• Italia
  • Domenica 18 febbraio 2024

La Lombardia pensa a una tessera a punti per incentivare la prevenzione dei tumori

L’idea dell'assessore Bertolaso prevede ski pass, cure termali e biglietti di eventi in regalo a chi partecipa ai programmi di screening

L'assessore al Welfare della Lombardia Guido Bertolaso
L'assessore al Welfare della Lombardia Guido Bertolaso (ANSA/MATTEO CORNER)
Caricamento player

L’assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, ha proposto di istituire una tessera a punti per incentivare le persone ad aderire ai programmi di prevenzione, cioè gli esami periodici fatti per individuare possibili malattie nella loro fase iniziale, soprattutto i tumori. I punti ottenuti grazie agli esami servirebbero per partecipare a eventi, accedere a cure termali gratuite e ottenere ski pass sempre gratuiti per sciare sulle piste della Lombardia.

In realtà la proposta non è ancora molto chiara. Bertolaso ne ha parlato più come di un’idea che di un progetto già avviato. Tra le altre cose, ha detto che le persone potranno guadagnare punti anche grazie a uno “stile di vita sano”, senza però dare dettagli in merito ai criteri e agli indicatori da rispettare.

L’obiettivo principale, tuttavia, è convincere più persone a partecipare ai programmi di prevenzione, i cosiddetti screening: quelli più importanti sono gli esami per scoprire eventuali tumori del colon, del polmone, dell’intestino e della cervice uterina. La regione Lombardia, così come le altre regioni italiane, invia alle persone una lettera con l’invito a sottoporsi a esami gratuiti. Le lettere vengono inviate sulla base di criteri come l’età.

In Italia, per esempio, il test consigliato per lo screening del tumore del colon retto è la ricerca di sangue occulto nelle feci, un esame che si realizza semplicemente analizzando un campione di feci che il paziente raccoglie a casa e porta poi a un laboratorio di analisi. Il ministero della Salute consiglia di effettuarlo almeno ogni 2 anni alle persone di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Eventuali tracce di sangue nelle feci possono essere un indicatore della presenza di polipi, che potrebbero degenerare, oppure di tumori veri e propri. Se l’esito è positivo viene quindi prescritta una colonscopia, in modo da approfondire la questione e se necessario intervenire direttamente durante l’esame per rimuovere i polipi.

Bertolaso ha detto che in Lombardia soltanto il 50 per cento delle persone che dovrebbero fare un esame partecipa ai programmi di prevenzione. Nel 2023 ai controlli per il tumore al colon retto ha aderito solo il 41 per cento degli abitanti. «Noi invece vogliamo arrivare al 100», ha detto Bertolaso al Corriere della Sera. «Non costringiamo nessuno, ma incentiviamo. I vaccini non c’entrano, qui parliamo di mammografie, prelievi ed esami gratuiti. Il cittadino si assicura di non avere la malattia e noi riduciamo i costi. È un vantaggio per tutti».

L’assessore parla di costi perché oltre a intercettare le malattie nella fase iniziale, con maggiori possibilità di salvare le persone, la prevenzione assicura anche un risparmio per il servizio sanitario nazionale perché le cure di una persona malata di tumore sono molto costose. «Il trend demografico è chiaro: la popolazione invecchia e aumentano i malati cronici», ha detto Bertolaso. «Noi vogliamo che le persone vivano a lungo, ma anche in salute. Sia per il loro benessere, sia perché altrimenti i costi delle cure diventano insostenibili».

La proposta è stata molto criticata da alcuni partiti di opposizione. Il capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, Pierfrancesco Majorino, ha definito l’idea di Bertolaso surreale.

– Leggi anche: Il grande dibattito sulla colonscopia