disordine

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Vivere davanti a un cimitero ha i suoi vantaggi

«Dal balcone, in estate, vedo solo le cime degli alberi; la sera sento il vento tra i rami, qualche uccello notturno e, tra maggio e settembre, una volpe che ha fatto la sua tana vicino al muro di cinta, in un’area ancora inutilizzata. Ogni tarda primavera, anno dopo anno, sforna una cucciolata di quattro o cinque volpacchiotti casinisti e vivacissimi, in barba al mortorio che li circonda. Segue semplicemente il ciclo della natura e le leggi dell’esistenza, e io non posso non pensare all’ironia di chi, in un luogo simile, scava la terra per far nascere vita, invece che per metterci una pietra sopra»

Vivere davanti a un cimitero ha i suoi vantaggi

L’inflazione in Argentina e le tigri azzurre di Borges

«I prezzi cambiano tutti i giorni. È difficile dare un valore alle cose. È come se il mondo avesse rimescolato le carte senza avvisarmi: un piccolo mazzo di gelsomini costa 8.000 pesos (8 euro); fare colazione per tre giorni 12.000; un taglio di capelli da donna 4.000; farsi le unghie, smalto semipermanente, 3.500, dieci volte meno che in Italia, ma il pedaggio dall’aeroporto al centro di Buenos Aires costa 150 pesos (0,15 centesimi). Usare la carta di credito è quasi impossibile e cambiare è difficile. Per fortuna c'è Alejandro, l’arbolito privato di mia mamma, un cambiavalute che arriva a domicilio anche alle nove e mezza di sera»

L’inflazione in Argentina e le tigri azzurre di Borges

“Si conferma diagnosi di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività”

«Qualche giorno fa, alla tenera età di 52 anni, ho avuto la conferma – clinica – di soffrire di ADHD. Questa diagnosi tardiva appare paradossale se si tiene conto che mi sono laureata in psicologia, dottorata in scienze cognitive e da vent’anni scrivo come giornalista scientifica specializzata proprio in quelle materie lì, ovvero psicologia e neuroscienze. Senza contare che sono stata in psicoanalisi. Ma la scorsa primavera ho letto un paper che parlava dello squilibrio di genere nelle diagnosi e la descrizione dei sintomi nelle bambine mi ha provocato un tuffo al cuore: "Quella lì sono io"».

“Si conferma diagnosi di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività”

Di che cosa parliamo quando parliamo di morte

«Le persone che frequentano un Death Café spesso non si conoscono e pensano che parlare di morte serva a vivere più intensamente la propria vita. Si mangia e si beve anche per questo: sei in un momento conviviale, non in un luogo in cui chiedere aiuto. Quando l'incontro riesce bene si ride, si parla degli spazi in cui la vita esiste nonostante la morte, si racconta per esempio che "nella clinica di cure palliative in cui lavoro si celebrano un sacco di matrimoni". È sconsigliata la partecipazione a chi abbia appena subìto un lutto, abbia una malattia terminale, o magari pensieri di suicidio»

Di che cosa parliamo quando parliamo di morte
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