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  • Giovedì 23 novembre 2023

Come funzionerà il biglietto per visitare Venezia

Costerà 5 euro e andrà scaricato con una app nei giorni dal 25 aprile al 5 maggio e nei successivi weekend fino a metà luglio

(ANSA/ANDREA MEROLA)
(ANSA/ANDREA MEROLA)
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Giovedì una delibera del comune di Venezia ha stabilito l’elenco dei giorni del 2024, 29 in tutto, in cui sarà previsto il pagamento di un  “contributo” per entrare nel centro della città, e le modalità con cui sarà applicato. Il contributo sarà di 5 euro e dovrà essere pagato solo dai turisti che visiteranno la città in giornata. Ne saranno esclusi, fra gli altri, i residenti, le persone nate nel comune di Venezia e chi risiederà nelle strutture ricettive della città.

Il piano, definito “sperimentale” dal Comune, era stato annunciato a settembre, ma i giorni precisi sono stati comunicati ufficialmente solo giovedì dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro (eletto con una lista civica di centrodestra). Sono quelli fra il 25 aprile e il 5 maggio 2024 e tutti i fine settimana fra l’11 maggio e il 14 luglio (esclusi l’1 e il 2 giugno), giorni in cui tipicamente l’afflusso di turisti è particolarmente elevato. In futuro il pagamento del biglietto potrebbe essere esteso.

Secondo le informazioni diffuse dal comune nei giorni stabiliti dalle 8:30 alle 16:00 gli operatori comunali controlleranno a campione un codice QR che i turisti potranno scaricare a pagamento su un’applicazione apposita, che sarà attiva a partire dal 16 gennaio. Il contributo sarà sempre di 5 euro, senza tariffe ridotte, e non sarà necessario per le isole minori né per i territori comunali sulla terraferma, come Mestre, ma solo per l’accesso ai sei sestieri e alla Giudecca.

Sono previste esenzioni per molte categorie di persone, che non dovranno pagare ma dovranno comunque prenotarsi tramite la stessa applicazione: i minori di 14 anni, i residenti del Veneto, i residenti temporanei, le persone con disabilità e i loro accompagnatori, chi deve usufruire di cure mediche, chi partecipa a competizioni sportive e i parenti dei residenti fino al terzo grado, ad esempio una zia. Invece i residenti e le persone nate a Venezia, chi entra in città per motivi di studio e lavoro e i proprietari di immobili, anche non residenti, potranno scaricare un’apposita esenzione, e non avranno bisogno di pagare né prenotare l’accesso.

Il sindaco ha detto che l’obiettivo del contributo non è creare un guadagno per il comune e che la sperimentazione «costerà più di quanto ci farà incassare». Lo scopo è invece quello di «gestire i visitatori giornalieri, dirottandoli su altre date». Secondo Simone Venturini, assessore al Turismo, l’obiettivo invece è ridurre il numero di turisti giornalieri per «garantire ai residenti una qualità della vita migliore» e rendere più piacevole anche l’esperienza dei turisti che passano almeno una notte nella città, e quindi possono visitarla con più calma.

Da tempo Venezia sta faticando a gestire l’arrivo di un numero sempre maggiore di turisti, che spesso visitano i punti principali della città rapidamente e quindi usufruiscono dei servizi pubblici (come i bagni, i cestini e i trasporti) ma non pagano la tassa di soggiorno, obbligatoria invece per chi alloggia nelle strutture ricettive della città.

Da diversi anni la presenza di decine di migliaia di persone, strette nelle calli o nelle piazze principali del centro storico, i cosiddetti campi, ha costretto amministratori e abitanti a interrogarsi sulla sostenibilità di questo modello di turismo basato prevalentemente sulla quantità. La trasformazione del centro storico in una sorta di grande attrazione a uso e consumo dei turisti, ha portato molti esperti a parlare di disneyzzazione di Venezia.

Non è la prima volta che si prova a introdurre una misura simile: il comune aveva presentato un piano del genere nel 2022, il cui avvio però era stato rimandato indefinitamente. L’idea si era rivelata più complicata del previsto, e negli anni erano emersi vari ostacoli tecnici, giuridici e politici. Per esempio l’anno scorso l’autorità garante per la privacy avvertì sul rischio di «raccolta massiva di dati personali», soprattutto per quanto riguarda le varie esenzioni. Si presentarono anche difficoltà pratiche, come la necessità di promuovere una campagna di informazione a livello mondiale per informare i turisti delle nuove regole e di fare accordi con gli alberghi, le piattaforme e le società dei trasporti.

Il piano è stato criticato anche dai rappresentanti dell’opposizione: secondo alcuni di loro il prezzo del biglietto sarebbe troppo basso per scoraggiare significativamente gli arrivi, mentre secondo altri sarebbe la sua premessa a essere sbagliata, dato che renderebbe la città come un museo cui può entrare solo chi può permetterselo.

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