Il ventenne più famoso di Hollywood compie trent’anni

Chi è? Timothée Chalamet

Timothée Chalamet alla cerimonia degli Oscar a Los Angeles, 27 marzo 2022 (AP Photo/John Locher)
Timothée Chalamet alla cerimonia degli Oscar a Los Angeles, 27 marzo 2022 (AP Photo/John Locher)
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Per prepararsi al ruolo per Marty Supreme, che uscirà in Italia il 22 gennaio, Timothée Chalamet si è esercitato con il ping pong per sei anni. Si è fatto portare un tavolo per giocarci mentre girava Dune – Parte due a Budapest, in Giordania e ad Abu Dhabi. Ha giocato a ping pong tra le riprese di Wonka a Londra, ha preso lezioni mentre promuoveva The French Dispatch di Wes Anderson al Festival di Cannes e giocava anche sul set di A Complete Unknown, il film biografico su Bob Dylan con cui a inizio anno era stato candidato per la seconda volta come miglior attore protagonista agli Oscar.

Marty Supreme è uscito negli Stati Uniti a Natale, ma già nel weekend del 20 e 21 dicembre, con le proiezioni in anteprima in appena sei cinema, era riuscito a entrare nella classifica dei 10 film più visti nel paese. È l’ennesima conferma della grande potenza di Chalamet e della sua capacità di attrarre un pubblico enorme e trasversale con ruoli di ogni tipo: un traguardo sorprendente se si pensa che l’ha raggiunto prima dei trent’anni, che compie oggi.

Dopo aver vinto il premio come miglior attore agli Screen Actors Guild Awards grazie al film su Dylan, lo scorso febbraio, Chalamet ha detto che il suo obiettivo è «essere uno dei grandi», e ha citato come esempio attori come Daniel Day Lewis e Marlon Brando. Non è un traguardo lontano: negli anni infatti Chalamet ha saputo muoversi come pochi altri nel cinema ed è diventato, oltre che un attore di riconosciuto talento, anche un personaggio centrale nella cultura pop, fino a essere paragonato ad attori come James DeanLeonardo DiCaprio.

Timothée Chalamet è nato il 27 dicembre del 1995 a New York da padre francese e madre statunitense, lui giornalista e lei agente immobiliare ed ex ballerina a Broadway. Il suo nome, francese, si dovrebbe pronunciare “ti-mo-the-e”, ma secondo lui è troppo pretendere che gli americani lo dicano così, quindi «va bene Timothy, Tim, Timmy, Doug, Alex», ha scherzato in alcune interviste.

Cominciò a recitare da bambino in qualche pubblicità, in un paio di corti horror e poi in una puntata della serie tv Law & Order. Da adolescente ottenne le prime piccole parti a Broadway e in altre serie, tra cui Homeland, ma al tempo, ha detto, l’idea di diventare un attore lo terrorizzava: nel settore lavoravano diversi suoi parenti, tra cui sua sorella maggiore Pauline (vista in The Sex Lives of College Girls), e aveva ben presenti gli aspetti negativi dell’industria.

Le cose cominciarono a cambiare nel 2014, grazie alla visibilità ottenuta con Interstellar, film di fantascienza di Christopher Nolan in cui interpretava il figlio del protagonista da ragazzino. Ottenne ruoli più centrali in film indipendenti come Hot Summer Nights, recitò nella commedia Natale all’improvviso con Diane Keaton e Steve Martin, e nel 2017 fu Elio Perlman in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, in cui colpì la critica e il pubblico per la sua impeccabile interpretazione di un adolescente che si innamora di un ragazzo più grande nell’Italia degli anni Ottanta.

Il film debuttò al Sundance, il più importante festival di cinema indipendente negli Stati Uniti, e agli Oscar del 2018 ottenne quattro candidature, tra cui quella come miglior attore protagonista per Chalamet, al tempo 22enne. L’Oscar poi fu assegnato a Gary Oldman per il ruolo di Winston Churchill in L’ora più buia, ma il nome di Chalamet diventò comunque noto in tutta Hollywood e non solo. Con Guadagnino poi tornò a recitare in Bones and All nel 2022.

Dopo il successo di Chiamami col tuo nome recitò tra gli altri in Lady Bird e Piccole donne di Greta Gerwig e in Un giorno di pioggia a New York, una commedia romantica di Woody Allen (poi, per via delle accuse di molestie sessuali rivolte al regista, Chalamet donò il proprio compenso in beneficenza). Negli ultimi anni ha alternato ruoli da protagonista ad altri più marginali, ma sempre con registi o attori richiestissimi: come, solo per fare un esempio, quello dello skater disilluso in Don’t Look Up con Leonardo DiCaprio.

Intanto Chalamet si è distinto sia per il suo interesse per la moda che per la disinvoltura con cui si mostra al pubblico. Sui vari red carpet si è fatto notare per gli abiti dal taglio o dai colori audaci, come quello rosso che gli lasciava la schiena nuda a Venezia nel 2022 o il completo giallo burro di Givenchy agli Oscar del 2025; è diventato testimonial di Chanel e il primo uomo a comparire sulla copertina dell’edizione britannica di Vogue nel 2022. In più ha una buona presenza sui social, si fa vedere regolarmente alle partite di basket ed è anche comparso a sorpresa a una gara di suoi sosia.

L’aspetto di Chalamet, molto lontano da quello dei tradizionali sex symbol di Hollywood, è una delle cose che più hanno contribuito a farlo diventare così famoso. Per il suo aspetto quasi androgino e per la capacità di mostrarsi goffo o comunque vulnerabile, il New York Times ha scritto che Chalamet è uno di quegli attori che restituiscono un’immagine alternativa del maschio bianco nella cultura pop degli Stati Uniti.

Prevedibilmente, con questa immagine ha conquistato un’importante fetta di pubblico in tutto il mondo, soprattutto femminile. Negli ultimi due anni è riuscito però a sorprendere quello stesso pubblico ufficializzando la sua relazione con Kylie Jenner, una delle sorelle della famiglia Kardashian, che per la sua fama nel mondo dei social e della televisione trash americana è probabilmente l’ultima donna che ci si aspettava avrebbe potuto accompagnare un attore con un’immagine invece così sofisticata.

Una persona del settore che ha lavorato con lui ha detto a Variety che Chalamet è un attore di grande talento ma è anche attentissimo al contesto dell’industria in cui lavora e a quello dei social media. Per Chalamet la responsabilità dell’attore in film come A Complete Unknown e Marty Supreme è essere il più credibile possibile, ed è anche per questo che quando decide di interpretare un ruolo ci investe moltissimo.

La scelta di Chalamet di interpretare Bob Dylan, per dire, era stata inizialmente accolta con scetticismo. Nonostante la somiglianza fisica, molti lo giudicavano poco adatto a interpretare un personaggio sfaccettato come il celebre cantante. Chalamet però ha insistito per non essere doppiato, ha imparato a suonare la chitarra e a cantare, e ha preso lezioni di armonica per cinque anni riuscendo, secondo buona parte della critica, a calarsi in un modo tutto suo in un personaggio venerato come pochi.

Vale lo stesso, e forse ancora di più, per Marty Supreme, che è diretto da Josh Safdie ed è un film molto più difficile da promuovere, visto che parla di un giovane ragazzo ossessionato dal ping pong nella New York dei primi anni Cinquanta.

Nelle ultime settimane Chalamet ha fatto parlare di sé soprattutto per l’enorme campagna messa in piedi per promuovere il film, fatta di video criptici, scatole di cereali a tema e abiti di pelle arancioni coordinati con Jenner; e poi ancora una finta videochiamata con un team di marketing, una giacca con la scritta “Marty Supreme” regalata a diversi personaggi famosi, un dirigibile anch’esso arancione e uno stunt in cima al teatro Sphere di Las Vegas.

– Leggi anche: A Complete Unknown è diverso dai soliti biopic