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  • Domenica 17 marzo 2013

Ultime da Pechino

Sono finite le due settimane di assemblee e delegati in piazza Tienanmen: le foto della giornata di chiusura

Chinese soldiers dressed as ushers stand guard as a journalist, right, takes pictures of the delegates leaving the hall after a plenary session of the NPC at the Great Hall of the People in Beijing Saturday, March 16, 2013. China’s new leaders turned Saturday to veteran technocrats with greater international experience to staff a Cabinet charged with overhauling a slowing economy and pursuing a higher global profile without triggering opposition. (AP Photo/Andy Wong)
Chinese soldiers dressed as ushers stand guard as a journalist, right, takes pictures of the delegates leaving the hall after a plenary session of the NPC at the Great Hall of the People in Beijing Saturday, March 16, 2013. China’s new leaders turned Saturday to veteran technocrats with greater international experience to staff a Cabinet charged with overhauling a slowing economy and pursuing a higher global profile without triggering opposition. (AP Photo/Andy Wong)

Si sono chiusi oggi – domenica 17 marzo – i lavori dell’Assemblea nazionale del popolo che venerdì 15 marzo ha confermato Li Keqiang come primo ministro e che il giorno prima aveva confermato Xi Jinping come presidente della Repubblica Popolare Cinese (RPC). Dalla prima settimana di marzo, infatti, si erano riunite a Pechino, nella Grande Sala del Popolo di Piazza Tienanmen, due dei più importanti organi politici cinesi: la Conferenza politica consultiva del popolo cinese e l’Assemblea nazionale del popolo.

Con la chiusura di quest’ultima sessione è stata quindi compiuta un’altra tappa del ricambio generazionale ai vertici del partito e dello Stato, iniziato con il congresso del novembre 2012. Nell’ultima sessione, conclusa con i discorsi del nuovo presidente e del nuovo primo ministro, hanno partecipato circa tremila delegati: su indicazione del Partito Comunista Cinese sono state elette anche altre cariche dello stato ed è stato presentato un piano di riforma del governo che prevede la scomparsa di diversi ministeri e la razionalizzazione di molti altri enti statali.