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  • Venerdì 18 aprile 2025

Parigi contro i graffiti

Rimuoverli è costoso e negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni: il sindaco di alcuni quartieri del centro ha promesso un approccio più duro

Graffiti sul monumento di place de la République, la scorsa estate
Graffiti sul monumento di place de la République, la scorsa estate (Carl Court/Getty Images)

Per Parigi i graffiti sono un problema economico, oltreché di decoro urbano: per cancellarli da muri e monumenti il comune spende ogni anno più di 6 milioni di euro. Da tempo l’amministrazione cittadina prova a rimuoverli e negli ultimi giorni ha annunciato un nuovo approccio, più rigido, per rintracciare e multare chi li fa.

Ogni giorno i dipendenti del comune rimuovono circa 650 metri quadrati di graffiti. Non intervengono su tutti, ma solo su quelli che possono essere raggiunti da un luogo pubblico e si trovano a un’altezza inferiore di 4 metri (altrimenti è responsabilità dei privati o dei condomìni).

L’ultimo funzionario pubblico a parlare del problema è stato Ariel Weil, del Partito Socialista, che è il sindaco dell’area amministrativa più centrale di Parigi, di cui fanno parte quattro arrondissement (quartieri). Weil si è lamentato soprattutto delle scritte sul monumento alla Repubblica in place de la République, in particolare sul basamento e sulla statua di Marianna, uno dei simboli della Repubblica francese.

In questo post Weil dice tra le altre cose che «La gente deve rendersi conto che danneggiare un edificio pubblico non è una cosa da poco»

Weil ha detto al quotidiano Le Parisien di aver chiesto alla polizia di usare le telecamere per identificare chi fa i graffiti, e che intende poi esaminare e denunciare ogni caso. Ha aggiunto di voler affrontare il problema collaborando con tutte le parti coinvolte: i cittadini, le forze dell’ordine e i tribunali. Nel suo distretto le spese per togliere i graffiti sono di circa 700mila euro all’anno.

Il codice penale francese prevede già multe o pene più gravi per danneggiamento al patrimonio pubblico e alla proprietà privata: vanno da 3.750 euro a 7.500 in casi di danneggiamenti ripetuti; per i casi più gravi si può arrivare a 30mila euro di multa e due anni di carcere. È raro però che si arrivi a tanto: nel 2022 si parlò molto di una sentenza a due mesi di carcere, con pena sospesa, e una multa di 17mila euro comminata a uno street artist noto come Six Sax, che aveva lasciato 169 volte sui muri del centro il suo “tag” (cioè una firma stilizzata che secondo i pareri più critici sulla street art ha poco di artistico).

La prefettura di Parigi ha detto che negli ultimi due anni i casi di cui si è occupata sono aumentati, passando da 317 a 479. Sono diventate più numerose anche le segnalazioni fatte dai cittadini tramite l’app “DansMaRue”, introdotta dal comune proprio per permettere di segnalare problemi negli spazi pubblici, come macchine parcheggiate abusivamente, alberi da potare o buche nelle strade. Nel 2024 quasi il 30 per cento di queste rientrava nella categoria «graffiti, tag, manifesti e adesivi» (290mila su più di un milione).

Graffiti con alcuni slogan di protesta contro le Olimpiadi dell'estate scorsa, in una via di Parigi

Graffiti con alcuni slogan di protesta contro le Olimpiadi dell’estate scorsa, in una via di Parigi (Kiran Ridley/Getty Images)

Non è chiaro, comunque, quanto l’approccio più rigido chiesto da Weil possa funzionare. L’estate scorsa il comune ne aveva tentato uno diverso, stanziando 41mila euro (una cifra bassissima per una città grande come Parigi) per commissionare dei graffiti sulle saracinesche dei negozi. L’idea era che chi disegna tag o graffiti, per un senso di rispetto tra street artist, sarebbe poi stato riluttante a farlo sopra quelli degli altri.

Sul tema ci sono comunque sensibilità diverse e più sfumate, tra chi considera ogni scritta un atto di vandalismo e chi invece le difende come forma di espressione artistica. Caligr, un artista parigino, ha detto a Le Parisien che c’è un problema di spazi: «Quando non esistevano gli skate park la gente si lamentava che quello sport fosse praticato ovunque. È lo stesso col tagging. Se non c’è un posto per l’espressione, straripa. Il comune non fornisce abbastanza spazi e anche in quelli dove è consentito spesso c’è repressione».

In generale, ultimamente a Parigi e non solo il tema dei graffiti e delle loro implicazioni per gli spazi urbani ha ritrovato visibilità, e anche i media ne hanno parlato spesso. La rinnovata attenzione si spiega anche col fatto che l’anno prossimo in Francia ci saranno le elezioni municipali in moltissime città, tra cui Parigi.