Trump si arrabbiò molto con Putin durante il loro ultimo incontro, rivela il Financial Times
A Ferragosto in Alaska andò molto peggio di quanto raccontato pubblicamente

Il Financial Times ha pubblicato un’approfondita ricostruzione secondo cui l’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin dello scorso agosto in Alaska è andato piuttosto male per Putin, al contrario di quello che si pensava finora. Giovedì i due presidenti si sono riparlati al telefono, mettendosi d’accordo per incontrarsi una seconda volta a Budapest (ma senza fissare una data). Oggi tra l’altro Trump riceverà alla Casa Bianca il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui sta valutando la fornitura di missili Tomahawk, cosa che la Russia considererebbe una grave provocazione.
La ricostruzione del Financial Times è firmata da alcuni dei più autorevoli e rispettati giornalisti che si occupano della guerra in Ucraina, tra cui Max Seddon e Christopher Miller. Si basa sulle interviste a otto diplomatici e funzionari dell’Ucraina e di paesi occidentali, ma anche su fonti russe vicine ai negoziati per un cessate il fuoco.
L’articolo sostiene che durante la parte riservata dell’incontro, invece di portare Trump dalla sua, Putin lo avrebbe fatto spazientire con una delle sue lunghe digressioni storiche. Da anni Putin fa queste tirate, infondate e distorsive, per legittimare le sue pretese sull’Ucraina e l’invasione del 2022. Secondo le fonti del giornale Trump si aspettava progressi concreti, e non voleva sentir parlare di condottieri o principi medievali.

Putin e Trump dopo la conferenza stampa dell’incontro del 15 agosto (© Wu Xiaoling/Xinhua via ZUMA Press)
A quel punto, secondo il Financial Times, Trump si sarebbe spazientito e avrebbe anche minacciato di andarsene dall’incontro, che è durato molto meno del previsto: poco più di tre ore, invece delle sette ipotizzate inizialmente. È stato cancellato anche un pranzo tra le delegazioni di Russia e Stati Uniti in cui si sarebbe dovuto parlare di cooperazione economica.
Questa ricostruzione contrasta con le parti dell’incontro che sono state mostrate al pubblico. Putin infatti era stato ricevuto con tutti gli onori nella base militare di Anchorage. Trump l’aveva accolto sulla pista d’atterraggio facendogli un piccolo applauso, prima di stringergli la mano. Putin era anche stato accontentato su varie questioni organizzative: per esempio erano stati esclusi dall’incontro rappresentanti ucraini ed europei, e Trump gli aveva proposto un piano di pace eccezionalmente favorevole alla Russia.

Trump mostra una foto dell’incontro in Alaska che gli ha mandato Putin, il 22 agosto alla Casa Bianca, durante una cerimonia col presidente della FIFA Gianni Infantino (Annabelle Gordon/Pool/ABACAPRESS.COM)
Per questo Trump, che tiene molto a costruirsi una fama da pacificatore e aveva fretta di annunciare una risoluzione della guerra, si sarebbe arrabbiato quando Putin si è rifiutato di accettare le sue condizioni, che come detto erano vantaggiose. Putin non si sarebbe accontentato delle concessioni territoriali, ma avrebbe chiesto anche territori che il suo esercito non controlla e un regime change in Ucraina, cioè il rovesciamento di Zelensky e l’instaurazione di un governo di suo gradimento.
Il Financial Times ha scritto che la delusione di Trump per com’era andato l’incontro avrebbe ridefinito il suo rapporto con Putin e in generale il suo approccio alla guerra. Negli scorsi mesi Trump aveva già mostrato insofferenza per le resistenze del presidente russo, per esempio dicendo che era «completamente impazzito», ma da agosto in poi ci sono stati alcuni sviluppi coerenti con la ricostruzione del giornale.
Per esempio Trump ha raddoppiato i dazi all’India per scoraggiarla dal comprare il petrolio russo. È una misura particolarmente dolorosa per la Russia, perché colpisce la sua principale fonte di finanziamento (l’esportazione di petrolio e gas naturale) in una fase in cui la sua economia sta rallentando, anche per effetto delle sanzioni occidentali che l’hanno resa più dipendente da Cina e appunto India. Giovedì Trump ha sostenuto che il primo ministro indiano Narendra Modi si sarebbe impegnato a interrompere le importazioni, ma il governo indiano ha smentito.

Trump, di spalle, e Putin parlano dopo la conferenza stampa, il 15 agosto (Daniel Torok/White House/ZUMA Press Wire)
In questi mesi gli Stati Uniti hanno ripreso gli aiuti militari all’Ucraina (attraverso le vendite di armi alla NATO), dopo averli brevemente sospesi in seguito al disastroso incontro di febbraio tra Trump e Zelensky. Dal punto di vista dell’intelligence, gli Stati Uniti stanno anche aiutando l’Ucraina a colpire le raffinerie russe: l’amministrazione Trump considera questi attacchi un modo per fare pressione su Putin e spingerlo ad accettare un accordo di pace. L’eventuale fornitura di missili Tomahawk, che permetterebbero di colpire in profondità il territorio russo, andrebbe nella stessa direzione.
Zelensky ha poi recuperato il rapporto con Trump anche sul piano diplomatico, anche grazie alla missione di diversi capi di stato e di governo europei che erano andati alla Casa Bianca insieme a lui pochi giorni dopo l’incontro in Alaska. A fine settembre Trump ha detto per la prima volta che l’Ucraina può vincere la guerra e riprendersi i territori occupati, e la sua amministrazione sta esortando gli alleati europei a usare i beni finanziari russi congelati con le sanzioni.
Trump è noto per la sua imprevedibilità e per essere suscettibile alle lusinghe. In questi giorni Putin l’ha molto elogiato per aver promosso il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ed è possibile che la loro telefonata di giovedì abbia cambiato di nuovo la situazione.
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