla terraferma, come Mestre, e neanche per alcuni punti di passaggio, come la stazione di Santa Lucia.

Il comune di Venezia ha stabilito i giorni precisi in cui sarà dovuto per quest’anno, che sono poi quelli di maggiore afflusso: tutti i giorni tra il 25 aprile e il 5 maggio 2024 e tutti i fine settimana fra l’11 maggio e il 14 luglio (esclusi il 1° e il 2 giugno). Ci sono una serie di eccezioni e regole da seguire.

Chi deve pagarlo
In linea generale dovrà essere pagato solo da chi visiterà la città in giornata e ha più di 14 anni. Non devono pagarla invece i turisti che pernotteranno in una qualche struttura ricettiva, per i quali è già obbligatorio il pagamento della tassa di soggiorno: in questo caso ci si deve comunque registrare sul portale (ci arriviamo). Sono comunque previste esenzioni per specifiche categorie: in alcuni casi non si deve pagare il contributo né registrarsi sul portale dedicato; in altri casi, sebbene il contributo non sia dovuto, bisogna comunque registrarsi e dimostrare il motivo per cui si chiede l’esenzione.

Tra le persone che non devono pagare né registrarsi ci sono quelle nate a Venezia, i residenti, e i bambini sotto ai 14 anni: possono dimostrare di essere esclusi dal pagamento mostrando un documento d’identità in caso di controllo. Non devono farlo neanche le persone con disabilità e i loro accompagnatori, a cui basterà esibire la carta europea della disabilità; se non ce l’hanno dovranno chiedere l’esenzione sul portale, e dunque registrarsi. Non deve pagare né registrarsi il personale delle forze armate, delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, a cui basterà mostrare la tessera di servizio in caso di controllo.

Ci sono poi le categorie per cui il pagamento del contributo non è previsto ma che devono comunque registrarsi sul portale chiedendo l’esenzione: al termine della registrazione sarà fornito un codice QR da esibire in caso di controlli.

È il caso per esempio dei turisti che pernottano nel comune di Venezia; di chi lavora all’interno del comune anche da pendolare, a prescindere che sia un dipendente o un libero professionista; degli studenti di qualsiasi istituto con sede nel comune, che siano scuole o università; dei residenti in Veneto; di chi deve curarsi in una struttura all’interno del comune di Venezia. Non paga neanche chi va a trovare una persona residente, la quale dovrà però fare richiesta per conto dei suoi ospiti. Oltre a queste ci sono molte altre categorie esentate per cui è comunque richiesta la registrazione: in alcuni casi sono anche molto specifiche ed elencate qui.

Come si paga e chi controlla
Si paga sul portale dedicato, selezionando la data di arrivo: il pagamento sarà possibile solo se il giorno scelto è tra quelli in cui il contributo è dovuto. Si riceverà per mail un codice QR, da conservare ed esibire su richiesta degli operatori comunali in prossimità dei varchi che ci saranno nei principali punti di accesso alla città: saranno distinti tra varchi per i turisti e altri per i residenti e i lavoratori. Il contributo si potrà anche pagare sul posto, vicino ai varchi e in alcune tabaccherie convenzionate.

Oltre ai varchi ci saranno poi operatori comunali a fare controlli a campione: se non si dimostra il pagamento del contributo o l’esenzione si rischia una sanzione dai 50 ai 300 euro, più il contributo di accesso che sarà di 10 euro e non più di 5.

A cosa serve?
Il piano del Comune, definito “sperimentale”, era stato annunciato a settembre e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro (eletto con una lista civica di centrodestra) aveva detto che l’obiettivo del contributo è di «gestire i visitatori giornalieri, dirottandoli su altre date», e non tanto di creare un guadagno per il comune: secondo Brugnaro la sperimentazione «costerà più di quanto ci farà incassare».

Secondo Simone Venturini, assessore al Turismo, l’obiettivo invece è ridurre il numero di turisti che stanno meno di un giorno per «garantire ai residenti una qualità della vita migliore» e rendere più piacevole anche l’esperienza dei turisti che passano almeno una notte nella città, visitandola con più calma.

Da tempo Venezia sta faticando a gestire l’arrivo di un numero sempre maggiore di turisti, che spesso visitano le attrazioni turistiche rapidamente e quindi utilizzano i servizi pubblici ma non pagano la tassa di soggiorno, obbligatoria invece per chi alloggia nelle strutture ricettive della città. Da diversi anni la presenza di decine di migliaia di persone, strette nelle calli o nelle piazze principali del centro storico, i cosiddetti campi, ha portato amministratori e abitanti a interrogarsi sulla sostenibilità di questo modello di turismo, anche perché mentre i turisti aumentavano gli abitanti e i residenti sono diminuiti costantemente.

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