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  • Giovedì 10 ottobre 2024

L’attacco israeliano contro le basi dell’ONU nel sud del Libano

Israele ha colpito la missione UNIFIL, a cui partecipa anche un contingente italiano, e ha ferito due addetti 

Soldati su una torretta di osservazione in una base a Naqura nell'agosto del 2023 (EPA/ Wael Hamzeh via ANSA)
Soldati su una torretta di osservazione in una base a Naqura nell'agosto del 2023 (EPA/ Wael Hamzeh via ANSA)
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L’ONU ha detto che giovedì l’esercito israeliano ha «colpito ripetutamente» alcune basi della missione UNIFIL nel sud del Libano, ferendo due persone. La missione UNIFIL fu istituita dall’ONU nel 1978 e in seguito rinnovata con l’obiettivo di definire e garantire il rispetto del confine tra Israele e Libano, per favorire il raggiungimento di una tregua stabile e pacifica tra i due paesi. Gli attacchi sono stati compiuti nella zona in cui da ormai dieci giorni si sono intensificati gli scontri tra l’esercito israeliano e il gruppo politico e militare libanese Hezbollah.

L’attacco è avvenuto dopo che negli scorsi giorni Israele aveva chiesto alle truppe dell’UNIFIL di spostarsi 5 chilometri più a nord, per evitare di trovarsi in zone di combattimento attivo, ma i soldati non si erano mossi. Jean-Pierre Lacroix, il vicesegretario dell’ONU che si occupa delle missioni di “peacekeeping”, aveva detto che le truppe costituivano l’unico canale di dialogo fra Israele e Hezbollah e aveva ricordato che entrambe le parti avevano «l’obbligo di rispettare la sicurezza e la protezione» dei soldati dell’UNIFIL. Nonostante questo giovedì pomeriggio l’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite ha consigliato nuovamente alle truppe di spostarsi.

Il portavoce della missione, Andrea Tenenti, ha specificato ad ANSA che due delle tre basi colpite sono gestite da militari italiani, mentre la terza è il quartier generale della missione. Tra le persone ferite non ci sarebbe nessuna delle oltre mille che fanno parte del contingente italiano, il più numeroso dopo quello indonesiano.

Giovedì pomeriggio il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha criticato duramente l’attacco dell’esercito israeliano, che ha definito «totalmente inaccettabile», aggiungendo che «non esiste la giustificazione […] che le forze armate israeliane avevano avvisato UNIFIL che alcune delle basi dovevano essere lasciate». Ha detto di aver chiesto all’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, di riferire al governo israeliano che «le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini da Israele» e che l’unico modo per contestare la presenza delle truppe dell’UNIFIL nella zona è di portare formalmente la questione all’ONU, non attraverso ordini di evacuazione. Poche ore prima aveva detto di aver parlato al telefono anche con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant.

– Leggi anche: Il governo italiano ha idee un po’ confuse sulla missione militare in Libano

La dinamica dell’attacco è stata riassunta da un comunicato diffuso giovedì dall’UNIFIL, secondo cui un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione di una base della missione a Naqura, vicino al confine con Israele, facendo cadere due operatori; i due non risultano feriti in maniera grave, ma sono ricoverati in ospedale. Secondo fonti militari libanesi, citate sempre da ANSA, le due persone ferite sarebbero di nazionalità indonesiana.

Anche la sede principale della missione, sempre a Naqura, è stata «colpita ripetutamente» dall’esercito israeliano: nel comunicato si dice che i soldati israeliani hanno sparato anche contro una terza base a Labbouneh, a pochi chilometri di distanza, colpendo l’ingresso di un bunker dove si stavano riparando alcuni membri del personale UNIFIL. A causa dell’attacco sono stati danneggiati alcuni veicoli e un sistema di comunicazione. Mercoledì invece altri soldati avevano sparato «deliberatamente» contro le telecamere di sicurezza delle basi per disabilitarle, si legge sempre nel comunicato.

Anche la Francia, il cui contingente è composto da quasi 700 persone, ha detto di aver chiesto spiegazioni a Israele in merito all’attacco.

La gran parte degli scontri tra l’esercito israeliano e Hezbollah si sta concentrando soprattutto a ridosso della cosiddetta Blue Line, ovvero la zona di demarcazione che di fatto funge da confine tra Israele e Libano, ma che è oggetto di continue rivendicazioni territoriali e tensioni ed è appunto sorvegliata dalla missione UNIFIL. Sempre nel comunicato si ricorda che «qualsiasi attacco deliberato contro le persone impegnate nelle missioni di pace è una grave violazione del diritto internazionale umanitario».

Il ministero della Salute libanese ha detto che sempre fra mercoledì e giovedì i bombardamenti israeliani hanno ucciso cinque soccorritori e ne hanno ferito uno a Derdghaiya, un paesino a 10 chilometri dal confine.