• Mondo
  • Domenica 8 novembre 2020

«Diamoci un’altra possibilità»

Nel suo primo discorso da presidente eletto, Joe Biden ha parlato della necessità di superare le divisioni e «curare le ferite», senza mai nominare Trump

(AP Photo/Andrew Harnik, File)
(AP Photo/Andrew Harnik, File)

Nel suo primo discorso da presidente eletto degli Stati Uniti – tenuto nella notte fra sabato e domenica davanti a una folla cautamente distanziata a Wilmington, Delaware – Joe Biden ha parlato con toni positivi e concilianti, come del resto ci ha abituati nel corso della sua lunga carriera politica, iniziata 48 anni fa ieri, quando a soli 29 anni fu eletto per la prima volta senatore.

«È arrivato il momento di mettere da parte la retorica tagliente, di abbassare i toni, vederci di nuovo, ascoltarci di nuovo», ha detto Biden riferendosi alla polarizzazione crescente fra Repubblicani e Democratici, che negli ultimi anni è stata incoraggiata e promossa dal presidente uscente Donald Trump (mai nominato durante il discorso): «Per fare progressi dobbiamo smettere di considerare i nostri avversari come nemici. Non sono nemici, sono americani. Diamoci un’altra possibilità».

(qui trovate il discorso tradotto in italiano in tempo reale)


Biden ha incentrato il discorso – così come la sua campagna elettorale – sulla necessità di superare le divisioni e al contempo di «vincere la battaglia per recuperare lo spirito americano». Il concetto è stato rafforzato con citazioni bibliche, aneddoti personali e allegorie che Biden ha usato spesso in questi mesi: gli Stati Uniti sono protagonisti da sempre di una battaglia fra «gli angeli buoni» e «i nostri peggiori impulsi», e solo ascoltandoci a vicenda e condividendo una serie di valori – su tutte la decency, la dignità – si può vincere questa battaglia.

– Leggi anche: La mappa elettorale della vittoria di Joe Biden

In un quarto d’ora c’è stato pochissimo spazio per indicazioni e promesse, tutte piuttosto vaghe peraltro: limitare la diffusione del coronavirus affidandosi da subito a esperti e scienziati, «cancellare il razzismo sistemico», «salvare il pianeta» dal riscaldamento globale rientrando negli accordi di Parigi, e poco altro.

«Il suo messaggio è radicato in una serie di valori più che in una ideologia precisa», ha sintetizzato il New York Times: «un approccio che gli ha permesso di costruire un’ampia coalizione durante la campagna elettorale ma che dovrà essere testato in una Washington sempre più polarizzata».

Biden si è presentato sul palco correndo, con “We Take Care Of Our Own” di Bruce Springsteen in sottofondo. Il suo discorso è stato preceduto da quello di Kamala Harris, la futura vicepresidente, che aveva ringraziato i sostenitori, gli attivisti del partito e la sua famiglia. Harris ha anche ricordato il momento in cui sua madre si trasferì negli Stati Uniti a 19 anni, emigrando dall’India: «credeva così tanto negli Stati Uniti, nei quali momenti come questo restano possibili. Penso a lei e alle donne nere, asiatiche, bianche, ispaniche, native: donne che ci hanno permesso di essere qui, stasera».

Dopo la fine dei loro discorsi Biden e Harris, come da tradizione, sono stati raggiunti dalle loro famiglie: indossavano tutti una mascherina, e si intuiva che cercavano di rimanere distanziati il più possibile, senza grande successo. Poco prima dei fuochi d’artificio Biden si è stretto in un lungo abbraccio con sua figlia Ashley, la più piccola, che si è fatta molto notare per essere di gran lunga la meno composta sul palco.

– Leggi anche: Le homepage internazionali dopo la vittoria di Biden

Nei prossimi giorni Biden sarà impegnato a scegliere i suoi collaboratori più stretti, che a loro volta nei prossimi mesi dovranno gestire centinaia di nuove nomine. Il primo ad essere ufficializzato sarà probabilmente il capo del team di transizione, che guiderà il passaggio di consegne con la Casa Bianca di Trump (il cui team di transizione è al lavoro da giorni, nonostante il rifiuto di Trump di riconoscere la sconfitta). A meno di sorprese sarà Ted Kaufman, l’ex capo dello staff di Biden quando era senatore.