Cosa diavolo è la “coalizione Ursula”

È l'ipotesi di alleanza tra PD, M5S e Forza Italia di cui parlano i giornali, e oggi apparentemente l'unica vera alternativa alle elezioni subito

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Domenica, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ha definito «folle» l’ipotesi di andare a votare il prima possibile, come chiesto dalla Lega, e ha auspicato la formazione di un «governo istituzionale» che possa condurre il paese alle prossime elezioni permettendo l’approvazione nei tempi giusti della legge di bilancio, ed evitando quindi l’aumento automatico dell’IVA.

L’intervista di Renzi è stata in qualche modo sorprendente, visto che ha di fatto sconfessato le sue posizioni degli ultimi mesi: Renzi era stato il dirigente del PD più ostile all’ipotesi di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, sia nella fase immediatamente successiva alle elezioni politiche del 2018 sia nei mesi che sono seguiti. Anche se non ha più ruoli formali all’interno del partito, Renzi è ancora molto influente: l’attuale delegazione parlamentare del PD è frutto di liste elettorali composte quando era il segretario del PD, e non riflette quindi i nuovi equilibri interni al partito successivi al congresso che ha portato all’elezione a segretario di Nicola Zingaretti.

Anche per questo motivo – oltre che per la grande incertezza di questa fase politica – l’intervista di Renzi ha riacceso le discussioni intorno a quella che i giornali hanno chiamato “coalizione Ursula”: un’ipotesi di alleanza parlamentare tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Forza Italia – in che forme è tutto da vedere – per permettere la formazione di un nuovo governo dopo l’attuale presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà sfiduciato.

Il nome “coalizione Ursula”, come molti altri nella storia della politica italiana, è nato ed esiste di fatto solo sui giornali: si deve al fatto che PD, M5S e Forza Italia sono i partiti che al Parlamento europeo hanno votato a favore della nomina di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione. A leggere i giornalisti che si occupano di politica e i loro “retroscena”, i partiti in questione avrebbero varie ragioni per prendere in considerazione questa ipotesi: sia Forza Italia che il Movimento 5 Stelle andrebbero incontro a un grosso ridimensionamento, se si dovesse votare presto, e una buona parte dei parlamentari del M5S – compresi quasi tutti i suoi principali dirigenti – forse non potrebbe nemmeno ricandidarsi, per via della regola dei due mandati.

Per adesso questa ipotesi di alleanza sembra esistere solo nel suo nome: oltre all’intervista di Renzi e a vaghe aperture di esponenti del Movimento 5 Stelle non sembra esserci molto di più. I giornali che ne hanno parlato hanno tuttavia fatto molte ipotesi su cosa potrebbe portare a termine un governo sostenuto dalla “coalizione Ursula”, a cominciare dall’approvazione di una legge di bilancio che permetta di evitare l’aumento automatico dell’IVA ma arrivando anche a parlare di una possibile riforma elettorale per indebolire la Lega.

All’attuale crisi politica – che sarà formalizzata se e quando il Parlamento voterà la sfiducia al governo Conte – si è arrivati infatti per decisione della Lega di Matteo Salvini, che dopo settimane di litigi con i suoi alleati del Movimento 5 Stelle ha dichiarato di fatto finita l’alleanza tra i due partiti. Dopo aver annunciato l’intenzione di togliere la fiducia al governo, tuttavia, Salvini ha parlato della necessità di tornare subito al voto per rinnovare il Parlamento: un passaggio però tutt’altro che necessario o automatico. L’attuale legislatura, infatti, potrebbe tranquillamente andare avanti fino alla sua scadenza naturale se il Parlamento fosse in grado di sostenere un governo diverso da quello attuale, anche con una maggioranza diversa. D’altra parte, anche il governo Conte è nato da un’alleanza parlamentare che non era stata sottoposta al voto degli elettori: in Italia infatti il governo non viene eletto dal popolo bensì dal Parlamento.

La richiesta di Salvini è probabilmente legata alla sua grande popolarità in questo momento e al fatto che la Lega – che alle ultime elezioni politiche aveva ricevuto circa il 17 per cento – oggi è data dai sondaggi ben oltre il 35 per cento dei voti. Se si votasse ora, quindi, la Lega potrebbe diventare di gran lunga il più grande partito in Italia e potrebbe essere in grado di governare alleandosi solo con altri partiti di centrodestra.

Per queste ragioni, scrivono i giornali, Forza Italia, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle potrebbero allearsi e sostenere un nuovo governo, che resti in carica per alcuni mesi, approvi alcune riforme e poi conduca il paese alle prossime elezioni. Renzi, nella sua intervista, ha parlato dell’approvazione della riforma sul numero dei parlamentari, ma i giornali hanno raccontato anche l’ipotesi che venga approvata una nuova legge elettorale proporzionale, che eliminando i premi di maggioranza renda più difficile la vita alla Lega anche in caso di una larga vittoria. (Se la riforma del numero dei parlamentari venisse approvata, una nuova legge elettorale di qualche tipo andrebbe comunque approvata, almeno per adeguare quella vecchia ai nuovi numeri del parlamento).

A sostenere l’ipotesi della “coalizione Ursula”, oltre a queste considerazioni e all’intervista di Renzi, c’è anche il fatto che votare a ottobre rischierebbe di creare grossi problemi per l’approvazione della legge finanziaria, che il Parlamento deve votare entro il 31 dicembre e senza la quale si rischiano l’esercizio provvisorio e un aumento automatico dell’IVA. Dall’altra parte, però, una strada del genere comporterebbe altri rischi, per questi partiti: innanzitutto intestarsi una legge di bilancio che si prevede essere molto dolorosa, e che con ogni probabilità conterrà tagli e aumenti delle tasse proprio allo scopo di evitare l’aumento automatico dell’IVA; e poi perché si finirebbe per lasciare all’opposizione quasi da solo quello che oggi è il più grande e votato partito italiano.

Ufficialmente il Partito Democratico ha detto di non essere disposto a sostenere altri governi. Il segretario Nicola Zingaretti, sul suo blog sull’Huffington Postha scritto domenica di essere contrario ad alleanze con il Movimento 5 Stelle e di preferire le elezioni, per evitare di rafforzare ulteriormente il consenso per la Lega. A oggi però l’unica possibilità reale per il Partito Democratico di governare dopo le elezioni passerebbe comunque attraverso un’alleanza con il Movimento 5 Stelle. Ad aumentare la confusione generale, i giornali oggi parlano anche di una possibile scissione nel Partito Democratico, tra la sua componente legata a Renzi – che di fatto è in maggioranza nei gruppi parlamentari – e quella legata al nuovo segretario Zingaretti, che controlla invece le strutture del partito. Repubblica oggi sostiene che Renzi potrebbe formare nuovi gruppi parlamentari con i suoi sostenitori alla Camera e al Senato: i nuovi gruppi dovrebbero chiamarsi “Azione civile” e potrebbero essere il primo passo per la formazione di un nuovo partito.