Le notizie di domenica sul coronavirus

I casi accertati sono 531 in più di ieri e i morti sono 50 (ma la Lombardia non ha comunicato il dato sui morti)

(ANSA/ANDREA MEROLA)
(ANSA/ANDREA MEROLA)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 531 nuovi casi di contagio da coronavirus, secondo i dati diffusi venerdì dalla Protezione Civile, e 50 nuovi morti (al cui conteggio mancano però i morti in Lombardia, che non sono stati comunicati). In totale, quindi, il bilancio ufficiale dall’inizio dell’epidemia è di 229.858 casi accertati e 32.785 morti. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 553, 19 in meno rispetto a ieri. I tamponi totali processati a oggi sono 3.447.912, 55.824 più di ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 1.639, per un totale di 140.479.

In Lombardia sono stati registrati 285 casi di contagio, il 54 per cento del dato nazionale, ma “i flussi provenienti dalla rete ospedaliera e le anagrafi territoriali oggi non hanno segnalato decessi” dice il riepilogo ufficiale della Regione. Il bilancio lombardo continua a essere di gran lunga il peggiore d’Italia e ammonta complessivamente a 87.110 casi di contagio e 15.840 morti. Nella provincia di Milano i nuovi casi di contagio accertati sono stati 64, di cui 32 a Milano, ma la provincia con più nuovi casi è ancora Bergamo, 72. Nelle altre regioni italiane i casi sono enormemente meno, in Liguria meno di un quinto della Lombardia, in Emilia-Romagna e Piemonte un settimo, dieci regioni registrano meno di dieci casi e 3 regioni nessun caso.

– Leggi anche: Quali sono le province più colpite dal coronavirus

Leggendo i dati comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati. Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: si è scoperto infatti che questo dato comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, mentre non comprende tutti quelli che sono guariti dopo essere stati malati, ma che non avendo fatto il tampone non sono mai entrati nei numeri ufficiali dei malati.

Le altre notizie di oggi
Con la giornata di oggi terminano la prima settimana e il primo weekend dopo l’ulteriore allentamento delle misure restrittive avvenuto il 18 maggio, in seguito al quale hanno riaperto negozi, bar e ristoranti ed è tornato possibile svolgere una serie di attività ed incontrare i propri amici, oltre che i congiunti. In tutta Italia, tranne che in Lombardia e in Basilicata, da domani, lunedì 25 maggio, potranno riaprire – sempre rispettando determinate precauzioni – palestre, piscine e centri sportivi.

Oggi in una nota congiunta, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il presidente dell’ANCI (l’Associazione Nazionale Comuni Italiani) hanno annunciato che nella prossima settimana sarà pubblicato un bando per trovare circa 60mila “assistenti civici” per “collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione”. Inoltre, si è parlato dell’intenzione di alcuni sindaci di imporre di nuovo certe restrizioni o alcuni divieti per evitare assembramenti, in particolare nelle vie più affollate e vicino ai locali più frequentati. Già da ieri, intanto, i locali del centro di Brescia devono chiudere alle 21.30.

Da sabato mattina si è molto parlato anche di come da Giulio Gallera, l’assessore alla Sanità e al Welfare della Lombardia, ha spiegato in modo piuttosto confuso e sbilenco (a essere indulgenti) un dato relativo all’indice di contagio.

Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.