È ovviamente molto presto per dire che cosa succederà alla carriera di Kamala Harris dopo la sconfitta alle elezioni. Fino al 19 gennaio del 2025 Harris è ancora la vicepresidente degli Stati Uniti, ma cosa farà in seguito è difficile da dirsi, anche perché i precedenti sono molto vari.
Hillary Clinton, che perse le elezioni nel 2016, ha di fatto terminato in quel momento la sua carriera politica. Anche per via dell’influenza della sua famiglia Clinton è rimasta una figura importante dentro al Partito Democratico, ma non ha più ricoperto ruoli di prestigio. Nella campagna elettorale di quest’anno è stata chiamata per fare un solo comizio a favore di Harris, in Florida, uno stato che i Democratici davano già per perso.
Prima di lei John McCain e Mitt Romney, che furono battuti da Barack Obama rispettivamente nel 2008 e nel 2012, hanno mantenuto la propria carriera politica: McCain era e rimase senatore fino alla sua morte nel 2018, e Romney fu eletto al Senato nel 2019.
John Kerry, il candidato Democratico alle elezioni del 2004 che fu battuto da George W. Bush, divenne senatore e poi segretario di Stato. Al Gore, battuto sempre da Bush nel 2000, chiuse la sua carriera politica e divenne un celebre attivista climatico, anche se considerò brevemente di ricandidarsi nel 2004, prima di rinunciare.
Andando indietro di qualche decennio una traiettoria notevole fu quella di Richard Nixon: perse le presidenziali del 1960 contro John F. Kennedy, poi due anni dopo provò a candidarsi come governatore della California, e perse di nuovo. Dopo questa seconda sconfitta disse ai giornalisti: «Non avrete più un Nixon da criticare perché, signori, questa è la mia ultima conferenza stampa». Non era vero: nel 1968 si ricandidò a presidente e vinse le elezioni, anche se fu poi costretto a dimettersi a causa del Watergate.

Richard Nixon durante la campagna elettorale del 1960 (Central Press/Getty Images)
Alcune di queste strade saranno difficili da percorrere per Harris: entrambi i senatori Democratici della California, il suo stato, sono al loro primo mandato, quindi all’inizio della carriera, e difficilmente si faranno da parte per far candidare lei. Anche le elezioni a governatore della California, che si terranno nel 2026, sembrano piuttosto irraggiungibili, visto che è già in corso una campagna elettorale serrata.