Il PKK si scioglierà
Il gruppo armato curdo era in guerra da 40 anni contro lo stato turco: lo ha deciso su richiesta del suo storico leader Abdullah Öcalan

Il comitato direttivo dell’organizzazione armata curda del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) ha dichiarato lo scioglimento del gruppo. La decisione è stata presa al termine di un congresso del partito ed era ampiamente attesa: il 27 febbraio lo storico leader del PKK Abdullah Öcalan aveva chiesto con una lettera scritta dal carcere la fine della lotta armata e di sciogliere il partito, e pochi giorni dopo il comitato direttivo aveva dichiarato un cessate il fuoco con lo stato turco e aveva annunciato un congresso per decretare lo scioglimento.
Öcalan fondò il PKK nel 1978, e nel corso dei decenni lo trasformò in un gruppo armato da oltre 10mila soldati. Oggi il PKK è considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea, e gli sono stati attribuiti attentati terroristici anche di recente.
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Benché il PKK fosse nato come movimento per l’indipendenza dei curdi turchi, dagli anni Novanta il gruppo aveva abbandonato le rivendicazioni di indipendenza e chiesto un riconoscimento costituzionale dell’identità curda, l’insegnamento della lingua curda nelle scuole e maggiore autonomia per il Kurdistan turco, nell’est del paese. Il governo turco ha sempre respinto queste richieste. Nel 1995 il gruppo rinunciò alla richiesta di indipendenza, limitandosi a chiedere maggiore autonomia per i curdi in Turchia.
Nel 1998 Öcalan presentò un primo piano di pace e l’anno successivo il PKK dichiarò un cessate il fuoco che durò fino al 2004. Con l’elezione di Recep Tayyip Erdogan a primo ministro, inizialmente considerato un leader moderato, vennero approvate alcune riforme che concessero un minimo di autonomia alla cultura curda, mentre la condanna a morte di Öcalan fu commutata in ergastolo. Tuttavia i tentativi di dialogo tra il 2009 e il 2015 fallirono, e da allora Erdogan ha adottato una politica di dura repressione contro i curdi, con arresti di massa e operazioni militari mirate.