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  • Venerdì 17 gennaio 2025

Anche Israele ha approvato il cessate il fuoco a Gaza, infine

Dovrebbe iniziare domenica 19 gennaio alle 8:30 (le 7:30 orario italiano) con i primi scambi tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi

Festeggiamenti a Gaza per l'iniziale annuncio di un cessate il fuoco, il 15 gennaio 2025
Festeggiamenti a Gaza per l'iniziale annuncio di un cessate il fuoco, il 15 gennaio 2025 (AP Photo/Abdel Kareem Hana)

Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio il governo israeliano ha approvato definitivamente l’accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: entrerà in vigore alle 8:30 di domenica 19 gennaio ora locale (le 7:30 in Italia), con i primi scambi tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. L’accordo è stato raggiunto tra i negoziatori di Hamas e Israele dopo mesi di incontri mediati da altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Qatar. È stato approvato venerdì da Hamas, dal gabinetto di sicurezza israeliano (un gruppo ristretto di cui fanno parte i ministri che si occupano della guerra) e infine dal governo israeliano.

L’accordo era già stato raggiunto dai negoziatori mercoledì sera a Doha, in Qatar, e inizialmente si pensava sarebbe stato approvato dal governo israeliano giovedì. L’incontro del governo era stato però rimandato a causa di tensioni interne al governo. Ora l’accordo è definitivo, e combattimenti e bombardamenti dovrebbero interrompersi. A oggi gli attacchi israeliani sulla Striscia hanno causato almeno 46mila morti palestinesi.

L’accordo raggiunto mercoledì prevede tre fasi, di cui soltanto la prima è già definita: durerà 42 giorni e prevede il rilascio di 33 ostaggi israeliani in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi. I media israeliani hanno diffuso una lista con i loro nomi, che è da considerarsi non ufficiale. Nella Striscia sono attualmente presenti 98 ostaggi, e Israele ritiene che circa un terzo siano morti durante la prigionia.

Sempre durante la prima fase l’esercito si ritirerà dalle zone più densamente popolate della Striscia di Gaza e permetterà alla popolazione di tornare nel nord della Striscia, che da mesi era sotto assedio. Infine sempre Israele dovrebbe permettere un aumento delle consegne di aiuti umanitari: fino a 600 camion al giorno dovrebbero poter entrare nella Striscia per consegnare beni di prima necessità.

Parenti degli ostggi israeliani reagiscono al primo annuncio dell'accordo, il 15 gennaio

Parenti degli ostaggi israeliani reagiscono al primo annuncio dell’accordo, il 15 gennaio (AP Photo/Oded Balilty)

Mentre la prima fase è in corso, continueranno i negoziati per le fasi due e tre, in cui dovrebbe essere trovato un accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, la consegna dei corpi degli ostaggi morti e il ritiro totale dell’esercito di Israele dalla Striscia. Se i negoziati per le fasi due e tre falliranno, è possibile che la guerra ricominci.

La riunione del governo israeliano per l’approvazione dell’accordo è durata più di sei ore, e alla fine hanno votato a favore 24 ministri, con 8 contrari. Tra questi il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, noto per le sue posizioni estremiste e ostili alla popolazione palestinese, che in precedenza aveva minacciato di ritirare il proprio sostegno al governo in caso di approvazione.

Anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha criticato l’accordo e ha detto che potrebbe smettere di sostenere il governo nel caso in cui fosse approvata la fine permanente delle ostilità. Smotrich e Ben Gvir fanno anche parte del gabinetto di sicurezza, e durante la riunione tenutasi poche ore prima avevano votato contro l’approvazione dell’accordo.

Secondo la legge israeliana, la cittadinanza ha 24 ore per presentare alla Corte suprema del paese delle obiezioni all’accordo approvato dal governo. È tuttavia improbabile che la Corte accetterà eventuali obiezioni, se ci saranno.