Brad Pitt, Ana de Armas e altri che l’hanno fatto davvero
Nei film d'azione americani ora va di moda far fare agli attori scene pericolosissime, senza stuntmen

F1, con Brad Pitt, e Ballerina, con Ana de Armas, sono due dei film più attesi che usciranno al cinema a giugno, ed entrambi contengono scene d’azione estremamente spericolate che sono state fatte per davvero. Brad Pitt ha guidato per diversi giri un’auto di Formula 2 sulla quale erano stati montati supporti che la facessero sembrare un’auto di Formula 1, nel circuito di Silverstone, in Inghilterra. Ana de Armas invece ha partecipato a tutte le sequenze di combattimento e ha recitato vicino a vere esplosioni. Inoltre sul set di Ballerina è stata realizzata realmente una battaglia con lanciafiamme decisamente rischiosa, con minimi effetti digitali.
Sono due esempi di una tendenza recente nella promozione dei film d’azione: girare scene pericolosissime, quanto più possibile davvero, documentando le riprese per mostrarle durante la promozione. Se poi coinvolgono attori e attrici famosi, e non le loro controfigure, tanto meglio.
È molto noto come Tom Cruise, almeno dal 1996 e dal primo Mission: Impossible, insista per fare i propri stunt (cioè le scene d’azione, combattimento o che coinvolgono situazioni pericolose) senza usare controfigure (stuntmen). Non vuol dire che non li usi mai, ma non li usa per le scene più spettacolari e pericolose: cosa che è diventata una parte importante della promozione dei suoi film a partire dagli anni Dieci. Quelle scene d’azione vengono pensate per lui, e viene girato tanto materiale “dietro le quinte” per mostrare come davvero sia stato lui a buttarsi da un aereo con un paracadute in fiamme o a rimanere sott’acqua per moltissimo tempo o a lanciarsi con una moto da un dirupo, quanto materiale per il film in sé.
Tom Cruise è stato il primo caso riuscito di questo modo di girare film d’azione, e soprattutto di promuoverli, ma negli anni il resto del cinema americano lo ha seguito con sempre maggiore decisione.
Oltre agli stunt di Brad Pitt e Ana de Armas, quest’anno si è vista Florence Pugh fare davvero base jump (cioè buttarsi nel vuoto) in Thunderbolts*, e da uno degli edifici più alti del mondo. È entrata addirittura nel Guinness World Records. Thunderbolts* è un film Marvel, un tipo di produzione che fino a pochi anni fa prevedeva che quasi tutte le scene d’azione fossero fatte in computer grafica. Tanto che Jason Statham, un attore che ha sempre tenuto a fare i propri stunt da sé, disse di quei film: «Anche mia nonna potrebbe farli».
Da un po’ invece Tom Holland, che dal 2016 interpreta l’Uomo Ragno, ha cominciato a far vedere quanti dei propri stunt fa da sé. E anche in Birds of Prey, film tratto da fumetti ma non della Marvel, Margot Robbie aveva fatto senza controfigure molte delle scene di combattimento.
Si tratta sempre di un misto di verità e promozione. Gli attori e le attrici recitano davvero le scene d’azione e quelle pericolose molto più di prima, ma spesso è complicato stabilire fino a che punto e con quali e quante misure di sicurezza, perché le uniche fonti sono i video promozionali e le dichiarazioni delle produzioni. Di certo è evidente che raccontarsi come attori che fanno cose da stuntmen è diventato importante.
Harrison Ford aveva 39 anni quando nel 1981 girò I predatori dell’arca perduta, che contiene uno stunt considerato uno dei migliori di sempre nella comunità delle controfigure, quello del camion, ed era ovvio per tutti che non fosse Ford a rischiare in quelle scene. Ma quando due anni fa è uscito Indiana Jones e il quadrante del destino, parte della promozione fu centrata proprio su come Ford, a 81 anni, avesse fatto alcuni stunt da sé.
Questo cambiamento di approccio ha richiesto molti anni, ed è cominciato probabilmente con Matrix. Uscito nel 1999, e nonostante sia stato un film innovativo per via del suo uso della computer grafica, ha anche portato a Hollywood il modo di fare azione e arti marziali del cinema orientale. In quel caso si trattava dell’uso dei cavi (il wire fu, quando gli attori saltano e stanno in aria per un tempo impossibile, perché sul set sono attaccati a dei cavi che prolungano i loro salti), ma da lì sempre di più l’azione è andata verso gli standard dei film asiatici, nei quali da tempo i film più spettacolari sono recitati da marzialisti, cioè esperti di arti marziali che eseguono e spesso progettano le scene d’azione. Il più noto è Jackie Chan, ma anche altri attori asiatici di fama mondiale come Jet Li, Donnie Yen e Michelle Yeoh appartengono alla categoria. Ironicamente Jackie Chan dice spesso di rifarsi a Buster Keaton e ai grandi attori americani del muto, che erano soliti fare le controfigure di se stessi.
Un cambio radicale è arrivato nel 2014 quando l’ex stuntman Chad Stahelski ha girato il film John Wick. La sua idea era di riprendere il tipo di azione che aveva visto in The Raid: Redemption, un film indonesiano di grandissima influenza, facendo fare al protagonista Keanu Reeves (lo stesso di Matrix) i suoi combattimenti da sé e ad alta velocità, così da poterli riprendere tramite piccoli piani sequenza al posto del solito montaggio che serve a nascondere il volto dello stuntman. Stahelski era stato per anni la controfigura di Reeves e lo convinse ad allenarsi e tentare questo nuovo tipo di riprese. Il successo fu grandissimo e molti lo hanno imitato, sia registi che attori e attrici. Per esempio tre anni dopo David Leitch (altro ex stuntman) ha girato con Charlize Theron Atomica bionda nello stesso modo.
Il successo di questi film, e del materiale promozionale che veniva distribuito online per mostrare gli stunt e il lavoro degli attori, ha contribuito a creare una considerazione completamente diversa del lavoro degli stunt coordinator, cioè chi gestisce le scene pericolose. Ci sono i registi che non hanno mai smesso di promuovere questo modo di fare film, come per esempio Quentin Tarantino, che nel 2007 ha dedicato un film alle stuntwomen, A prova di morte, in cui la protagonista Zoe Bell, già controfigura di Uma Thurman in Kill Bill, fa una scena pericolosissima.
È così che l’anno scorso è stato possibile per la Universal pensare di far uscire al cinema The Fall Guy di David Leitch, un film ad alto budget molto spettacolare il cui protagonista, Ryan Gosling, interpreta uno stuntman, che proprio grazie alle sue abilità professionali riesce a uscire vivo da un complotto ordito dalla produzione dei film a cui lavora. Ed è anche in virtù di questa maggiore considerazione degli stunt nei film, e della loro importanza nel promuoverli e quindi nel determinare un buon incasso, che quest’anno l’Academy, l’ente che organizza i premi Oscar, ha annunciato che dall’edizione 2028 ci sarà anche la categoria “Miglior stunt design”, dato non a chi lo stunt lo fa ma a chi lo idea e progetta e ne coordina l’esecuzione.