Storia del mio occhio di vetro
«Decisero di cucirmi le palpebre per tenere l’occhio riposato. Ma gli occhi si muovono insieme, quindi era un po’ una stupidaggine, allora cucirono anche l’altra palpebra, ma era insopportabile non poter vedere. Ricordo che nell’angolino dell’occhio buono c’era un buchino e io, quando nessuno mi vedeva, guardavo da quel buchino aiutandomi con le mani per ingrandirlo un po’ e poi contorcevo il corpo fino a vedere quello che volevo vedere»