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  • Lunedì 9 novembre 2020

Le date da qui all’insediamento di Joe Biden

Quando finirà lo scrutinio, quando voteranno i grandi elettori e quando ci sarà la successione vera e propria

(Samuel Corum/Getty Images)
(Samuel Corum/Getty Images)

Dopo la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali statunitensi, ci sono diversi passaggi formali che porteranno alla successione alla Casa Bianca: a partire dal più importante, la certificazione ufficiale del risultato elettorale, che per ora di fatto è “ufficioso” e sancito dalle proiezioni dei media americani. Ma non ci sono dubbi che il risultato finale rispecchierà quello attuale, né sembrano esserci al momento motivi di ritenere che il presidente uscente Donald Trump possa avere successo nei ricorsi che dice di voler presentare (e che secondo molti alla fine lascerà per questo cadere).

23 novembre: è l’ultima data entro la quale saranno ammessi i voti mandati per posta entro il giorno delle elezioni. È il caso dello stato di Washington, mentre altri stati continueranno ad accettarli fino a questo giovedì. Ciascuno stato non può concludere lo scrutinio prima della propria scadenza per i voti per posta.

8 dicembre: è la data entro la quale gli stati devono aver contato tutti i voti, e risolto eventuali dispute come i riconteggi. Devono insomma avere individuato un vincitore dei grandi elettori messi in palio dallo stato, che è certificato dal governatore.

14 dicembre: il giorno è individuato come il primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre, quindi cambia di anno in anno. I grandi elettori dei singoli stati, funzionari scelti dalle rappresentanze statali dei partiti che hanno la delega di votare per il candidato vincitore al collegio elettorale, si riuniscono ed esprimono il voto. I loro voti vengono inviati in diversi copie e con diversi certificati allegati, a vari uffici e funzionari tra cui la presidenza del Senato, cioè il vice presidente. Esistono vari sistemi per evitare che i grandi elettori votino un candidato presidente diverso dal vincitore, quindi è un’ipotesi quasi impossibile.

23 dicembre: i voti dei grandi elettori devono essere arrivati a Washington.

3 gennaio: si insedia il nuovo Congresso, con i deputati eletti o rieletti a novembre e i nuovi o vecchi senatori.

5 gennaio: si tengono i ballottaggi per i due seggi del Senato della Georgia, dopo che le elezioni della scorsa settimana non hanno prodotto un vincitore. È l’ultima speranza per i Democratici di ottenere la maggioranza al Senato, visto che ora hanno 48 seggi, e se raggiungessero i 50 la situazione di parità sarebbe sbloccata dalla futura vice presidente Kamala Harris.

6 gennaio: la Camera dei Rappresentanti e il Senato si riuniscono in seduta comune, presieduta dal vice presidente Mike Pence, e quattro delegati contano i voti dei 538 grandi elettori. Trasmettono il risultato a Pence, che certifica il vincitore e ascolta l’aula per eventuali obiezioni.

20 gennaio: è il giorno dell’insediamento, con la cerimonia a Washington davanti al Campidoglio, a cui teoricamente dovrebbe partecipare anche il presidente uscente: ma non è chiaro se Trump ci sarà.