I nuovi dati sul consumo di droga in Europa

Secondo una relazione di un'agenzia europea, l'Italia è il terzo paese europeo per uso di cannabis e il quarto per uso di cocaina

Parte di 640 chilogrammi di cocaina sequestrati dalla polizia di Monaco di Baviera, in Germania, il 16 maggio 2018 (Peter Kneffel/picture-alliance/dpa/AP Images)
Parte di 640 chilogrammi di cocaina sequestrati dalla polizia di Monaco di Baviera, in Germania, il 16 maggio 2018 (Peter Kneffel/picture-alliance/dpa/AP Images)

L’Italia è il terzo paese dell’Unione Europea per uso di cannabis e il quarto per uso di cocaina: è uno dei dati contenuti nella Relazione europea sulla droga 2018 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA), pubblicata il 7 giugno. I dati raccolti si riferiscono al 2016 o comunque all’ultimo anno per cui sono disponibili. La relazione è molto lunga e dettagliata, con alcuni limiti dovuti alle differenze di raccolta dati tra i diversi paesi dell’UE e alla generale difficoltà di fare stime e trarre conclusioni su questo argomento, ma contiene comunque molte informazioni interessanti: abbiamo riassunto alcuni dati della relazione, evidenziando in particolare quelli che riguardano l’Italia.

Le stime sul consumo di droghe nei paesi dell’Unione Europea
La droga più diffusa nei paesi dell’Unione Europea è la cannabis: si stima che nel 2016 sia stata consumata da 24 milioni di persone con età compresa tra i 15 e i 64 anni, di cui 17,2 milioni con età compresa tra i 15 e i 34 anni. Quasi 88 milioni di cittadini europei hanno fatto uso di questa sostanza almeno una volta nella vita: più di un quinto dell’intera popolazione dell’UE. L’Italia è il terzo paese dove si consuma di più: si stima che il 33,1 per cento della popolazione l’abbia usata almeno una volta nel corso della vita, una percentuale inferiore solo a Francia (41,4 per cento) e Danimarca (38,4).

Se si considera la sola fascia d’età dai 15 ai 34 anni, l’Italia è il secondo paese per uso di cannabis: si stima che il 20,7 per cento degli adulti più giovani ne abbia fatto uso nei 12 mesi precedenti all’ultima indagine condotta in merito, nel 2017, contro il 21,5 della Francia. Dal 2011 a oggi il consumo di cannabis tra i giovani è aumentato: allora si stimava che il 15,4 per cento ne facesse uso. Parlando di cannabis è comunque particolarmente importante distinguere i consumatori quotidiani o quasi quotidiani da quelli occasionali: si stima che solo l’1 per cento degli adulti europei appartenga alla prima categoria e che il 37 per cento di loro abbia un’età compresa tra i 35 e i 64 anni; tre quarti sono di genere maschile.

La seconda droga più consumata è la cocaina, che nel 2016 è stata usata da 3,5 milioni di persone nei paesi dell’Unione Europea, di cui 2,3 con età compresa tra i 15 e i 34 anni. In Italia il consumo maggiore si ha tra le persone con età compresa tra i 25 e i 34 anni (il 2,5 per cento della popolazione in questa fascia d’età ne ha fatto uso) e tra i 35 e i 44 anni (2 per cento). L’Italia è il quarto paese per uso di cocaina tra quelli dell’Unione Europea, con il 6,8 per cento delle persone con età compresa tra i 15 e i 34 anni che ne ha fatto uso almeno una volta nella vita: è preceduta da Regno Unito (9,7 per cento), Spagna (9,1) e Irlanda (7,8 per cento). In Italia sembra che l’uso della cocaina sia stabile, come nel complesso dell’Unione Europea, a parte qualche stato dove è in aumento.

Un dato interessante riguarda Milano, città che partecipa a un programma europeo di analisi delle acque di scolo per la rilevazione di sostanze stupefacenti: tra il 2015 e il 2017 c’è stato un aumento della presenza di cocaina nelle acque della città; non sono state trovate tracce di amfetamine mentre quelle di MDMA e di metamfetamine sono più o meno stabili e non molto alte dal 2012. Le tracce di sostanze sono sempre più alte nei fine settimana.

(“Relazione europea sulla droga” 2018 dell’EMCDDA)

Per quanto riguarda le droghe di diffusione più recente, quelle di cui si sa ancora poco, non ci sono molti dati, soprattutto perché sono ancora poche le persone che sono state in cura per averne assunte e non c’è modo di sapere quanto siano effettivamente diffuse con i metodi d’indagine attuali. Si sa però che nel 2017 sono state individuate per la prima volta 51 nuove diverse sostanze psicoattive: sono tante, ma meno di quante ne siano state individuate in ciascuno dei precedenti cinque anni. Sia nel 2014 che nel 2015 erano state cento. Non sapendo quante persone facciano uso di queste sostanze, spesso acquistate attraverso internet, è però difficile capire di che rischio si sta parlando.

Le novità sulla produzione e il commercio delle droghe
Negli ultimi anni la produzione di cocaina nei paesi dell’America Latina è aumentata, secondo l’analisi dell’EMCDDA con effetti sul mercato europeo: anche se i prezzi della cocaina sono rimasti stabili, il grado di purezza della sostanza sequestrata dalle forze dell’ordine non era così alto da circa dieci anni. È anche cambiata la via che segue la cocaina per raggiungere il mercato europeo: storicamente arrivava in Europa dalla Spagna e dal Portogallo, mentre ora arriva sempre più spesso in porti più settentrionali, all’interno di grandi container. Nel 2016 il Belgio ha superato la Spagna come paese con il maggior quantitativo di cocaina sequestrato.

Anversa e la cocaina

Per quanto riguarda il mercato della cannabis, è aumentata la produzione europea, che ha in parte sostituito l’importazione da paesi che non fanno parte dell’UE. Come conseguenza, sembra che sia aumentata la produzione di hashish fuori dall’Europa, che continua invece ad essere importato nella UE. Per quanto riguarda l’MDMA, l’Europa è un grosso produttore ed esportatore. Infine, a proposito dell’eroina, si pensa che in diversi paesi si sia diffusa la pratica di convertire la morfina in eroina, dato che le forze dell’ordine hanno trovato e smantellato vari laboratori attrezzati per realizzare il processo: è probabile che questo succeda perché in Europa l’anidride acetica, una sostanza necessaria al procedimento, è più economica che nei paesi da cui l’eroina viene esportata.

Qualcosa sugli oppiacei
Negli ultimi anni negli Stati Uniti si è sviluppato un grosso problema legato al consumo di droghe: la cosiddetta crisi dei farmaci oppiacei (fanno parte della stessa famiglia dell’eroina), che per due anni consecutivi ha fatto diminuire l’aspettativa di vita dei cittadini americani. Le ragioni per cui negli Stati Uniti si è molto diffuso l’abuso di queste sostanze – che sono in molti casi legali – sono in parte legate alla struttura del sistema sanitario americano, molto diverso da quelli europei, e quindi al momento non c’è un fenomeno comparabile in Europa. L’oppiaceo illegale consumato di più nell’Unione Europea è sempre l’eroina, anche se la relazione dell’EMCDDA dice che «varie fonti suggeriscono un abuso crescente di oppiacei sintetici legali», cioè il metadone, la buprenorfina e il fentanil soprattutto, ma anche la codeina, la morfina, il tramadolo e l’ossicodone

La maggior parte dei nuovi oppiacei monitorati dall’EMCDDA sono i derivati del fentanil, dato che si tratta di sostanze particolarmente potenti: come spiega la relazione, «quantità minime sono in grado di causare avvelenamenti potenzialmente mortali da depressione respiratoria rapida e grave». Per questo sono sostanze pericolose per chi li acquista pensando di comprare eroina o medicinali antidolorifici. Inoltre sembra che siano sostanze per cui è facile sviluppare abuso e dipendenza.

In un’intervista a SkyTg24 Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento Dipendenze della ASL di Milano, ha commentato i dati della relazione dell’EMCDDA dicendo che bisognerebbe fare più indagini sulle nuove sostanze e in particolare sugli oppiacei, oltre che pensare a nuove strategie di contrasto all’uso delle droghe che tengano conto delle nuove forme di utilizzo, e dei problemi legati all’insorgenza di malattie psichiatriche tra chi ne fa uso (compresi i consumatori quotidiani di cannabis).