Cronaca di una giornata movimentata alla Casa Bianca

I “momenti zen” di Zelensky, le mappe, i fuorionda: e poi i complimenti, tantissimi complimenti

Donald Trump con Volodymyr Zelensky e i leader europei in un corridoio della Casa Bianca, il 18 agosto a Washington
Donald Trump con Volodymyr Zelensky e i leader europei in un corridoio della Casa Bianca, il 18 agosto a Washington (AP Photo/Alex Brandon)
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Lunedì ci sono stati diversi incontri alla Casa Bianca, a Washington, tra capi di stato e di governo sulla guerra in Ucraina: prima il presidente statunitense Donald Trump ha parlato con quello ucraino Volodymyr Zelensky, poi entrambi si sono visti con diversi leader europei. L’obiettivo degli europei era convincere Trump ad allontanarsi dalle posizioni della Russia, soprattutto dopo l’incontro che a Ferragosto aveva avuto con l’omologo russo Vladimir Putin e da cui, come previsto, Putin era uscito benissimo.

Ci sono stati diversi momenti notevoli durante la giornata di riunioni: non tanto per le decisioni prese – di fatto non se ne sono prese – quanto per una serie di rituali e atteggiamenti che in politica contano, e raccontano delle cose. Ne abbiamo scelti sette.

1 – L’arrivo e la questione del completo
C’era stata un po’ di attesa su come si sarebbe vestito Zelensky per l’incontro con Trump. Quando la Russia invase l’Ucraina, nel febbraio del 2022, Zelensky disse che non avrebbe più indossato un completo fino a che non fosse finita la guerra. Durante l’ultimo disastroso incontro alla Casa Bianca tra i due presidenti, Zelensky si era presentato senza completo, con una maglia scura militare a maniche lunghe. Trump lo aveva criticato subito e poi lo aveva fatto anche Brian Glenn, un giornalista del canale conservatore Real America’s Voice.

Questa volta Zelensky si è presentato con un completo nero senza cravatta, creato dallo stilista ucraino Viktor Anisimov e già usato negli scorsi mesi, per esempio al funerale di papa Francesco. Lo stesso giornalista gli ha fatto i complimenti per l’eleganza, condivisi anche da Trump, e Zelensky gli ha risposto, con tono scherzoso: «Lei indossa lo stesso completo dell’altra volta. Io mi sono cambiato, lei no». I presenti hanno riso: un clima completamente diverso da quello che c’era all’incontro di febbraio.

La questione del completo è stata molto ripresa per il suo significato politico. Questa volta Zelensky non voleva rischiare di far innervosire Trump e probabilmente ha cercato di eliminare tutti i possibili elementi di discordia. Per l’Ucraina l’appoggio degli Stati Uniti nella guerra contro la Russia è fondamentale: per l’invio di armi, per la condivisione delle informazioni di intelligence e per la sua rilevanza politica.

2 – I momenti zen di Zelensky
La decisione di indossare il completo non è stata l’unica presa da Zelensky per cercare di compiacere Trump e non perdere l’appoggio degli Stati Uniti. Il presidente ucraino ha mantenuto per tutto l’incontro un atteggiamento pacato, anche di fronte alle provocazioni: non si è mai alterato e non ha mai alzato la voce.

A un certo punto Peter Doocy, giornalista del canale conservatore Fox News, ha chiesto provocatoriamente a Zelensky: «Lei è preparato a continuare a mandare i soldati ucraini a morire per un altro paio d’anni, oppure si deciderà a ridisegnare la mappa?», riferendosi alla possibilità per l’Ucraina di cedere alla Russia suoi territori (proposta finora considerata irricevibile dagli ucraini). Zelensky non si è scomposto: «Grazie della domanda», ha risposto diplomaticamente, e ha proseguito enfatizzando la necessità di fermare la guerra.

Zelensky è rimasto impassibile anche quando Trump ha cominciato a parlare di cose che non c’entravano nulla con il tema dell’incontro: la criminalità a Washington, il voto per posta, gli atleti transgender, i Democratici. (Non è la prima volta che Trump fa una cosa del genere: era successo per esempio durante la visita dei giocatori della Juventus alla Casa Bianca di giugno, quando Trump aveva cominciato a parlare di Iran).

3 – Le capacità negoziali di Trump raccontate da Trump
Fino a una settimana fa Trump sosteneva che in Ucraina fosse necessario un cessate il fuoco immediato che avrebbe permesso di fermare i combattimenti e di iniziare i negoziati di pace. Poi a Ferragosto si è incontrato con Putin, che gli ha fatto cambiare idea (su questo e su molto altro). Durante l’incontro con Zelensky, Trump ha ribadito la sua nuova posizione: «Non penso che vi serva un cessate il fuoco. Se si guardano i sei accordi che ho concluso quest’anno, tutti sono stati fatti mentre erano in corso le guerre».

Trump ha fatto riferimento più volte a questi sei accordi, e non è stata una grande sorpresa. Da tempo non nasconde l’ambizione di vincere il premio Nobel per la Pace, e chi vuole ottenere qualcosa da lui sa che lusingarlo e insistere su questo punto è efficace (come ha fatto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a inizio luglio). Questi sei accordi citati da Trump in realtà vanno ridimensionati. Per esempio quello che si è intestato a giugno tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda aveva un sacco di problemi, a partire dal fatto che in teoria i due paesi non erano in guerra.

A ogni modo, la questione del cessate il fuoco è stata centrale anche nell’incontro successivo tra diversi leader europei, Trump e Zelensky, tutti seduti allo stesso tavolo. Gli europei hanno molto insistito, ma Trump è rimasto sulle posizioni che erano di Putin.

4 – La grande mappa dell’Ucraina
Nell’apparato scenico dell’incontro allestito alla Casa Bianca c’era anche una gigantesca mappa dell’Ucraina, posizionata nello Studio Ovale, di fronte al tavolo dove si sono seduti Trump e Zelensky durante la parte dell’incontro coi giornalisti. Mostra la linea del fronte ed è rimasta lì quando i media sono usciti e i due presidenti hanno parlato a porte chiuse prima di unirsi ai leader europei. L’amministrazione Trump ha diffuso una loro foto in bianco e nero in piedi di fronte alla mappa.

La mappa riporta la percentuale di territorio occupato dalla Russia nelle regioni sudorientali dell’Ucraina. Il corrispondente di BBC News, Anthony Zurcher, ha ipotizzato che Trump possa averla voluta lì per fare pressione su Zelensky, e spingerlo a fare concessioni territoriali. Zelensky ha commentato in modo ambivalente la trovata della mappa, che comunque ha detto di aver apprezzato.

Durante l’incontro alla Casa Bianca ha ringraziato Trump per avergliela fatta trovare e ha scherzato dicendo che voleva tenersela; Trump gli ha risposto che avrebbe trovato il modo di fargliene avere una. A incontro concluso, parlando coi giornalisti, Zelensky però ha detto che aveva contestato le percentuali di territorio conquistato dalla Russia, ritenendole errate, ma che comunque la mappa gli era stata utile per spiegare la situazione del fronte a Trump.

5 – Il fiume di complimenti dei leader europei a Trump, e viceversa
L’atmosfera dell’incontro, come detto, è stata distesa: lo è stata in un modo esibito e quindi, a tratti, quasi grottesco. Era voluto. Per i leader europei era importante mostrare pubblicamente buoni rapporti col presidente e, per portarlo dalla loro parte, hanno esasperato la tattica di lusingarlo, che notoriamente funziona con lui. La Casa Bianca ha addirittura diffuso un comunicato che fa un compendio del modo in cui ciascuno dei vari leader ha ringraziato Trump per i tentativi di far finire la guerra, e l’account X ufficiale Rapid Response (quello, propagandistico, delle comunicazioni in tempo reale della presidenza) ha postato una per una le clip con queste dichiarazioni.

È uscita anche una foto in cui il presidente fa vedere ad alcuni leader europei, tra cui Zelensky e il presidente francese Emmanuel Macron, la sua collezione di cappellini, inclusi alcuni con slogan controversi come “Trump 2028” e “Four more years” (cioè “altri quattro anni”), riferimenti a una ricandidatura alle presidenziali nonostante abbia esaurito il numero di mandati possibili (2). Su un altro cappellino era ricamato “Golfo d’America”, il nome che gli Stati Uniti hanno attribuito unilateralmente a quello del Messico.

Trump ha ricambiato la cordialità e lo scambio di complimenti. Uno dei casi più eclatanti ha riguardato il presidente finlandese Alexander Stubb, che con Trump ha una certa sintonia, basata sulla comune passione per il golf. Forse per recuperare, dato che inizialmente non lo aveva riconosciuto nonostante ce l’avesse seduto proprio davanti durante il giro di presentazioni, Trump gli ha detto: «Hai un aspetto migliore di come ti abbia mai visto». Poi, quando gli ha dato la parola durante l’incontro, lo ha definito «un uomo giovane e potente». Stubb, che ha 57 anni, si è schernito dicendo: «Riferirò il concetto di giovinezza a mia moglie e cercherò di convincerla». Nella stessa circostanza, cioè assegnando i turni per gli interventi, Trump ha elogiato brevemente anche altri leader e ha chiamato molti di loro per nome, inclusa Meloni.

6 – La frase registrata… 
Ci sono stati infine due momenti della giornata in cui Trump ha manifestato in maniera piuttosto evidente il suo atteggiamento favorevole verso Putin.

Il primo è stato prima dell’incontro allargato nella East Room, coi leader europei in piedi attorno al tavolo in attesa di sedersi. I microfoni delle telecamere, tra cui quelli di CNN, erano già accesi e hanno registrato una conversazione informale che Trump stava avendo con Macron. Si sente Trump sostenere che Putin sarebbe disposto a fare un accordo di pace sull’Ucraina per compiacerlo: «Penso che [Putin] voglia fare un accordo per me. Capisci cosa voglio dire? Per quanto possa sembrare folle». Trump si stava vantando di avere un certo ascendente su Putin, quando è probabilmente vero il contrario.

7 – … e la telefonata a Putin
Il secondo momento è stato verso la fine della giornata, quando Trump ha chiamato Putin per metterlo al corrente di come erano andati gli incontri. Non ci sono molti dettagli sulla telefonata, che è stata citata da diversi giornali internazionali e che poi è stata confermata dal Cremlino (la presidenza russa ha parlato di una conversazione di 40 minuti). Non è chiaro se sia stata fatta quando gli incontri erano in corso o dopo che si erano conclusi: secondo fonti di diversi media statunitensi e internazionali, la telefonata sarebbe avvenuta a incontri ancora in corso, che quindi Trump avrebbe interrotto, e non al loro termine come previsto.

È notevole che Trump abbia voluto sentire immediatamente Putin, esprimendo anche durante l’incontro la volontà di aggiornarlo quasi in tempo reale. Lo sarebbe ancora di più se la telefonata fosse avvenuta con i leader europei ancora impegnati nelle discussioni alla Casa Bianca. Al contrario, a Ferragosto, Trump aveva telefonato a Zelensky solo dopo l’incontro col presidente russo in Alaska. La telefonata ha comunque portato allo sviluppo più serio dell’incontro, anche se ancora poco concreto: Trump ha detto di aver iniziato a organizzare un incontro tra lui, Putin e Zelensky. Al momento non si sa se succederà, né eventualmente dove e quando.

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