Come ogni anno, a novembre sono finiti quasi tutti i principali appuntamenti sportivi internazionali. Restano i campionati nazionali di diversi sport, che continueranno fino a primavera, e l’ultimo vero appuntamento dell’anno sarà la Coppa del mondo FIFA per club, che si gioca in Giappone dall’8 al 18 dicembre. L’anno delle Olimpiadi di Rio de Janeiro e dei primi Campionati europei di calcio aperti a 24 nazionali è quindi giunto alla sua conclusione, così come la carriera di alcuni grandi sportivi degli ultimi due decenni. Come sempre però ce ne sono di nuovi, e altri che promettono molte cose buone e che quest’anno hanno iniziato a vincere e a prendere il posto lasciato dai più anziani.
Tennis
La notizia più importante della stagione è che Andy Murray, 29enne scozzese fra i più forti della sua generazione, il 5 novembre è diventato per la prima volta nella sua carriera il numero uno del ranking mondiale, dopo 72 settimane passate in seconda posizione. Ha superato il serbo Novak Djokovic, che occupava la prima posizione da 122 settimane, cioè più di due anni. Murray ha ottenuto la prima posizione qualificandosi alla finale del torneo di Parigi-Bercy grazie al ritiro per infortunio del canadese Milos Raonic. Ha poi giocato la finale del torneo contro John Isner, vincendola.
Lo scorso agosto, dopo aver battuto in finale l’argentino Juan Martin Del Potro, Murray era diventato l’unico tennista nella storia delle Olimpiadi a vincere due ori nel torneo singolare olimpico, avendo vinto anche le Olimpiadi Londra del 2012.
Pochi giorni dopo il successo di Murray, anche il ranking femminile ha subìto un importante cambiamento: nel corso degli US Open, dopo 186 settimane in testa al ranking, Serena Williams è stata superata al primo posto dalla tedesca Angelique Kerber. Williams ha compiuto 35 anni a fine settembre e negli ultimi mesi ha spesso avuto problemi fisici di vario tipo. È ancora presto per dire che Williams non sia più la più forte – come ha scritto il New York Times: «Quando è al meglio, Williams può ancora essere irresistibile, come ha dimostrato vincendo a luglio a Wimbledon» – ma molti esperti di tennis stanno iniziando a chiedersi per quanto continuerà a esserlo. Il fatto è anche che Williams ha abituato tutti molto bene: vincere Wimbledon non è affatto cosa da poco, ma come ha detto il suo allenatore Patrick Mouratoglou: «Questo non è stato un buon anno. Ha vinto solo uno Slam. Per Serena non è di certo abbastanza».
Per quanto riguarda i tornei del Grande Slam, in ordine cronologico da inizio anno a oggi, gli Australian Open maschili sono stati vinti dal serbo Novak Djokovic mentre quelli femminili da Angelique Kerber. Negli Open di Francia di giugno Djokovic ha vinto nuovamente il maschile mentre il torneo femminile è stato vinto dalla tennista spagnola Garbiñe Muguruza, che ha 22 anni, ha origini venezuelane ed è una delle più grandi promesse del tennis femminile. Il Roland Garros è stata la sua prima vittoria nel Grande Slam, prima di allora aveva giocato solo una finale di questo tipo, quella di Wimbledon persa proprio contro Serena Williams, poi battuta al Roland Garros.
A luglio è arrivata la vittoria di Andy Murray a Wimbledon. Per Murray, che in finale ha sconfitto il canadese Milos Raonic, è stata la seconda vittoria nel torneo maschile inglese dopo quella del 2013. Il torneo femminile è stato vinto per la settima volta in carriera da Serena Williams, che in finale ha sconfitto Kerber e si è aggiudicata il suo 22esimo Slam. A inizio settembre invece, il tennista svizzero Stan Wawrinka ha vinto gli US Open battendo in finale il serbo Novak Djokovic, numero uno al mondo e campione uscente. È il primo US Open vinto da Wawrinka e il suo terzo torneo dello Slam: Wawrinka, che ha 31 anni, aveva già vinto una volta gli Australian Open e una volta il Roland Garros. Il torneo femminile lo ha vinto Angelique Kerber, che in questo modo è diventata la numero uno al mondo.
Ciclismo
Nell’anno del primo caso accertato di “doping meccanico” nel ciclismo professionistico, sebbene della tecnologia in questione si parli già da diversi anni, e del ritiro (forse solo temporaneo) dalle corse dell’imprenditore russo Oleg Tinkov, proprietario di una delle squadre più note e vincenti degli ultimi anni, a ottobre il ciclista slovacco Peter Sagan ha vinto la prova in linea dei campionati mondiali di ciclismo su strada, riuscendo a difendere il titolo di campione del mondo vinto l’anno precedente. Sulle strade di Doha, in Qatar, Sagan ha battuto in volata Mark Cavendish, Tom Boonen e Michael Matthews.
Sagan ha confermato di essere uno dei corridori più forti nella storia del ciclismo: non si può paragonare a nessun altro in attività, e nemmeno a qualcuno del passato, perché ha caratteristiche che nessun altro ciclista ha mai avuto. È un passista con caratteristiche di un velocista, cioè in grado di tenere un andamento elevato per tutta una gara, ma anche di compiere grandi scatti negli ultimi chilometri. I suoi valori nei test eguagliano sia quelli dei migliori velocisti, come Mark Cavendish, battuto in volata a Doha, sia quelli degli specialisti delle cronometro e delle corse di un giorno. La prova a cronometro dei campionati mondiali, invece, è stata vinta da Tony Martin, ciclista tedesco che corre con la Etixx-Quick Step.
La prima grande corsa a tappe del 2016, la 99ma edizione del Giro d’Italia, è stata vinta da Vincenzo Nibali, dopo che nella 19esima e nella 20esima tappa aveva ribaltato una corsa che sembrava già chiusa e decisa: due giorni che nel ciclismo italiano verranno ricordati a lungo. È il secondo Giro che Nibali vince in carriera, dopo quello del 2013. La maglia rossa invece, quella data al corridore che ha ottenuto più punti, è stata vinta da Giacomo Nizzolo della Trek-Segafredo; quella blu, per il ciclista con più punti nei Gran Premi della Montagna, l’ha vinta Mikel Nieve del Team Sky; quella bianca, che va al corridore con meno di 26 anni con la miglior posizione in classifica, è andata a Bob Jungels della Etixx-Quick Step.
A luglio il 31enne ciclista britannico Chris Froome ha vinto il Tour de France, la più importante corsa a tappe dell’anno. È la terza volta che Froome vince il Tour nella sua carriera, dopo quello del 2013 e quello del 2015. Froome si è quindi confermato il più forte ciclista degli ultimi anni e da alcune stagioni si concentra soprattutto sul Tour de France, perciò non lo si vede molto in altre gare. La maglia verde, quella che viene assegnata al vincitore della classifica a punti (che si calcolano con i piazzamenti), è andata a Peter Sagan. Il polacco Rafal Majka invece ha vinto la maglia a pois, il riconoscimento che va al miglior scalatore, e il britannico Adam Yates ha vinto la maglia bianca, quella destinata al miglior corridore con meno di 25 anni.
L’ultima grande corsa in calendario, la Vuelta a España, è stata vinta dal ciclista colombiano Nairo Quintana, già vincitore del Giro d’Italia nel 2014. Le cinque “classiche monumento” invece, le più antiche e prestigiose corse di un giorno nel calendario del ciclismo internazionale, si sono disputate a marzo, aprile e ottobre. L’edizione numero 107 della Milano-Sanremo, la prima in ordine cronologico, si è corsa su un percorso di 291 chilometri ed è stata vinta in volata dal francese Arnaud Démare. Dietro a Démare, che corre per la squadra francese FDJ, sono arrivati il britannico Ben Swift e il belga Jürgen Roelandts. Ad aprile, la 100ma edizione del Giro delle Fiandre è stata vinta dal campione del mondo Peter Sagan. Sempre ad aprile, la Parigi-Roubaix è stata vinta dall’australiano Matthew Hayman; la Liegi-Bastogne-Liegi l’ha vinta l’olandese Wout Poels.
Rugby
I due più importanti tornei di rugby a 15 che si sono giocati nel 2016 sono stati il Sei Nazioni e il Rugby Championship. A marzo l’Inghilterra è riuscita a vincere con una giornata d’anticipo il Sei Nazioni, che non vinceva dal 2011, per giunta facendo anche il Grande Slam, cioè vincendo tutte le partite (il contrario del whitewash, che si verifica quando una squadra le perde tutte). Solo pochi mesi prima l’Inghilterra era messa piuttosto male: era stata eliminata dalla Coppa del Mondo che giocava in casa già nella fase a gironi, perdendo tra l’altro contro gli storici rivali del Galles. Dopo la deludente Coppa del Mondo, l’Inghilterra ha assunto come nuovo allenatore l’australiano Eddie Jones, il primo allenatore non inglese della nazionale inglese. Jones è riuscito a rimettere a posto la squadra, tanto che ora è considerata la seconda più forte al mondo dopo la Nuova Zelanda e quest’anno non ha perso nemmeno un test match.
Per l’Italia è stato un pessimo Sei Nazioni. Ha perso tutte e cinque le partite, sempre in malo modo, a eccezione della prima contro la Francia che aveva ingannato un po’ tutti. È stato l’ultimo Sei Nazioni dell’allenatore Jacques Brunel, che in estate è stato sostituito da Conor O’Shea, allenatore irlandese da cui ci si aspetta molto di più.
Il Rugby Championship è una competizione simile al Sei Nazioni che si gioca nell’emisfero sud e a cui partecipano Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Argentina. Quest’anno è stata vinta per la 14ma volta dalla Nuova Zelanda: una delle squadre più forti che il rugby abbia mai visto. Un mese fa la squadra allenata da Steve Hansen ha battuto 37 a 10 l’Australia, ottenendo così la sua 18ma vittoria consecutiva, cosa che nessun’altra squadra era riuscita a fare prima. Al momento gli All Blacks sono i campioni del mondo in carica, hanno vinto la Championship e dal 2003 sono i detentori della Bledisloe Cup, una competizione a cui partecipano solo Nuova Zelanda e Australia e che viene assegnata alla squadra che vince più scontri diretti nel corso di una stagione. È da anni quindi che gli All Blacks sono praticamente imbattibili, nonostante abbiano cambiato alcuni giocatori e abbiano perso il loro membro più rappresentativo, il capitano Richie McCaw.
Calcio
Il riassunto della passata stagione calcistica europea lo trovate qua.
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Formula 1
Il pilota tedesco della Mercedes Nico Rosberg ha vinto il Mondiale di Formula 1 dopo essere arrivato secondo nel Gran Premio di Abu Dhabi – l’ultimo della stagione – vinto dal suo compagno di squadra Lewis Hamilton. A Rosberg, per vincere, bastava concludere la gara nelle prime tre posizioni, perché Hamilton, campione in carica, aveva dodici punti in meno nella classifica generale. Per Rosberg, che ha 31 anni e corre in Formula 1 dal 2006, è stato il primo titolo mondiale vinto in carriera, dopo i due secondi posti ottenuti nel 2014 e nel 2015, e sarà anche l’ultimo: appena cinque giorni dopo la vittoria ha annunciato il ritiro dalle corse, sorprendendo un po’ tutti. Con il Mondiale vinto quest’anno, Rosberg aveva eguagliato il numero di titoli ottenuti in carriera dal padre Keke, che vinse il Mondiale nel 1982 alla guida di una Williams-Ford Cosworth.
È da tre edizioni del Mondiale di Formula 1 – dopo anni di dominio della Red Bull e del pilota tedesco Sebastian Vettel – che la Mercedes stravince. Nelle ultime tre stagioni ha vinto tutti i titoli in palio: il Campionato costruttori – quello vinto dalla squadra che ottiene più punti sommando quelli di entrambi i suoi piloti – e il Campionato piloti, vinto da Hamilton nel 2014 e nel 2015, e da Rosberg quest’anno. Secondo la maggior parte degli osservatori, le ragioni di questa serie di successi sono i profondi cambiamenti regolamentari introdotti nel 2014, che Mercedes meglio di qualsiasi altra squadra ha saputo interpretare già in fase di progettazione e poi di sviluppo della macchina: nel 2013 Mercedes veniva da tre anni di risultati sostanzialmente deludenti e, fin dalle prime gare, scelse di investire gran parte delle risorse dell’azienda nella progettazione della macchina per il 2014.
Con il Gran Premio di Abu Dhabi, Jenson Button e Felipe Massa, due fra i più esperti piloti di Formula 1 ancora in attività, hanno concluso la propria carriera. Button si è dovuto ritirare dopo solo dodici giri per un guasto alla sua monoposto mentre Massa ha concluso la gara al nono posto.
Motomondiale
Il pilota spagnolo della Honda Marc Marquez ha vinto il Motomondiale domenica 16 ottobre, dopo essere arrivato primo nel Gran Premio del Giappone. Marquez ha vinto con tre gare di anticipo: in Giappone, gli unici altri due piloti che potevano, almeno in teoria, contendergli il primo posto, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo della Yamaha, sono caduti. Con il Mondiale di quest’anno, è la terza volta che Marquez diventa campione del mondo della MotoGP, dopo i titoli vinti nel 2013 e nel 2014. In carriera, oltre ai titoli della MotoGP, Marquez ha vinto anche i titoli della classe 125 nel 2010 e quello della Moto2 nel 2012.
Quest’anno Marquez ha gestito senza troppe difficoltà la prima posizione nella classifica generale praticamente fin dall’inizio del Motomondiale, senza che Valentino Rossi e Jorge Lorenzo riuscissero mai veramente a impensierirlo. Nelle altre due classi del Motomondiale, il francese Johann Zarco, pilota della Kalex, ha vinto il titolo della Moto2 mentre il sudafricano della KTM Brad Binder ha vinto la Moto3.
Altri sport
La 41ª Ryder Cup si è tenuta dal 30 settembre al 2 ottobre in Minnesota, negli Stati Uniti. È il più importante torneo di golf al mondo: si tiene ogni due anni, non mette in palio alcun premio in denaro e prevede la partecipazione soltanto di due squadre, una a rappresentare gli Stati Uniti e una l’Europa. La squadra statunitense, che non vinceva la coppa dal 2008, quest’anno è tornata alla vittoria battendo l’Europa 17 a 11.
La World League di pallavolo maschile si è tenuta tra giugno e luglio ed è stata vinta per la prima volta dalla nazionale serba, che in finale ha sconfitto il Brasile. Al terzo posto si è classificata la Francia, che nella finale per il terzo e quarto posto ha battuto l’Italia. Il World Grand Prix invece, l’equivalente femminile della World League, è stato vinto dal Brasile. Gli Stati Uniti si sono classificati al secondo posto mentre i Paesi Bassi al terzo.
Per lo sport nordamericano è stata una stagione memorabile. I Chicago Cubs hanno vinto le World Series, la finale del campionato di baseball americano, battendo i Cleveland Indians nell’ultima decisiva partita della serie di sette: è stata una vittoria storica, che ha messo fine a 108 anni di “digiuno” e conseguenti prese in giro, ed è arrivata dopo una stagione regolare dominata e una bellissima rimonta contro Cleveland, che era andata in vantaggio 3 a 1 nella serie al meglio delle sette partite, sfiorando a sua volta una vittoria che mancava da tantissimo.
L’arrivo dei Cubs alle World Series era già diventato l’avvenimento sportivo più rilevante dell’ anno, e la possibilità che una squadra di una città orgogliosa come Chicago, che non vinceva le World Series da più di un secolo, potesse finalmente interrompere questo “digiuno”, come era noto nella storia del baseball americano, eccitava non solo i tifosi ma anche chi segue il baseball da tutto il mondo. I Cubs erano andati molto forte per tutta la stagione regolare, in cui hanno ottenuto il più alto numero di vittorie, e avevano iniziato i playoff da grandi favoriti.
Cleveland ha così perso l’occasione di rendere indimenticabile una stagione che aveva portato il primo titolo NBA in città. A giugno infatti i Cavaliers hanno vinto il titolo NBA battendo per 93 a 89 i Golden State Warriors nella gara 7 delle finali dei playoff. È stata una partita bellissima e combattuta fino all’ultimo: LeBron James, il più forte giocatore dei Cavaliers e uno dei più forti della storia del basket, ha segnato 27 punti, ed è stato eletto MVP delle finali, cioè il giocatore più utile per la sua squadra. Il giocatore più forte dei Warriors, Steph Curry, ha giocato sotto le aspettative, segnando solo 17 punti e non riuscendo a essere determinante come era stato per la maggior parte della stagione: il giocatore migliore dei Warriors in gara 7 è stato invece l’ala grande Draymond Green, che ha segnato 32 punti e ha fatto una partita pazzesca. Alla fine della partita James si è commosso, e ha pianto per diversi minuti.
A febbraio, la 50esima edizione del Super Bowl è stata vinta dai Denver Broncos, che hanno battuto i Carolina Panthers 24 a 10. Il Super Bowl è la finale della NFL, iI più importante campionato di football americano al mondo. Quest’anno la partita è stata giocata al Levi’s Stadium di Santa Clara, in California. Lo stadio era quello dei San Francisco 49ers (come nel calcio per la Champions League, anche nel football americano la finale di campionato si gioca ogni volta in uno stadio diverso). La maggior parte dei pronostici davano i Panthers vincenti, anche con un abbondante margine di punti, ma alla fine i Denver Broncos hanno vinto il Super Bowl per la terza volta nella loro storia.