L’ILVA ha 5 giorni per spegnere

Lo hanno ordinato i magistrati di Taranto: se l'azienda non provvederà, i custodi giudiziari sono autorizzati a utilizzare tecnici esterni

La procura di Taranto ha dato cinque giorni di tempo ai custodi giudiziari dell’ILVA per spegnere gli impianti sotto sequestro. Se l’ILVA dovesse rifiutare di spegnere gli impianti, i custodi sono autorizzati a servirsi di tecnici esterni. Lo spegnimento dovrà riguardare alcune batterie della cokeria (il luogo dove tramite una lunga “cottura” dal carbone si ottiene il coke) e gli altoforni numero 1 e 5, che sono la parte fondamentale di un’acciaieria.

(Che cos’è l’ILVA di Taranto)

Il ministro dell’ambiente Corrado Clini ha dichiarato che «procedere allo spegnimento in cinque giorni è impossibile perchè si tratta di un impianto molto complesso». Il ministro ha aggiunto che entro la prossima settimana sarà pronta l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA), l’autorizzazione rilasciata dal ministero dell’Ambiente in cui sono elencati gli standard ambientali che l’azienda dovrà rispettare.

La nuova AIA dovrebbe permettere all’ILVA di continuare a produrre, almeno in attesa della bonifica degli impianti. L’ultima parola, però, spetta comunque ai magistrati. L’AIA sarà valutata dalla procura di Taranto che potrebbe decidere di ritirare l’ordine di sequestro e spegnimento, a meno che non ritenga i criteri ambientali richiesti all’ILVA dal ministero non soddisfacenti per garantire la sicurezza ambientale.

Ci sono due problemi che complicano lo spegnimento degli impianti. Il primo è che in caso di spegnimento degli impianti sotto sequestro più o meno l’intero stabilimento dovrà chiudere. Questo significherà che la famiglia Riva, cioè i proprietari, non avranno più entrate, quindi non potranno né pagare gli operai né procedere alla bonifica dello stabilimento.

Il secondo è che, se anche il sequestro fosse breve, spegnere un altoforno significa probabilmente causare gravi danni all’impianto. Gli altoforni sono strutture abbastanza complesse e di grandi dimensioni (a Taranto alcuni hanno un diametro di 12 metri e un’altezza di 40) hanno una vita media di una quindicina d’anni e devono costantemente essere tenuti in funzione. Se lo spegnimento non ne causasse la rottura, sarebbero comunque necessari circa 15 mesi per rimetterli in funzione.