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  • Domenica 11 maggio 2025

Edi Rama ci riprova

Il primo ministro albanese è in carica dal 2013: alle elezioni di oggi cerca il suo quarto mandato consecutivo

Il primo ministro albanese Edi Rama
L'attuale primo ministro albanese Edi Rama (AP/Michael Varaklas)
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Oggi in Albania si vota per eleggere il parlamento. Secondo alcuni sondaggi realizzati nei giorni scorsi, e secondo la maggior parte degli esperti, il grande favorito è il Partito Socialista dell’attuale primo ministro albanese Edi Rama, al governo dal 2013. Se i Socialisti dovessero vincere, come è probabile, Rama rimarrà capo del governo per il quarto mandato consecutivo, diventando il politico che è rimasto al potere per più tempo nella storia dell’Albania dopo il dittatore comunista Enver Hoxha, morto nel 1985.

Durante la campagna elettorale, Rama ha insistito soprattutto sulla promessa di proseguire nell’integrazione europea dell’Albania, che ha iniziato i negoziati di adesione nel 2020. Rama ha promesso di concludere i negoziati entro il 2027 e di fare entrare l’Albania nell’Unione Europea nel 2030 (una promessa piuttosto irrealistica, tra le altre cose anche perché l’ingresso di nuovi membri nell’Unione richiede l’unanimità di tutti gli altri paesi, una prospettiva al momento lontana).

Edi Rama durante la campagna elettorale

Il primo ministro albanese Edi Rama a un evento della propria campagna elettorale, con — sullo sfondo — un ipotetico passaporto comunitario dell’Albania (foto tratta dalla pagina Facebook di Edi Rama)

Gli anni di Rama da primo ministro sono stati anche molto contestati. Di recente diversi casi di corruzione hanno coinvolto persone a lui vicine: il caso che ha ricevuto maggiore attenzione è quello del sindaco di Tirana, Erion Veliaj, membro del Partito Socialista e collaboratore stretto di Rama, arrestato con l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro il 10 febbraio (la corruzione resta un problema molto diffuso in Albania).

Il principale avversario di Rama è Sali Berisha, leader del Partito Democratico, principale partito d’opposizione. Berisha, che oggi ha 81 anni, in passato era già stato sia presidente che primo ministro. Negli anni scorsi, anche lui era stato accusato di corruzione. Proprio per questo, nel 2021 gli Stati Uniti decisero di approvare sanzioni nei confronti suoi e di diversi membri della sua famiglia, tra le altre cose proibendo loro l’ingresso nel territorio statunitense.

Berisha è un politico conservatore che però negli ultimi tempi si è spostato ancora più a destra. Alla sua campagna elettorale hanno lavorato diversi collaboratori dell’attuale presidente statunitense Donald Trump, in particolare Chris LaCivita: per questo Berisha ha utilizzato una retorica che ricorda per molti versi quella di Trump, promettendo tagli alle tasse, attaccando la cosiddetta “cultura woke” e facendo riferimento a informazioni false o a teorie del complotto.

Berisha, comunque, non è il solo ad avere cercato di instaurare un rapporto con membri dell’attuale amministrazione statunitense. Negli ultimi anni lo stesso Rama ha contribuito ad attirare nel settore turistico gli investimenti di Jared Kushner, il genero di Trump.

Sali Berisha durante un comizio

Sali Berisha durante un comizio elettorale, con un berretto blu che i suoi sostenitori hanno indossato durante la campagna, e che per molti versi ricorda quelli rossi utilizzati dal movimento Make America Great Again (foto tratta dalla pagina Facebook di Sali Berisha)

Storicamente il Partito Socialista e il Partito Democratico sono di gran lunga i più votati in Albania. Nel corso dell’ultimo mandato, i due avevano rispettivamente 74 e 59 deputati eletti al parlamento albanese, 133 su un totale di 140. Secondo il politologo albanese Afrim Krasniqi, che ha parlato a Balkan Insight, questa polarizzazione ha fatto sì che in campagna elettorale si parlasse poco di programmi e proposte e ci si dedicasse di più alle polemiche e alle accuse reciproche.

Alle elezioni non ci sono solo Partito Socialista e Partito Democratico: partecipano anche tanti piccoli partiti, un numero maggiore rispetto al solito. È anche la prima volta che tanti cittadini albanesi possono votare dall’estero, dopo una riforma della legge elettorale. Secondo Krasniqi, però, è poco probabile che queste novità si tradurranno in un cambiamento significativo nella composizione del parlamento: «non c’è nessuna aspettativa che la cosiddetta élite politica cambi dopo le elezioni».