La strategia del perdere tempo

Adriano Sofri e la colpevole inerzia dell'Europa davanti alla violenta riconquista di Gheddafi

Quando leggete queste righe, forse Bengasi è caduta, e finalmente la famosa Comunità Internazionale potrà dire, sospirando, che è troppo tardi per intervenire. Potrà aggiungere, alzando le spalle, che i ribelli hanno millantato credito e si sono fatti espugnare con qualche bombardamento e “col gesso”. Solo che non è più in questione il credito militare dei ribelli, ma la sorte di una popolazione civile in balia della rappresaglia.

Per parlare di oggi, vorrei ricordare due date dell’altro ieri. Il 15 aprile 1986 due missili Scud lanciati dalla Libia si inabissarono a un paio di chilometri dalla costa di Lampedusa. Undici giorni dopo, il 26 aprile, esplose il reattore di Chernobyl. I missili libici rispondevano a un massiccio attacco aereo americano mirato a uccidere Gheddafi. Uccise una sua figlia piccola e alcuni civili, il dittatore se la cavò (avvertito, si disse poi, dal governo di Craxi e Andreotti). Quanto alla nube di Chernobyl, fu portata qua e là sull’Europa; da noi si presero misure restrittive sul latte e le verdure. Lampedusa, che non era ancora così affollata, apparve per un momento come una fortunata terra di nessuno, appena a nord della gittata dei missili libici, appena a sud della nuvola radioattiva.

Sono passati venticinque anni, Gheddafi completa la riconquista, la Comunità Internazionale maschera meglio l’imbarazzo dietro la commozione per il disastro giapponese e lo spavento nucleare. Che cosa è successo, in venticinque anni, che ha fatto passare da una ritorsione militare americana condotta con ben 24 bombardieri su molti obiettivi libici, comprese Tripoli e Bengasi, il cui movente dichiarato era l’attentato sanguinoso in una discoteca tedesca, all’omissione di ogni azione quando il dittatore scatena contro la popolazione insorta la sua schiacciante macchina militare? Tante cose, certo, dalla Somalia 1993 all’11 settembre, e la guerra in Iraq e in Afghanistan … Questo spiega l’astensione di Obama, benché non le dia ragione. Ma l’Europa? L’Europa fa affari grossi in armi, ma quando si tratti di un’azione di polizia diventa più pacifista di un fachiro indù, “per non disturbare”. L’Europa è quella che ha lasciato massacrare la Bosnia per anni – e la Bosnia era europea – finché Clinton ne ebbe abbastanza. Dall’Europa si vedeva il fumo di Sarajevo a occhio nudo, si vede a occhio nudo il fumo di Bengasi. Il fumo è la verità dell’Europa.

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