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In campo giocano 11 giocatori per squadra, ma di fatto la squadra titolare, se così vogliamo chiamarla, è formata da 22 giocatori, visto che 11 giocano in attacco e 11 in difesa (la difesa e l'attacco si alternano in campo). A loro vanno aggiunti le riserve e gli "specialisti", che entrano solo in alcuni momenti della partita e che hanno compiti molto specifici. In totale ogni squadra ha una lista di 53 giocatori. 
(La panchina dei New England Patriots durante una partita contro i New York Giants il 1° settembre 2011, Elsa/Getty Images)

Le regole del football americano

L'obiettivo della squadra che si trova in attacco è portare la palla oltre la linea di fondo campo: andare in "touchdown" (vale sei punti). Si può farlo sia correndo con la palla in mano sia arrivandoci con un lancio che raggiunga un giocatore in quella zona, che si chiama "end zone". Per essere valido il touchdown, la palla deve essere presa saldamente dal giocatore che la riceve. L'obiettivo della difesa è impedire il touchdown, intercettando i passaggi o placcando gli avversari. 
(Connor Shaw dei South Carolina Gamecocks si tuffa in touchdown rincorso da Josh Evans dei Florida Gators, 12 novembre 2011, Streeter Lecka/Getty Images)

Il gioco avviene per brevi azioni successive, che si chiamano down, interrotte da lunghe pause. In ciascuna azione una squadra parte in attacco – in possesso di palla – e una in difesa, ma i ruoli possono essere capovolti nel corso dell'azione se la squadra in difesa si impadronisce della palla. I giocatori in campo vengono completamente sostituiti quando una squadra passa dall'attacco alla difesa o viceversa: questo avviene quando la squadra in attacco ottiene un touchdown o non riesce a "completare il down", che è spiegato al punto 6. 
(Contrapposte, la difesa dei Washington Redskins e l'attacco dei Philadelphia Eagles, in una partita il 14 novembre 1999, Doug Pensinger/Getty Images)

Si gioca in quattro tempi di 15 minuti ciascuno e c'è un intervallo più lungo a metà partita: i 15 minuti sono di tempo semieffettivo, nel senso che il cronometro viene fermato in diverse circostanze di gioco, ma non sempre. È stato calcolato che il tempo reale medio in cui la palla è in gioco è di 11 minuti. Una singola azione dura in media 4 secondi. 
(Mike McCarthy, head coach dei Green Bay Packers, guarda il cronometro sul tabellone durante la partita con i Minnesota Vikings che finirà in pareggio, il 24 novembre 2013, Tom Lynn /Getty Images)

Ogni azione vede le due squadre contrapposte e divise sulla linea raggiunta nell'azione precedente, che si chiama linea di scrimmage: il gioco è di fatto la traslazione successiva della disposizione dei giocatori in avanti e indietro sul campo a seconda dei progressi della squadra in attacco. In televisione la linea di scrimmage viene mostrata digitalmente in blu, quella del first down (nella prossima immagine) in giallo. 
(Baltimore Ravens e San Francisco 49ers, 3 febbraio 2013, AP Photo/ David Drapkin)

L'obiettivo parziale e minimo di ogni azione si chiama first down e si raggiunge portando la palla avanti di almeno 10 yards (poco meno di 10 metri) nel corso di quattro azioni. La squadra in attacco ha quattro tentativi – sommando i successivi avanzamenti – per spostare il gioco in avanti di 10 yard: poi nella pratica i tentativi sono quasi sempre tre, perché il quarto – il cui fallimento implicherebbe la perdita del possesso di palla – è di solito dedicato a calciare la palla il più lontano possibile, ridandola ai propri avversari. Una volta "chiuso il down", cioè dopo essere avanzati di 10 yard, si riparte azzerando il numero delle azioni a disposizione: e si torna ad avere altri quattro tentativi per ottenere altre 10 yard. 
(L'arbitro Walt Coleman sancisce un "first down" nella partita tra Carolina Panthers e Atlanta Falcons, 30 settembre 2012, AP Photo/Paul Abell)

L'azione è finita quando un giocatore cade a terra con la palla in mano e viene toccato da un avversario; o se un lancio è "incompleto", cioè non viene ricevuto. Nel primo caso si calcola in quel punto l'avanzamento compiuto dalla squadra in attacco (quindi la nuova azione ripartirà da lì). Nel secondo l'avanzamento è nullo. 
(Clay Matthews dei Green Bay Packers placca Ben Roethlisberger dei Pittsburgh Steelers, 22 dicembre 2013, AP Photo/Mike Roemer)

Se invece durante un'azione la squadra in difesa recupera la palla – intercettando un passaggio o perché è sfuggita all'avversario – si trova immediatamente nella condizione di attacco e il giocatore che ha preso la palla cerca di portarla più avanti possibile, da dove ricomincerà a parti invertite l'azione successiva. 
(Byron Maxwell dei Seattle Seahawks intercetta un passaggio diretto verso Michael Crabtree dei San Francisco 49ers, 8 dicembre 2013, Brian Bahr/Getty Images)

Il regista di tutto il gioco e protagonista principale della squadra si chiama quarterback. È l'uomo che prende la palla in mano all'inizio di ogni azione e decide cosa farne e che gioco impostare in pochissimi decimi di secondo, mentre alcuni dei suoi compagni lo proteggono e impediscono che gli avversari gli si scaraventino addosso per farlo cadere e interrompere l'azione o, peggio, per sottrargli la palla (se questo avviene nella propria end zone la squadra in difesa ottiene due punti: si chiama "safety" ed è l'unico caso in cui la squadra in difesa fa punti). 
(Il quarterback dei New England Patriots Tom Brady nella partita contro i Denver Broncos, 19 gennaio 2014, AP Images/David Drapkin)

Durante il gioco, le azioni più comuni per portare avanti la palla sono tre. 
Primo: il quarterback consegna la palla a un compagno vicino che ha spazio per guadagnare qualche yard; oppure è lo stesso quarterback che decide di avanzare con la palla in mano. Secondo: il quarterback passa la palla a un compagno che si è liberato e ha spazio per correre verso la end zone. 
Terzo: il quarterback lancia la palla verso la end zone a un suo compagno, cercando di non farsi intercettare il passaggio dalla difesa. 
(Colin Kaepernick, quarterback dei San Francisco 49ers lancia mentre i suoi compagni lo proteggono dall'arrivo dei difensori dei Seattle Seahawks, il 19 gennaio 2014, Jonathan Ferrey/Getty Images)

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