cringe
Il significato della cravatta cambia in base a chi la indossa
Nella moda maschile più formale stava sparendo, motivo per cui è stata recuperata con spirito diverso: per le donne poi è sempre stata un'altra storia

Altri articoli su questo argomento
I meme possono far cambiare gli incassi dei film?
Pare di sì ed è probabile che in futuro succederà sempre più spesso, nel bene e nel male

La fine delle “challenge” sui social
La spensieratezza con cui persone diversissime tra loro si riunivano per girare video virali, vista oggi, sembra di un altro pianeta

Ascesa e caduta delle risate registrate
La maggior parte degli addetti ai lavori le considera ormai anacronistiche e di cattivo gusto, ma nelle sitcom hanno resistito più di cinquant'anni e ancora non sono sparite del tutto

Tornerà lo stile degli Oasis?
Il loro modo di vestire e acconciarsi mescolava diverse sottoculture britanniche, era economico e facilmente replicabile, e per questo fu imitatissimo

Non riderete molto guardando Nathan Fielder
È un autore e attore comico tra i più bizzarri della tv americana, ma le sue serie come “The Rehearsal” e “The Curse” più che altro inquietano o commuovono

Luciano Spalletti, reazionario e rivoluzionario
L'allenatore della Nazionale si divide tra una visione della vita nostalgica e un approccio contemporaneo al calcio: spesso è stato il suo segreto

La saga di Twilight ha fatto il giro
Famosissima e snobbata nei primi anni Duemila, dopo la pandemia ha ricevuto nuovi apprezzamenti, ironici ma neanche troppo

Affinità e differenze tra atleti e artisti
«Si dice che lo sport si faccia per “vocazione”. Quel termine si usa anche per l’arte. Anche le arti si praticano per passione – e anche, come lo sport, per sfida, per ambizione, per dimostrare qualcosa agli altri e a sé. Anche le arti richiedono un lavoro disciplinato e costante in gran parte solitario e spesso noioso, una dedizione perfezionista un po’ assurda: dannarsi per rosicchiare un centimetro in più al salto in alto è come dannarsi per azzeccare un fraseggio o per riscrivere quella scena come la vuoi. Anche nelle arti ci si mantiene il più delle volte con una costellazione di attività collaterali perché anche le arti, tranne che in rarissimi casi, pagano poco. Qui però l’analogia cade, perché alla scelta di dedicarsi alle arti, oggi, non si concede l’esenzione dal mercato che riconosciamo allo sport»

Le migliori serie tv del 2020, scelte dal New York Times
Le migliori in assoluto, le migliori fuori dagli Stati Uniti e le migliori tra quelle che sono finite (e quelle che si possono vedere in Italia)

Contare gli incontri che contano
«Dall’appuntamento uno e dal due sono scappata con una scusa. Il tizio numero tre mentre eravamo sdraiati a letto ha fatto una battuta transfobica. Con il quinto ho deciso che non sarei più uscita dopo averlo visto riporre le sue cuffiette in una custodia a forma di Minion, il quarto rispondeva ai miei messaggi dopo dodici ore. Mi fa sentire meglio ridurli ad aneddoti da raccontare alle mie amiche e da trattare con sufficienza, così, in questo pezzo? Se fossi più coraggiosa o semplicemente più social, mi divertirei anche io nel filmare un Dating wrapped da dare in pasto ai miei pochi followers?»

Le migliori serie tv del 2023 per il New York Times
Quelle più acclamate, quelle non statunitensi e quelle finite quest'anno, da “The Bear” a “Reservation Dogs”

Il mondo sta per finire
«Siamo tutti con le gambe a cavallo di questo cratere. Per evitare di spostare il piede sbagliato e finire per tornare a voltarci indietro e rifiutare il presente che già è qua, per capire se possiamo accompagnare il vecchio che è in noi verso la rivoluzione digitale senza che si senta solo e arrabbiato, dobbiamo fare lo sforzo giusto, ovvero guardare il film in lingua originale e sforzarci di leggere i sottotitoli. In senso metaforico, si intende»

Storia tossica della letteratura italiana
«Nelle antologie scolastiche il sessismo, i pregiudizi di genere, le vittimizzazioni secondarie sono una costante. Le scrittrici sono assenti o relegate al di fuori del “canone”. Da generazioni assorbiamo, anche a scuola, attraverso la letteratura, una “cultura sentimentale” maschile, specchio del tempo in cui è nata, ma inevitabilmente anche modello per il tempo successivo. Le figure femminili della letteratura italiana non si sono mai emancipate dai due stereotipi possibili: l’angelo puro o la subdola tentatrice»
