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  • Lunedì 28 agosto 2023

Il governo tedesco di Olaf Scholz prova a ripartire da tre riforme

Dopo i recenti disaccordi interni alla maggioranza: riguardano cannabis, cittadinanza e autodeterminazione delle persone trans

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Berlino, 14 giugno 2023 (AP Photo/Markus Schreiber)
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Berlino, 14 giugno 2023 (AP Photo/Markus Schreiber)
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La coalizione di centrosinistra al governo in Germania, guidata dal cancelliere Olaf Scholz, ha presentato delle riforme piuttosto progressiste su cannabis, autodeterminazione delle persone trans e accesso alla cittadinanza, che potrebbero restituire una parziale credibilità ai partiti che la compongono. Negli ultimi tempi i Socialdemocratici, i Verdi e i Liberali si sono divisi su questioni di bilancio, energia e difesa. La ritrovata unità sulle riforme sociali potrebbe non solo ridare loro forza e compattezza, ma anche rimarcare una distanza dall’opposizione: quella dei conservatori di ispirazione cristiana CDU-CSU e soprattutto quella del partito di estrema destra AfD.

A metà agosto il governo tedesco ha presentato una proposta di legge per legalizzare il consumo di marijuana a scopo ricreativo che autorizzerebbe la coltivazione, il possesso e l’acquisto di piccole quantità di cannabis, la pianta da cui deriva la marijuana: se venisse approvata sarebbe sul tema una delle leggi più liberali in Europa. Il ministro della Sanità, Karl Lauterbach, ha detto che uno degli obiettivi della proposta è proteggere la salute delle persone più giovani, cosa a suo dire impossibile finché il consumo di marijuana è considerato un tabù. Legalizzare la cannabis permetterebbe poi di contrastare il suo commercio illegale e di ridurre il numero di reati legati al consumo di droghe.

– Leggi anche: La proposta del governo tedesco per legalizzare la marijuana

Mercoledì 23 agosto il Consiglio dei ministri tedesco ha approvato un secondo disegno di legge, che ha a che fare con l’autodeterminazione dell’identità di genere. Il testo semplifica, per le persone transgender, intersessuali e non binarie, il cambio di genere e di nome sui documenti d’identità. La proposta prevede che per ottenerlo sia sufficiente una libera dichiarazione della persona interessata da consegnare all’anagrafe. La modifica era pretesa da tempo dalla comunità LGBTQ+ e se il parlamento la approverà la Germania si allineerà a paesi come il Belgio, l’Irlanda, il Lussemburgo, la Danimarca e la Spagna.

L’attuale legge tedesca risale agli anni Ottanta e prevede che per cambiare la propria identità di genere sui documenti d’identità siano obbligatorie due perizie psichiatriche indipendenti (che possono arrivare a costare più di mille euro ciascuna) e una diagnosi che attesti la cosiddetta “disforia di genere”, cioè una condizione di sofferenza indotta dalla non corrispondenza tra il proprio genere e quello assegnato alla nascita in base alle caratteristiche sessuali. Molte persone che hanno intrapreso questo processo hanno più volte descritto come umilianti e degradanti le domande che sono state poste loro durante i colloqui: quanto spesso si masturbassero, quale biancheria intima indossassero o quali fantasie sessuali avessero. Attualmente al termine del percorso (costoso, invasivo e lungo) l’autorizzazione viene concessa, o negata, da un tribunale.

Nel 2010, la Corte Costituzionale tedesca aveva parzialmente smontato la legge originaria del 1981 abolendo l’obbligo di sterilizzazione, delle terapie ormonali e di un intervento chirurgico prima del cambio di identità.

La nuova proposta prevede che per le persone che hanno meno di 14 anni la procedura sul cambio dell’identità di genere possa essere avviata solo dai genitori o dai tutori. Coloro che hanno più di 14 anni e meno di 18 potranno avviare il processo in autonomia, ma con il consenso dei genitori o dei tutori. E in caso di controversie dovrà decidere un tribunale. Il disegno di legge iniziale stabiliva anche un tempo di riflessione e cioè che la richiesta sarebbe stata convalidata legalmente solo dopo tre mesi, ma dopo diverse critiche questa condizione è stata eliminata. La modifica durerà minimo un anno, periodo durante il quale non si potrà effettuare un nuovo cambiamento.

Un altro punto contenuto nella proposta di legge è il cosiddetto divieto di divulgazione. Ha lo scopo di proteggere dall’outing (cioè la rivelazione pubblica dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere di una persona senza il suo consenso): di conseguenza, i precedenti dati relativi all’identità di una persona non potranno essere divulgati o ricercati senza il suo consenso e le violazioni saranno punite con una multa. Il testo prevede però la tracciabilità della rettifica anagrafica da parte della polizia, dell’ufficio immigrazione e dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (cioè i servizi segreti interni) in modo che nessuna persona possa sottrarsi a un’azione penale o amministrativa dopo il cambio di nome e di identità di genere.

C’è un terzo progetto di legge che nelle ultime settimane è stato presentato dal governo tedesco: facilita l’accesso alla cittadinanza e prevede che venga concessa in soli cinque anni invece che otto dopo l’arrivo nel paese. Il tempo potrebbe inoltre ridursi a tre anni se si presentano alcune condizioni, come un buon livello della conoscenza della lingua tedesca o una determinata qualifica professionale. Importanti presupposti per la naturalizzazione saranno la non dipendenza da sussidi sociali e il fatto di non avere commesso dei reati.

Con la riforma, infine, il cosiddetto “doppio passaporto” passerebbe dall’essere un’eccezione all’essere una regola: le persone provenienti da paesi esterni all’Unione Europea non avrebbero più l’obbligo di rinunciare alla loro nazionalità originaria se vorranno diventare cittadini o cittadine tedesche.

Attualmente in Germania vivono oltre dodici milioni di persone con cittadinanza straniera: molte di loro sono arrivate negli anni Sessanta, soprattutto dalla Turchia. Costrette a rinunciare alla propria nazionalità d’origine se volevano diventare tedesche, molte di loro non hanno di fatto mai partecipato direttamente alla vita democratica della Germania, nonostante il loro ruolo fondamentale nello sviluppo economico: nelle miniere, nei settori dell’acciaio, dell’edilizia o dell’industria automobilistica. La riforma, ha spiegato la ministra dell’Interno Nancy Faeser, è un tardivo tributo al lavoro di questa generazione.

Faeser ha detto poi che la riforma servirà innanzitutto a rendere la Germania attraente per i lavoratori qualificati provenienti dall’estero e della cui manodopera il paese ha estremo bisogno: per compensare il pensionamento delle generazioni attualmente più numerose e per coprire i quasi 2 milioni di posti di lavoro rimasti vacanti sul mercato del lavoro. La carenza di personale è particolarmente preoccupante nei settori delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, della sanità, dell’istruzione e dell’assistenza all’infanzia ed è diventata, secondo molti, un rischio per la prosperità della Germania e per il mantenimento del suo sistema sociale.

A giugno la Germania aveva già approvato una legge sull’immigrazione per facilitare l’ingresso per motivi di lavoro (entrerà in vigore a novembre). Ora, con la revisione dei criteri per la naturalizzazione il governo spera di convincere i nuovi arrivati ​​e le loro famiglie a restare.

Tutti e tre i nuovi disegni di legge proposti dal governo di Olaf Scholz dovranno essere discussi e votati dal Parlamento e potrebbero dunque ancora subire delle modifiche. Sono già stati molto criticati, dalle opposizioni ma non solo.

La presentazione della proposta di legge sulla cannabis è stata accompagnata da una serie di critiche da parte di associazioni di medici, politici conservatori ed esponenti delle forze dell’ordine, tra gli altri: riguardano principalmente i rischi per la salute legati al consumo di marijuana e le difficoltà tecniche e burocratiche di assicurare il rispetto di tutte le norme previste dalla proposta di legge.

I conservatori democristiani della CDU-CSU e l’estrema destra hanno criticato anche la proposta sull’autodeterminazione di genere dicendo che l’attuale legge in vigore funziona bene (dato che prevede l’obbligo di consultare degli «esperti») e che comunque il percorso dovrebbe essere riservato agli adulti. Le critiche sono arrivate anche da una parte del movimento femminista tedesco: ritiene che uomini potenzialmente violenti possano abusare delle nuove regole per avere accesso agli spazi riservati alle donne. Alice Schwarzer, che oggi ha 80 anni e che è stata in passato una delle protagoniste della lotta per il libero aborto in Germania, ​​ha detto che la legge potrebbe incoraggiare i giovani a cambiare genere solo perché è «di moda». Anche il presidente del sindacato del personale penitenziario tedesco, Rene Müller, ha chiesto regole più chiare sull’incarcerazione delle persone transgender.

Infine, i conservatori e l’estrema destra all’opposizione hanno criticato la riforma della cittadinanza perché farebbe perdere alla nazionalità tedesca gran parte del suo carattere identitario.

Negli ultimi mesi in Germania il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) ha ricevuto un aumento di consensi segnalato da tutti i principali sondaggi: alle ultime elezioni politiche, nel settembre del 2021, prese il 10 per cento, dopo anni di calo costante. Oggi è dato intorno al 20 per cento e secondo alcuni il suo successo è correlato all’aumento dei richiedenti asilo. In Germania diversi commentatori attribuiscono la responsabilità di questa tendenza anche agli errori della coalizione al governo.

– Leggi anche: In Germania l’estrema destra ha vinto per la prima volta un voto locale

Negli ultimi mesi, su diverse questioni come la gestione del bilancio, le modalità della transizione ecologica, la politica industriale o lo sviluppo delle infrastrutture i Socialdemocratici, i Verdi e i Liberali della FDP al governo hanno mostrato profonde differenze e grandi difficoltà a trovare dei compromessi. Il 16 agosto, solo per fare un esempio recente, un pacchetto di sgravi fiscali per le imprese proposto dal ministro liberale delle Finanze Christian Lindner è stato bloccato dalla ministra della Famiglia, dei Verdi, Lisa Paus. A questa disarmonia si aggiunge il fatto che l’economia tedesca è in un momento di debolezza, perché è stata particolarmente colpita dai rincari dell’energia e dall’inflazione, che hanno messo in difficoltà famiglie e imprese.

I tre nuovi disegni di legge su cannabis, autodeterminazione delle persone transgender e cittadinanza erano al centro del contratto di coalizione annunciato al momento della formazione del nuovo governo, nel dicembre del 2021: potrebbero ridare compattezza alle forze politiche che ne fanno parte e restituire loro almeno una parziale credibilità. Le tre riforme potrebbero poi avere come effetto secondario quello di dimostrare, a proprio vantaggio, un allineamento tra AfD e conservatori dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), il cui leader Friedrich Merz si era di recente dimostrato possibilista rispetto a una reciproca collaborazione a livello locale ricevendo però molte critiche dalla sua stessa forza politica e dai suoi elettori.