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  • Venerdì 27 agosto 2010

Noi al volante, secondo l’Economist

Il ritratto impietoso della rivista britannica sulle nostre abitudini alla guida in attesa del nuovo Codice della strada

L’Economist di questa settimana si occupa con un breve articolo delle strade italiane, di chi le percorre in auto e della progressiva introduzione del nuovo Codice della strada nel nostro paese. Le nuove norme sono accolte con favore dalla rivista britannica, che non risparmia però le critiche sull’attuale condotta degli automobilisti italiani:

Anarchia, scarsa conoscenza della legge o semplice convinzione che le regole sono un optional: il comportamento degli italiani alla guida è un mosaico molto colorato e preoccupante. Funzionari del governo senza cinture di sicurezza; auto della Polizia che passano con il rosso; auto parcheggiate sulle strisce pedonali; telefoni cellulari incollati alle orecchie di chi guida e una diffusa tendenza ad andare veloce su tutte le strade da quelle di campagna alle autostrade: questa è l’anarchia della strada in Italia.

Gli incidenti stradali gravi in Italia si verificano con una frequenza che è cinque volte maggiore rispetto alla Francia. Il numero complessivo di incidenti è comunque diminuito negli ultimi anni e le nuove norme del Codice, in parte ancora in discussione, potrebbero ridurre ulteriormente il numero di vittime della strada.

Le nuove regole prevedono, per esempio, una migliore segnalazione degli attraversamenti pedonali e l’obbligo per gli automobilisti di dare sempre la precedenza ai pedoni anche se non hanno ancora iniziato ad attraversare la strada. Un obbligo che cerca di sopperire alla mancanza di buonsenso e civismo di molti automobilisti, che però secondo l’Economist potrebbe non essere sufficiente in un «paese dove l’automobile è sempre venuta prima di tutto».

Il nuovo Codice introduce anche una serie di regole per ridurre gli incidenti dovuti alla guida sotto l’effetto degli alcolici. Il limite è stato portato da 0,8 grammi di alcol per litro di sangue a 0,5, con limitazioni ancor più severe per chi ha meno di 21 anni, ma lo scetticismo britannico non demorde:

La nuova iniziativa è lodevole, ma la volontà degli italiani di ridursi a bere un solo bicchiere di vino a pasto dipenderà dall’efficacia dei controlli di polizia, cosa che lascia molto spazio all’immaginazione.