• Mondo
  • Mercoledì 14 maggio 2025

I fratelli Menéndez potranno essere scarcerati

Condannati all'ergastolo per l'uccisione dei genitori, dopo 35 anni una sentenza ha stabilito che potranno ottenere la libertà condizionale

I fratelli Menéndez in tribunale nel 1990 (AP Photo/Nick Ut, File)
I fratelli Menéndez in tribunale nel 1990 (AP Photo/Nick Ut, File)
Caricamento player

Un giudice di Los Angeles ha deciso di ridurre la gravità delle pene a cui erano stati condannati i fratelli Erik e Lyle Menéndez, che nel 1989 uccisero il padre José e la madre Kitty a Beverly Hills, in California. Nel 1996 i due erano stati condannati all’ergastolo, senza possibilità di chiedere la libertà condizionale: ora la nuova sentenza li condanna a una pena “dai 50 anni a vita”, che invece prevede per loro la possibilità di chiedere la scarcerazione dopo aver scontato almeno 25 anni di carcere (ne hanno scontati 35).

All’epoca il caso dei fratelli Menendez era stato molto seguito, e in anni recenti è diventato noto soprattutto per via delle serie tv Law & Order True Crime e Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story, uscita su Netflix l’anno scorso.

La decisione del giudice di Los Angeles è stata pronunciata dopo mesi di ricorsi, in cui l’avvocato dei fratelli Menéndez aveva cercato di ottenere una nuova sentenza e far cadere l’accusa di omicidio premeditato, cosa che avrebbe portato a un immediato rilascio: il giudice, però, non l’ha concesso.

Al tempo i due fratelli ammisero l’omicidio motivandolo col fatto che temevano che i genitori li avrebbero uccisi per evitare che si scoprisse che il padre, José Menéndez, una persona importante nell’industria musicale, aveva abusato di entrambi per anni, protetto dalla madre. Nel corso degli anni l’avvocato dei due fratelli aveva portato diverse prove e testimonianze a sostegno della tesi dei fratelli, sostenendo la tesi della legittima difesa.

Nel corso del processo che ha portato alla nuova sentenza, per convincere il giudice che i due hanno completato il loro processo di riabilitazione, la difesa ha invitato diverse persone, tra cui vari membri della famiglia che hanno sempre sostenuto la loro scarcerazione, ma anche una guardia carceraria, un ex giudice e un ex detenuto. All’epoca dei fatti i fratelli avevano rispettivamente 21 e 18 anni, mentre oggi ne hanno 57 e 54: in carcere Lyle Menéndez si è laureato, ed Erik ha organizzato diversi corsi e attività per gli altri detenuti.

Parallelamente i due hanno fatto domanda per ottenere la grazia dal governatore della California Gavin Newsom, che ha chiesto a una commissione di valutarla. L’udienza è prevista per il 13 giugno.

Gli omicidi avvennero la sera del 20 agosto del 1989, quando i fratelli Menéndez spararono ai genitori con dei fucili mentre i due stavano guardando la televisione in salotto. Dopo averli uccisi si cambiarono, andarono al cinema e una volta rientrati Lyle chiamò il 911 dicendo che avevano trovato i genitori morti. I due furono arrestati solo alcuni mesi dopo: Erik infatti aveva confessato gli omicidi allo psicologo Jerome Oziel, che ne aveva parlato alla sua amante, Judalon Smyth, la quale si era rivolta alla polizia.

La procura accusò i due fratelli di aver ucciso i genitori per ottenere la cospicua eredità a cui avrebbero avuto diritto, anche sulla base del fatto che prima di essere arrestati spesero un milione di dollari nel giro di sei mesi, comprando tra le altre cose orologi e auto di lusso. Ci furono due processi separati, uno per ciascuno di loro, entrambi molto seguiti in tv sia per la crudeltà della vicenda, sia perché si trattava di due giovani di una famiglia benestante che per parte del pubblico risultavano affascinanti.

Durante il processo i due dissero che il padre aveva cominciato ad abusare sessualmente di Lyle quando lui aveva tra i sei e gli otto anni, e di Erik quando ne aveva sei: tra le persone che confermarono le accuse ci fu anche la cugina Diane Vander Molen, secondo cui Kitty Menéndez non aveva creduto alla loro versione o comunque aveva coperto gli abusi del marito. Le giurie non si misero d’accordo e fu ordinato un nuovo processo per entrambi, in cui tuttavia le testimonianze sui presunti abusi furono molto limitate: i due furono infine condannati per omicidio premeditato. Dal 2018 si trovano nello stesso carcere di San Diego, in California.