Ricapitoliamo. La giornata di oggi in Giappone è stata condizionata ancora una volta dall’emergenza nucleare e i timori per una fusione del nocciolo nei reattori di Fukushima I. Per ridurre la pressione nel reattore tre dell’impianto, i tecnici hanno deciso di creare un’esplosione controllata facendo fuoriuscire vapori e idrogeno. L’onda d’urto ha distrutto parte dell’edificio che ospita il reattore, ma i primi accertamenti sembrano indicare che l’involucro di acciaio intorno al reattore non sia stato danneggiato.
Nelle ore successive l’impianto ha avuto altri seri problemi a causa dell’impossibilità di raffreddare correttamente i reattori, i cui sistemi di raffreddamento sono rimasti danneggiati a causa del terremoto e dello tsunami. Stando alle informazioni, scarse e frammentarie, fornite dalle autorità giapponesi, sembra che per alcune ore le barre del combustibile nucleare siano rimaste esposte, cioè senza l’acqua di raffreddamento intorno. Questo ha portato a una parziale fusione incontrollata del combustibile nucleare, avvicinando la possibilità di una fusione del nocciolo che potrebbe portare alla fuoriuscita di altro materiale radioattivo nell’area di Fukushima.
Dopo giorni di tentativi, anche disperati utilizzando l’acqua di mare per raffreddare i sistemi, i tecnici giapponesi hanno deciso di chiedere aiuto agli esperti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) dell’ONU e alle autorità statunitensi, che avevano offerto il loro aiuto già la settimana scorsa. Le prossime 24 ore saranno critiche per comprendere l’effettivo livello di deterioramento dei reattori e studiare una soluzione per evitare la loro fusione, che potrebbe avere conseguenze molto gravi per l’ambiente circostante e naturalmente per la popolazione.
Sul fronte dei soccorsi, le operazioni di recupero delle vittime lungo le spiagge e i paesi distrutti dallo tsunami continuano, ma a rilento. Le autorità giapponesi hanno messo a disposizione 50mila uomini per le operazioni di emergenza, ma mancano i mezzi e le risorse per raggiungere alcune aree, rimaste inaccessibili a causa dell’ondata di fango e detriti portata dallo tsunami.
L’impossibilità di raggiungere tutti i centri colpiti e di portare soccorso alla popolazione rende anche difficile il conto delle vittime e dei dispersi. Per ora i media giapponesi parlano di seimila morti e dispersi, ma le cifre oscillano in continuazione e c’è chi ipotizza che il bilancio finale potrebbe superare le diecimila vittime. Le autorità preferiscono stare ai numeri basati sui corpi recuperati e parlano di oltre 1.900 morti.
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18.26 – MSNBC ha preparato una animazione molto efficace con la progressione dei principali terremoti nel Giappone settentrionale degli ultimi giorni.
18.12 – Dopo gli incidenti in Giappone e le proteste degli ultimi giorni in Germania, Angela Merkel rivede in parte i piani sulle centrali atomiche, come raccontiamo sul Post.
18.01 – Le ultime stime, non ufficiali, di Kyodo News parlano ora di 6000 persone tra morti accertate e dispersi dovuti al terremoto e allo tsunami.
18.00 – Oltre ad aver richiesto aiuto all’AIEA, le autorità giapponesi hanno anche chiesto consulenza e supporto all’agenzia nucleare statunitense.
17.58 – Da un paio di giorni c’è il sospetto che le autorità giapponesi non stiano fornendo tutte le informazioni in loro possesso sullo stato dell’impianto nucleare di Fukushima I. Amano, a capo della AIEA, ritiene che il livello di collaborazione del Giappone con l’agenzia dell’ONU sia buono e basato su dati certi e trasparenti.