Perché Penati è indagato

L'ex presidente della provincia di Milano è sotto indagine per concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti

©Alessandro Ummarino/ Lapresse
13/3/2009 Milano, Italia
varie
fiera del mercato equo solidale "fa la cosa giusta" in fiera Milano city
nella foto: Filippo Penati alla conferenza stampa sul mondo eco solidale
©Alessandro Ummarino/ Lapresse 13/3/2009 Milano, Italia varie fiera del mercato equo solidale "fa la cosa giusta" in fiera Milano city nella foto: Filippo Penati alla conferenza stampa sul mondo eco solidale

Aggioramento. Filippo Penati si è sospeso “dall’esercizio e dalle prerogative di vicepresidente” del Consiglio regionale della Lombardia.

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La procura di Monza sta indagando Filippo Penati, sindaco di Sesto San Giovanni dal 1994 al 2002, presidente della provincia di Milano dal 2004 al 2009, già coordinatore della segreteria di Pier Luigi Bersani al Partito Democratico e oggi consigliere regionale in Lombardia. Le ipotesi di reato sono tre: concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti. E fanno riferimento a un’area del comune di Sesto San Giovanni definita “area Falck” o “area ex Falck” dal nome delle acciaierie che una volta vi avevano sede.

L’area Falck
Falck era la più grande acciaieria italiana e il luogo che ospitava gli stabilimenti, nel comune di Sesto San Giovanni, era “la capitale delle acciaierie italiane”, scrive oggi Sergio Bocconi sul Corriere. Parliamo soprattutto del periodo tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Poi l’industria siderurgica va in crisi, le acciaierie Falck chiudono e quell’area passa di mano in mano. Alla fine del 2000 un imprenditore di nome Giuseppe Pasini la acquista direttamente da Alberto Falck, grazie all’aiuto di diverse banche. I molti progetti di Pasini però non si concretizzano, nonostante il coinvolgimento di illustri esperti e architetti, e nel 2005 l’imprenditore vende tutto alla società Risanamento di Luigi Zunino, per 88 milioni di euro (ancora una volta forniti principalmente dalle banche).

Altro megaprogetto, affidato a Renzo Piano e presentato anche in consiglio comunale introdotto da Ermanno Olmi e da un suo filmato sulla vita delle accierie. Questa volta però il destino di Sesto viene segnato dalla fine della «bolla» degli immobiliaristi. Il «maggior investimento mai fatto in un’area dismessa» , come l’aveva definito Pasini, ancora una volta non va in porto. Zunino è travolto dai debiti e Risanamento viene salvata in extremis dalle banche che, Intesa Sanpaolo capofila, diventano poi gli azionisti della società oggi guidata da Claudio Calabi. L’area ex Falck passa alla cordata Bizzi.

Chi è Giuseppe Pasini
Il personaggio al centro di questa storia è Giuseppe Pasini, che è l’imprenditore che acquistò dai Falck l’area di cui abbiamo appena parlato ma è anche un autorevole esponente del centrodestra locale: candidato a sindaco per il centrodestra e sconfitto nel 2007, oggi è consigliere comunale di opposizione a Sesto San Giovanni. Pasini, che ha 82 anni, è il grande accusatore di Penati. A luglio del 2010 si è presentato ai pm – “di propria iniziativa e senza apparente motivo”, scrivono oggi Giuseppe Guastella e Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera – raccontando le vessazioni subite dal comune di Sesto San Giovanni diversi anni prima, quando lui era proprietario dell’area Falck e Filippo Penati era sindaco. Pasini ha raccontato di essere stato costretto a pagare delle tangenti a due fiduciari di Penati nel 2001 – e di averle pagate a vuoto, senza avere avuto in cambio quello che gli era stato promesso. Pasini ha detto di avere ricevuto da Penati una richiesta esplicita, perché desse le autorizzazioni edilizie richieste: 20 miliardi di lire di tangenti e il coinvolgimento nei lavori delle cosiddette “cooperative rosse”. Pasini dice di avere versato prima due miliardi e mezzo di lire, nella primavera del 2001, da un suo conto estero a un altro suo conto estero, per poi prelevare la somma e darli in contanti a un fiduciario di Penati. Poi dice di aver consegnato in strada due miliardi di lire in contanti a un altro fiduciario di Penati. Poi dice di essere stato “costretto” ad acquistare un terreno di un collaboratore di Penati al quale non era interessato.

Fino a questo momento non sono note prove o riscontri delle denunce di Pasini: la procura parla dell’esistenza di un “grave quadro indiziario” e sta cercando tracce di questi movimenti di denaro, anche attraverso rogatorie internazionali. È noto è che le autorizzazioni edilizie a Pasini non sono mai arrivate: da marzo del 2002 Penati non è più il sindaco di Sesto, nel 2004 Pasini vende i terreni dell’area Falck. Per questa ragione, scrivono sempre Ferrarella e Guastella, non si capisce perché l’avviso di garanzia emesso nei confronti di Penati faccia riferimento a un periodo che arriva “fino al dicembre 2010”. Sempre nell’avviso di garanzia, però, si parla anche di tangenti relative alla “gestione dei Servizi integrati Trasporti Alto Milanese”, di cui si sa ancora poco. Emilio Randacio su Repubblica scrive che il decreto di perquisizione chiesto dall’accusa è legato “all’imminente scadenza delle indagini (sei mesi)”, e che le carte fanno “timidamente intuire […] quanto è convinta di aver provato la procura di Monza”.

L’inchiesta
Le denunce di Pasini vengono inizialmente raccolte dalla procura di Milano, che poi trasferisce gli atti a Monza per competenza territoriale. Ieri Penati è stato perquisito dalla Guardia di Finanza. Insieme a lui sono stati perquisiti – e si trovano attualmente sotto indagine – le due persone a cui Pasini sostiene di aver consegnato le tangenti. Uno è Piero Di Caterina, imprenditore e titolare di un’azienda concessionaria di autolinee urbane. L’altro è Giordano Vimercati, capo di gabinetto di Penati quando questo era presidente della provincia di Milano. Le accuse, come abbiamo detto, sono tre: concussione, per la presunta pretesa delle tangenti; corruzione, per il presunto accordo sulla spartizione degli appalti pubblici; finanziamento illecito ai partiti, per il sospetto uso del denaro delle tangenti per finanziare attività di partito.

L’inchiesta muove i primi passi a Milano perché è in qualche modo collegata a delle indagini già in corso su Di Caterina per una vicenda di false fatture con un immobiliarista. Proprio Luigi Zunino, l’uomo che ha comprato da Pasini i terreni dell’area Falck. Proprio indagando su Luigi Zunino gli inquirenti sostengono di avere individuato il cosiddetto “metodo Sesto”. Repubblica lo definisce “un patto occulto tra imprenditori, rappresentanti delle coop rosse e la politica che conta” che ha in Penati il personaggio centrale, il perno capace di esercitare influenza anche oggi che non è più sindaco del comune.

La reazione di Penati
Filippo Penati ha fatto un’unica dichiarazione, ieri, dicendo di essere “sereno”, ringraziando il partito “per il sostegno che mi ha immediatamente manifestato”, ribadendo di non avere “nulla da temere” e dicendosi “certo che tutto verrà chiarito”. Pier Luigi Bersani, che aveva scelto Penati come capo della sua segreteria subito dopo la sua vittoria alle primarie del PD, ha detto: “La magistratura faccia il suo mestiere per accertare questa vicenda. Credo che alla fine sarà in condizione di verificare che sono cose senza fondamento”.

foto: Alessandro Ummarino/ Lapresse