Cosa sta succedendo a Ventimiglia

Circa 200 migranti sono rimasti bloccati al confine tra Italia e Francia senza poterlo superare: c'entra la sospensione degli accordi di Schengen e il G7

Un immigrato a Ventimiglia, in Liguria. (JEAN-CHRISTOPHE MAGNENET/AFP/Getty Images)
Un immigrato a Ventimiglia, in Liguria. (JEAN-CHRISTOPHE MAGNENET/AFP/Getty Images)

A Ventimiglia – in Liguria, sul confine tra Francia e Italia – decine di migranti sono bloccati da giorni senza poter attraversare il confine e raggiungere la Francia. Sabato circa 200 migranti sono stati costretti dalla polizia a spostarsi dal confine, dopo che avevano bloccato l’accesso alla strada esponendo cartelli con scritte come «Vogliamo solo passare» e «Dove sono i nostri diritti umani?». Per tutto il giorno gli uomini hanno rifiutato per protesta il cibo che gli era offerto dalla Croce Rossa e da alcuni residenti di Ventimiglia. Dopo lo sgombero un piccolo gruppo di migranti ha raggiunto una vicina scogliera, minacciando di gettarsi in mare. Un poliziotto italiano ha detto a un giornalista di AFP che i migranti ora saranno trasportati in un centro di accoglienza a Imperia, in Liguria, ma non è chiaro dove si trovino ora. Alla stazione di Ventimiglia ci sono ancora 50 migranti in attesa di partire per la Francia.

La situazione a Ventimiglia è stata causata dalla sospensione temporanea degli accordi di Schengen, quelli che garantiscono la libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione Europea. La sospensione è stata decisa per via del G7, che si è tenuto a Garmisch-Partenkirchen, in Germania: le autorità volevano impedire l’arrivo a Garmisch-Partenkirchen di contestatori o altri individui pericolosi. La sospensione temporanea dovrebbe terminare lunedì 15 giugno e fino ad ora ha causato situazioni problematiche anche alla stazione Centrale di Milano e alla stazione di Roma Tiburtina.

Le persone bloccate a Ventimiglia e nelle altre stazioni provengono soprattutto da Eritrea, Somalia, Costa d’Avorio e Sudan e sono dirette in Germania, Austria, Svezia e Francia, dove spesso abitano i loro parenti e dove esistono numerose comunità di loro connazionali. Molti di loro non vogliono farsi identificare in Italia, perché a quel punto potrebbero richiedere asilo politico soltanto alle autorità italiane. Le regole europee dicono che si può fare richiesta d’asilo soltanto nel paese europeo dove si fa il proprio ingresso in Europa. Per assicurarsi che questo metodo funzioni, gli stati membri sono obbligati a identificare con foto o impronte digitali tutti coloro che entrano illegalmente nei propri confini. La polizia italiana ha più volte detto di non essere in grado di prendere le impronte digitali di tutti i migranti che arrivano nel territorio nazionale.