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  • Sabato 26 febbraio 2022

Queste sanzioni contro la Russia funzioneranno?

È presto per dirlo, ma una cosa è sicura: non faranno cambiare idea a Putin sull'invasione, e servirà un po' di tempo per renderle efficaci

Il presidente russo, Vladimir Putin (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
Il presidente russo, Vladimir Putin (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

Negli ultimi giorni, Unione Europea e Stati Uniti hanno annunciato nuove pesanti sanzioni economiche nei confronti della Russia, in seguito all’invasione da parte dell’esercito russo dell’Ucraina. L’elemento principale dei nuovi provvedimenti è la decisione inedita di sanzionare direttamente il presidente russo Vladimir Putin e il suo ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. Le sanzioni, inoltre, mirano a isolare numerose istituzioni finanziarie russe, complicando o rendendo impossibili le loro attività all’estero, per lo meno in Occidente. Altre limitazioni riguardano l’esportazione verso la Russia di materiale tecnologico, come computer e microprocessori, che potrebbe seriamente danneggiare vari settori compreso quello della difesa.

Le sanzioni non hanno per ora interessato la piattaforma di transazioni bancarie SWIFT, né sono state indirizzate esplicitamente verso le esportazioni di gas, dalle quali dipende fortemente l’Unione Europea. Gli analisti concordano comunque sul forte impatto che i nuovi provvedimenti potranno avere sulla Russia, anche se nel breve termine molti effetti saranno tollerabili e non influiranno sulle operazioni militari ormai avviate in Ucraina: le sanzioni occidentali sono un modo per punire la Russia per la violazione della sovranità ucraina e del diritto internazionale, e molto difficilmente potranno avere un effetto immediato sul calcolo politico di Putin, almeno sul breve termine.

Unione Europea
Dopo due giorni di negoziati, l’Unione Europea ha approvato un duro pacchetto di sanzioni che prevede, tra le altre cose, il blocco dei beni all’estero di Putin e Lavrov. I leader europei hanno deciso inoltre di imporre la sospensione di buona parte delle transazioni economiche tra le banche europee e le loro controparti in Russia, di impedire a numerose aziende controllate dallo stato russo di intervenire nei mercati finanziari europei e hanno introdotto nuovi limiti per i depositi di denaro nell’Unione da parte dei cittadini russi.

Sono state inoltre decise diverse limitazioni alle esportazioni verso la Russia di materiali tecnologici, compresi quelli informatici e per la costruzione e la manutenzione degli aerei, e altri limiti alla vendita del materiale impiegato per raffinare gli idrocarburi.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Bruxelles (Belgio) per la riunione dei leader europei sull’invasione dell’Ucraina (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert, Pool)

SWIFT
Le sanzioni decise in sede europea riguardano grossomodo il 70 per cento del mercato bancario russo, ma avranno un impatto su diversi altri settori, compreso quello energetico. I provvedimenti non comprendono però limitazioni a SWIFT, il sistema impiegato in ambito internazionale dalle banche per scambiarsi rapidamente le informazioni per certificare le transazioni economiche.

La sospensione dalla piattaforma era stata sostenuta fortemente giovedì 24 febbraio dal primo ministro britannico, Boris Johnson, nel corso di una riunione in videoconferenza con gli altri leader del G7. Stando a numerosi resoconti di varie agenzie internazionali e giornali economici, la proposta sarebbe stata per ora accantonata soprattutto in seguito alla contrarietà della Germania, dell’Austria e dell’Italia. Le cose sono però in movimento, e vari leader europei hanno detto che il blocco di SWIFT potrebbe ancora avvenire.

Finora, i governi contrari hanno sostenuto che l’esclusione da SWIFT lascerebbe molto meno potere contrattuale all’Unione Europea in ambito diplomatico, rimuovendo troppo presto una leva importante da utilizzare con la Russia per porre le condizioni per una tregua o la fine dell’invasione in Ucraina. Secondo vari osservatori, le motivazioni sarebbero più pratiche e legate alla dipendenza dal gas russo soprattutto della Germania. Senza SWIFT, potrebbero esserci grandi problemi nel pagare le forniture di gas proveniente dalla Russia, senza contare il rischio di ritorsioni da parte russa.

Al di là dalla mancata esclusione da SWIFT, le numerose sanzioni imposte alle principali istituzioni finanziarie russe causeranno comunque non poche difficoltà per continuare a fare affari nell’Unione Europea e non solo.

Stati Uniti
Nella serata di giovedì 24 febbraio anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha presentato una nuova serie di dure sanzioni economiche nei confronti della Russia, che poi sono state integrate venerdì con l’inserimento di Putin e Lavrov nella lista dei sanzionati. I provvedimenti sono simili a quelli annunciati dall’Unione Europea e hanno l’obiettivo principale di colpire le grandi istituzioni finanziarie russe e di bloccare le esportazioni verso il paese di numerosi materiali e sistemi tecnologici.

L’annuncio delle sanzioni ha provocato ulteriori pesanti effetti sul rublo, la valuta russa, il cui valore si è ulteriormente ridotto nei confronti del dollaro. Gli analisti ritengono comunque che i provvedimenti avranno effetti tangibili, ma comunque sostenibili per il settore finanziario della Russia. Nel medio periodo, potrebbero rivelarsi più dannose le sanzioni legate alle esportazioni tecnologiche in numerosi settori.

Non poter importare facilmente microchip, computer e altre attrezzature implica non solo l’impossibilità per le aziende di acquistare nuovi dispositivi, ma anche di avere le risorse e la capacità di fare manutenzione dei sistemi già in uso. La Russia potrebbe limitare i danni accrescendo le importazioni da altri paesi, compresa la Cina, ma la violazione delle sanzioni potrebbe spingere gli Stati Uniti a imporre limitazioni anche nei confronti dell’economia cinese.

Le sanzioni in ambito tecnologico potrebbero avere ripercussioni anche nel settore della difesa, riducendo la possibilità per l’esercito russo di aggiornare i propri dispositivi e di produrne di nuova generazione. Questa circostanza non avrebbe comunque effetti diretti su quanto sta accadendo in Ucraina, ma nel medio termine potrebbe avere importanti conseguenze sull’avanzamento tecnologico dell’esercito russo.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden annuncia le sanzioni contro la Russia, il 22 febbraio 2022 (Drew Angerer/Getty Images)

Energia
Come l’Unione Europea, anche gli Stati Uniti sono stati piuttosto cauti nell’adottare nuove sanzioni che potrebbero influire sulle forniture di gas e petrolio, specialmente verso l’Europa. Le limitazioni annunciate da Biden non riguarderanno per ora Gazprombank, la terza più grande banca della Russia legata all’azienda statale Gazprom, che esporta il gas verso numerosi paesi dell’Unione Europea. Sanzioni nei confronti di questa banca avrebbero reso difficili le transazioni legate ai contratti per le forniture di gas, con alti rischi per i paesi più dipendenti dal gas russo (compresa l’Italia).

Il presidente russo Vladimir Putin (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

Funzionerà?
Le sanzioni applicate da Stati Uniti e Unione Europea nelle scorse settimane non hanno fatto da deterrente e di certo non sono state sufficienti per impedire l’invasione dell’Ucraina, per questo vari osservatori e analisti ritengono che anche i nuovi provvedimenti da poco annunciati non faranno cambiare i piani di Putin. L’esercito russo sta proseguendo le proprie attività in Ucraina e mantiene l’obiettivo di conquistare il prima possibile la capitale Kiev.

Al momento è quindi difficile fare previsioni sull’utilità delle sanzioni economiche, anche se i precedenti storici dimostrano come questi strumenti da soli siano spesso inefficaci nell’impedire l’avanzamento dei conflitti. Nel medio periodo, le istituzioni finanziarie russe potrebbero fare qualche pressione nei confronti di Putin se la loro stabilità economica dovesse deteriorarsi ulteriormente, ma il presidente russo ha mostrato in più di una occasione di assumere ogni decisione per conto proprio, tenendo solo in parte in considerazione i consigli dei suoi più stretti collaboratori. Negli ultimi giorni Putin ha comunque organizzato incontri e riunioni con gli oligarchi, richiamando alla loro unità e collaborazione.

In questo contesto, l’utilità delle sanzioni potrebbe vedersi nelle prossime settimane e mesi, soprattutto se l’economia russa dovesse cominciare a subire danni davvero gravi, e il malcontento si dovesse diffondere tra la popolazione. Ma molto dipenderà anche dalla situazione in Ucraina.