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  • Lunedì 9 novembre 2020

Cosa farà subito Joe Biden

Ha promesso che appena entrato alla Casa Bianca cancellerà molte scelte problematiche e controverse di Trump, e ha già segnalato le sue priorità: intanto ha nominato una task force di esperti contro il coronavirus

Joe Biden durante un evento elettorale a settembre mentre mostra un foglietto con gli eventi importanti del giorno. (Chip Somodevilla/Getty Images)
Joe Biden durante un evento elettorale a settembre mentre mostra un foglietto con gli eventi importanti del giorno. (Chip Somodevilla/Getty Images)

La mattina del 20 gennaio del 2021 Joe Biden giurerà da presidente degli Stati Uniti alla cerimonia di insediamento davanti al Campidoglio, a Washington, e a partire dal pomeriggio comincerà l’attività di governo. Come tutti i presidenti all’inizio del mandato, anche Biden intende promulgare fin dal primo giorno misure forti e simboliche, e ci si aspetta che i primi giorni della sua amministrazione siano caratterizzati dalla firma di molti ordini esecutivi, cioè provvedimenti presidenziali che indirizzano le politiche del governo federale e che non hanno bisogno dell’approvazione del Congresso.

Biden potrebbe fare uso degli ordini esecutivi più dei suoi predecessori, per due ragioni: la prima è che ha promesso di annullare decine di provvedimenti presi da Donald Trump in numerosi settori proprio con degli ordini esecutivi. La seconda è che Biden potrebbe essere il primo presidente dal 1988 a cominciare il suo primo mandato senza la maggioranza sia alla Camera sia al Senato (alla Camera la maggioranza è Democratica, al Senato Repubblicana, anche se i due partiti potrebbero raggiungere il pareggio dopo i due ballottaggi in Georgia di gennaio). Questo significa che, mentre i suoi predecessori sono riusciti a far passare misure ambiziose nei loro primi anni di governo (Barack Obama la riforma sanitaria, Donald Trump il taglio alle tasse), Biden dovrà cercare soluzioni di compromesso, e affidarsi nel frattempo agli ordini esecutivi: questo, ripetiamo, sempre che in Georgia i Democratici non ottengano due seggi al Senato, arrivando alla parità; in quel caso il voto decisivo spetta a Kamala Harris, la vicepresidente.

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Il sito del team di transizione di Biden cita quattro «priorità» del nuovo governo: la COVID-19, la ripresa economica, l’eguaglianza razziale e il cambiamento climatico. I media americani, inoltre, usando in parte le dichiarazioni fatte da Biden in questi mesi e in parte fonti interne al team di transizione, hanno fatto un elenco più specifico delle misure che il nuovo presidente potrebbe prendere nei primi giorni.

COVID-19
Lunedì Biden ha compiuto il suo primo atto da presidente-eletto, nominando una task force di 13 persone, quasi tutti medici ed esperti di sanità pubblica, per consigliare lui e la vicepresidente Kamala Harris su come affrontare la crisi da coronavirus. Il gruppo è formato da 13 persone e il suo compito è quello di mostrare che le decisioni della prossima amministrazione saranno basate sulla scienza. Tra i membri c’è anche Rick Bright, un immunologo che faceva parte dell’Autorità federale per la ricerca biomedica ma che fu demansionato dopo aver criticato pubblicamente l’approccio dell’amministrazione Trump alla crisi sanitaria.

A partire da gennaio, secondo il New York Times, Biden potrebbe invocare il Defense Production Act, una legge approvata durante la Guerra di Corea che consente al presidente di ordinare alle fabbriche di produrre certi beni necessari alla difesa nazionale: sembra una misura emergenziale esagerata, ma in realtà la legge è stata usata piuttosto liberamente da quasi tutti i presidenti per molti scopi (rifornimenti alla polizia, ricostruzione dopo un disastro naturale) e potrebbe essere usata anche contro il coronavirus, per aumentare le scorte di respiratori polmonari e di altri dispositivi medici.

Biden inoltre ha detto durante la campagna elettorale che intende rendere obbligatorio l’utilizzo delle mascherine a livello federale. Sempre secondo il New York Times, i suoi consiglieri sono giunti alla conclusione che non ha i poteri per farlo, per cui si limiterà a chiedere ai governatori degli stati di rendere le regole più stringenti. Potrebbe però firmare un ordine esecutivo per imporre l’utilizzo delle mascherine su tutte le proprietà federali.

Infine, Biden ha promesso che cancellerà l’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (WHO), decisa da Trump l’anno scorso. Non sarà difficile: gli Stati Uniti sono ancora nel periodo di preavviso, e hanno tempo fino ad aprile per ritirare la richiesta di uscita.

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Clima
Leggermente più complicato, ma nemmeno tanto, sarà rientrare nell’Accordo di Parigi sul clima, da cui gli Stati Uniti sono usciti ufficialmente il 5 novembre. Biden intende rientrare immediatamente nell’Accordo. Per farlo, avrà bisogno soltanto dell’approvazione della Camera, che ha la maggioranza Democratica.

Biden inoltre ha reso chiaro che intende ripristinare tutte le norme di protezione dell’ambiente istituite da Obama e cancellate da Trump. Il presidente uscente, infatti, all’inizio del suo mandato aveva cancellato circa cento provvedimenti che imponevano regole all’utilizzo e all’estrazione di carburanti fossili, specie il carbone, e fissavano limiti stringenti alle emissioni in molti settori. Trump inoltre aveva approvato esenzioni e trattamenti preferenziali per la costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti e aveva incoraggiato l’esplorazione di nuovi giacimenti. Trump aveva anche tolto ad alcuni parchi e riserve lo status di «monumento nazionale», per favorire l’esplorazione e lo sfruttamento di giacimenti: Biden intende ripristinare queste protezioni.

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Rimettere a posto l’ordine internazionale
In un’intervista radio a luglio, Biden promise che nel suo primo giorno di mandato avrebbe telefonato a tutti gli alleati della NATO per dire: «Siamo tornati e potete contare di nuovo su di noi». Il gesto è simbolico, ma è importante perché l’amministrazione Trump è stata scettica – per usare un eufemismo – nei confronti della NATO, e più volte Trump è sembrato sul punto di disconoscere l’Articolo 5 del Trattato dell’Alleanza atlantica, quello che prevede l’obbligo di mutua difesa tra i paesi membri in caso di attacco.

Biden intende cancellare con un ordine esecutivo il cosiddetto «travel ban», cioè il divieto di ingresso negli Stati Uniti imposto da Trump ai cittadini di paesi a maggioranza musulmana dell’Africa e dell’Asia. Il divieto è stato contestato più volte in tribunale e adesso è in vigore in una versione appena più morbida, che impone misure molto stringenti all’ingresso dei cittadini non soltanto di paesi musulmani, ma anche di Venezuela e Corea del Nord.

Nello stesso ordine esecutivo che istituiva il «travel ban», Trump aveva inoltre più che dimezzato il numero di rifugiati a cui era permesso di entrare in America, portandolo da 110 mila all’anno a 50 mila. Biden ha promesso di riportare questa soglia ai livelli dell’amministrazione Obama.

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Proteggere gli americani
All’inizio della sua amministrazione Trump aveva cercato di eliminare il DACA, il programma dell’èra Obama che aveva dato protezione a 700 mila minorenni entrati negli Stati Uniti illegalmente quando erano bambini, e che rischiavano la deportazione. La Corte Suprema però ha impedito a Trump di cancellare il programma, e Biden ha promesso di rafforzarlo ulteriormente. Ha anche promesso di creare una task force per rintracciare i genitori di centinaia di bambini separati dalle loro famiglie a causa delle politiche migratorie dell’amministrazione Trump. Biden intende anche approvare un piano per proteggere i senzatetto.

Biden intende inoltre ripristinare ordini esecutivi firmati da Obama che proteggevano gli studenti transgender nelle scuole, e consentivano loro di usare bagni, spogliatoi e di scegliere le attività sportive in base alla loro identità di genere.

Il nuovo presidente intende inoltre ripristinare un regolamento etico voluto ancora una volta da Obama, che vieta ai funzionari pubblici di ricevere regali da lobbisti e impedisce loro di entrare in gruppi di lobby nei due anni successivi all’abbandono dell’impiego governativo. Biden potrebbe inoltre istituire nuove regole etiche, come per esempio una che impedisce ai membri dell’amministrazione di interferire con le indagini del dipartimento di Giustizia.

Un ordine esecutivo tradizionale
Ci si aspetta infine che, come tutti i presidenti Democratici da qualche decennio, Biden rovesci la decisione del suo predecessore sulla cosiddetta «global gag rule»: una regola che vieta l’erogazione di aiuti internazionali alle organizzazioni che praticano o che addirittura si limitano a citare l’aborto. La impose per la prima volta Ronald Reagan e da allora è stata cancellata da tutti i presidenti Democratici e ripristinata da tutti i Repubblicani.