Quali sono le province più colpite dal coronavirus

Milano, Torino, Brescia e Bergamo hanno i numeri peggiori in assoluto, ma rapportando i casi alla popolazione emerge una situazione piuttosto diversa

Uno dei tendoni allestiti fuori dall'ospedale di Cremona. (AP Photo/Antonio Calanni/Lapresse)
Uno dei tendoni allestiti fuori dall'ospedale di Cremona. (AP Photo/Antonio Calanni/Lapresse)

Se con i suoi oltre 20mila casi accertati la provincia di Milano è stata fin qui quella più colpita in Italia dall’epidemia di coronavirus in numeri assoluti, rapportare i casi alla popolazione di ciascuna provincia offre una panoramica diversa sulla distribuzione del contagio. La provincia che ha registrato in proporzione più pazienti positivi al tampone è quella di Cremona, con l’1,766% della popolazione, seguita da Piacenza (1,55%) e Lodi (1,476%), poco distanti. Sono le uniche tre province dove le persone risultate positive al test virologico per la COVID-19 sono più di 1 su 100, insieme a Bergamo (1,144%) e Brescia (1,133%). Queste cinque province sono peraltro le prime a essere finite nelle cronache nazionali per l’alto numero di casi, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo.

La tabella mostra le province con un’incidenza di contagio registrata superiore allo 0,6% della popolazione.

L’elenco delle province ha il limite di gran parte dei dati sull’epidemia in Italia: che sono parziali, perché per molto tempo soltanto una parte dei pazienti che manifestavano sintomi è stata sottoposta a un tampone. Fin da marzo studi e analisi sottolineano che il quadro che emerge dai bollettini ufficiali della Protezione Civile non include una larga parte di casi “sommersi”, di persone mai sottoposte ai test. A seconda delle stime, nel Nord Italia i casi reali di contagio potrebbero essere da due a cinque volte di più di quelli ufficiali. L’INPS, conducendo uno studio sulla mortalità in Italia tra marzo e aprile, ha rilevato che ci sono stati circa 19mila morti in più rispetto alla media degli anni precedenti che non sono mai finiti nei bollettini.

Scendendo più in basso nell’elenco delle province per casi in rapporto alla popolazione ci sono posizioni non scontate: per esempio Aosta, dove i contagi non sono molti in numeri assoluti, ma rappresentano lo 0,936% della popolazione. Una delle spiegazioni per questo dato è che il coronavirus sia arrivato attraverso gli intensi flussi turistici in Valle d’Aosta, frequentatissima per i suoi impianti sciistici a febbraio: ipotesi che sembra trovare conferme nel dato della provincia di Trento, a sua volta popolare meta per le vacanze invernali, dove i casi sono stati finora oltre 4mila e hanno rappresentato lo 0,813% della popolazione, dato superiore a molte province lombarde.

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Le province di Reggio Emilia, Pavia, Alessandria, Asti e Mantova seguono nell’elenco per la loro prossimità geografica alle zone da cui presumibilmente è cominciata l’epidemia in Italia. Lo stesso vale per la maggior parte delle altre province in Italia con una percentuale di contagi superiore allo 0,6%: su 27 totali, 11 sono lombarde, cioè tutte tranne quella di Varese, dove la percentuale di contagi accertati sulla popolazione è dello 0,384%. Nessuna provincia veneta supera lo 0,6%, nonostante peraltro l’estesa operazione di tamponi sulla popolazione, che ha rilevato con ogni probabilità una percentuale più alta dei veri contagi rispetto al resto del Nord Italia. La provincia di Belluno, che ha la maggiore incidenza sulla popolazione, ha registrato lo 0,568%.

Pesaro e Urbino è la presenza più sorprendente in questa classifica, con i suoi quasi 3mila casi confermati che rappresentano lo 0,76%. Ad oggi non ci sono spiegazioni definitive su cosa sia successo nella provincia più settentrionale delle Marche: il picco di contagi è stato attribuito alle intense attività industriali dell’area, che la mettono in costante contatto con il Nord Italia, e anche alla Coppa Italia di basket, che si è tenuta a metà febbraio a Pesaro con oltre 30mila spettatori, e tifosi da Brescia, Cremona e Bologna.

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La Liguria compare invece nell’elenco con due province, Genova e Imperia: il numero di contagi rapportati alla popolazione è assai superiore di quello delle province venete e del Friuli Venezia Giulia. I collegamenti con Alessandria e Asti sembrano spiegare i dati di Genova, da cui probabilmente il contagio è passato alla provincia di Imperia, dove i casi sono in proporzione molti di più della confinante provincia di Cuneo, dove hanno interessato lo 0,462% della popolazione.

La provincia italiana con la minor incidenza del coronavirus sulla popolazione è stata invece finora quella del Sud Sardegna, che comprende la parte meridionale dell’isola con l’eccezione dell’area metropolitana di Cagliari, dove i casi accertati sono stati 97 su una popolazione di circa 350mila abitanti, pari allo 0,028%. Le province di Nuoro e Oristano, così come quelle siciliane di Agrigento, Trapani e Ragusa, hanno registrato tassi di incidenza del contagio di poco superiori. In numeri assoluti, la provincia che ha registrato meno tamponi positivi di tutte è quella di Isernia, in Molise, con 57, pari allo 0,068% della popolazione.