Come te la caveresti in terza media?
Le domande di quest'anno delle prove Invalsi, che valutano la preparazione degli studenti e la qualità del sistema dell'istruzione

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Da giorni risponde a chi insulta e accusa le organizzazioni che salvano i migranti nel Mediterraneo

«Sono disgustosamente di parte» e pro-Israele, ha detto aprendo una specie di caso che ha discusso su CNN, MSNBC e Fox News

Le prove diventeranno tre – non più cinque – e ci sarà anche l'inglese


Lo ha detto l'allenatore del Liverpool Jürgen Klopp, dicendo che il modo migliore per non lasciarsi distrarre o ferire sia ignorare quel mondo








Storia di Howard Stern, famosissimo conduttore radiofonico americano che dopo anni di volgarità e irriverenze ha mostrato un grande talento da intervistatore

Michele Serra commenta la distanza tra l'allarmismo di giornali e tv e la realtà: tra le "urla e le opinioni ragionate"

La maggiore società italiana di e-commerce ha ricevuto un'offerta significativa per cedere il suo secondo ramo di attività

Le modelle che compaiono nell’ultima campagna di Benetton non esistono. La campagna, che si chiama “The Face of The City” (il volto della città), aveva l’obiettivo di creare il “viso ideale”, la faccia media che rappresentasse l’identità di sei capitali della moda nel mondo: Tokyo, New York, Milano, Berlino, Parigi e Londra. I volti sono stati costruiti digitalmente, attraverso un algoritmo che ha combinato le facce di centinaia di donne. Per costruire il volto di ognuna delle città, Benetton ne ha analizzato i dati demografici: metà della popolazione di New York, ad esempio, è composta da persone nere o di origine latinoamericana. A Milano, invece, le più numerose comunità straniere sono quelle dei filippini e degli egiziani. I visi delle donne della campagna di Benetton, anche se risultano comunque “belli” in modo standard, tengono conto della composizione della popolazione delle città e delle caratteristiche fisionomiche che devono essere rappresentate per ottenere un ritratto inclusivo.

Un ex giornalista della società fondata da Pierre Omidyar ha parlato di «un'incompetenza dirigenziale di proporzioni epiche», e non è il primo

Così com'è oggi esiste dal 1963, ma è diventato «l'anello debole del sistema educativo italiano», scrive il Corriere
