In Trentino non si riuscirà a formare neanche una classe del liceo del Made in Italy
La giunta guidata dalla Lega si era molto spesa nella promozione del nuovo indirizzo, ma l'interesse è scarso in tutta Italia

Mentre nel resto d’Italia le iscrizioni alle scuole superiori si chiuderanno il 10 febbraio, nella provincia autonoma di Trento (che si amministra un po’ come una regione) si sono chiuse il 31 gennaio: dai primi dati disponibili si è visto che non è stato raggiunto il numero minimo per formare almeno una classe del cosiddetto liceo del Made in Italy, un indirizzo attivo dall’anno scolastico in corso che prevede alcune materie specifiche per valorizzare conoscenze sui prodotti della tradizione italiana.
Lo scarso interesse per il nuovo indirizzo – istituito nel 2023 e ampiamente promosso dal governo – è stato d’altra parte già riscontrato in tutta Italia. In Trentino ha anche in una certa misura rilevanza politica: l’amministrazione provinciale infatti è guidata dalla Lega, lo stesso partito del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che è il principale promotore di questa nuova offerta formativa.
Anche la giunta trentina, tramite l’assessora all’Istruzione della provincia di Trento Francesca Gerosa, si era molto spesa per promuovere il liceo del Made in Italy, senza successo. La giunta aveva peraltro deciso di introdurlo con quella che aveva chiamato “la via trentina”, cioè con materie attente alle specificità locali, come l’agricoltura e il turismo. Il prossimo anno scolastico sarebbe dovuto essere il primo con il nuovo indirizzo, con possibilità di attivazione in cinque scuole diverse, a seconda delle domande.
Lo scorso anno avevano chiesto di attivare il nuovo indirizzo 128 scuole in tutta Italia, ridotte poi a 92 nella fase delle iscrizioni. Quasi nessuna scuola riuscì a formare una classe, a causa del numero basso di studenti che scelsero l’indirizzo: in tutta Italia erano stati soltanto circa 500. Il ministero dell’Istruzione si ritrovò a dover introdurre una deroga per aggirare i limiti sulla formazione delle classi, permettendo di crearle con un minimo di 17 studenti e non 27, come prevedono le regole nazionali.
Quest’anno il ministero dell’Istruzione si aspetta numeri più alti, ma secondo dirigenti scolastici e sindacati si riproporranno gli stessi problemi. E questo perché negli ultimi mesi non sono state date molte nuove informazioni alle famiglie sulle materie e su come stiano andando le attuali classi.
L’interesse di studenti e famiglie durante gli open day, ossia le giornate in cui le scuole raccontano la loro offerta formativa, è stato piuttosto limitato. Anche per questo il ministero aveva posticipato il periodo delle iscrizioni fino al 10 febbraio (inizialmente era il 31 gennaio in tutta Italia, come in Trentino), proprio con l’obiettivo di proporre più giornate di orientamento e permettere alle famiglie di avere più tempo per scegliere.
Il liceo del Made in Italy non è propriamente un indirizzo a sé, ma è solo una variante del liceo delle Scienze umane con “opzione economico sociale” (chiamato anche con l’acronimo LES), un indirizzo creato nel 2010. Tra le materie proposte ci sono, dal terzo anno, “Scienze giuridiche per il Made in Italy” e “Scienze economiche per il Made in Italy”, oltre a storia dell’arte e storia del design che sostituiscono geografia, diritto, economia politica e scienze naturali proposte nel liceo delle Scienze umane. In totale sono previste 27 ore settimanali nei primi due anni e circa 30 ore settimanali dalla terza alla quinta.
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