La riabilitazione di Tom Cruise

In questi giorni è a Cannes con “Mission Impossible”, dopo circa vent'anni dal caso Scientology e da quella bizzarra intervista

di Gabriele Niola

(Gareth Cattermole/Getty Images)
(Gareth Cattermole/Getty Images)
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Sono passati vent’anni da quando il 23 maggio del 2005, ospite della seguitissima trasmissione statunitense The Oprah Winfrey Show, Tom Cruise saltò sul divano su cui era seduto, si mostrò sovraeccitato per il fidanzamento con Katie Holmes e in generale molto sopra le righe. Quell’intervista arrivava dopo mesi in cui erano aumentate le voci sul suo coinvolgimento con la chiesa di Scientology, e molti la presero come la conferma del fatto che non stesse psicologicamente bene. Online fu preso in giro, e sull’appena nato YouTube quelle clip girarono molto, anche modificate. Fu un danno d’immagine che, insieme a un successivo calo degli incassi dei suoi film, fece pensare che il suo grande momento, che durava dagli anni ‘80, fosse finito per sempre.

Oggi tuttavia Cruise si è completamente ripreso. Per riuscirci ha rinunciato alla parte più impegnata e drammatica della sua carriera, riuscendo però lo stesso a conquistare il Festival di Cannes, che ha dato molta visibilità alla presentazione dell’ultimo film della serie Mission: Impossible, di cui è protagonista e produttore, dopo che tre anni fa aveva fatto lo stesso per Top Gun: Maverick.

Negli anni fino al 2005 era riuscito a lavorare con praticamente tutti i più grandi registi americani in attività – Brian De Palma, Paul Thomas Anderson, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Michael Mann e Stanley Kubrick – in film che avevano grandi ambizioni artistiche. E proprio nel 2005 era in uscita il secondo film che aveva fatto con Spielberg, La guerra dei mondi. Già mentre le riprese erano in corso però uscirono diverse notizie su come sul set avesse fatto proseliti per Scientology. Durante la promozione di quel film Cruise aveva poi risposto bruscamente ai giornalisti, mostrandosi irritato dalle domande su Scientology e contrario a chi sosteneva l’uso degli psicofarmaci o l’utilità della psichiatria (a cui Scientology è avversa). Questo aveva contribuito ad accrescere la consapevolezza nel pubblico della sua affiliazione a quella religione, la cui fama non era, e non è neanche oggi, per niente positiva.

Come viene raccontato nel libro Inside Scientology: The Story of America’s Most Secretive Religion di Janet Reitman, Scientology aveva lavorato intensamente per coinvolgere Cruise lungo tutti gli anni ’90, perché aveva bisogno di un volto noto. Era entrato in contatto con loro attraverso la moglie Mimi Rogers, il cui padre aveva un ruolo nella Chiesa, e anche dopo la fine del loro matrimonio i capi di Scientology avevano fatto di tutto per attirarlo, coinvolgendolo nei loro ritiri, trattandolo benissimo e facendo il possibile per farlo sentire ben voluto e migliorare la sua carriera. Alla fine degli anni ’90 Tom Cruise era molto alto in grado all’interno di Scientology, che è organizzata come una piramide, e più si è in alto più i vertici concedono l’accesso alla storia completa e a tutti i miti del culto.

Quando arrivò il momento della sua ospitata da Oprah del 2005, Cruise aveva quindi assunto il ruolo di uomo immagine per Scientology, al punto che Steven Spielberg, con il quale aveva lavorato sia in Minority Report che nell’allora appena terminato La guerra dei mondi, si infastidì molto per il fatto che non solo non stesse facendo promozione al loro film in uscita, ma gli stesse facendo una pubblicità negativa. Come racconta la giornalista Kim Masters su Puck, Spielberg mandò un videomessaggio a Cruise poco prima che iniziasse l’intervista con Oprah dicendo: «Per favore parla anche di La guerra dei mondi. Esce tra poco». Non solo non lo fece, ma si comportò appunto in modo esagitato e per molti imbarazzante, riportando tutte le risposte alla sua relazione con Holmes.

Sempre Kim Masters, che ha parlato con molti ex membri di Scientology, racconta che Holmes era diventata la sua fidanzata dopo un lungo processo di selezione per una nuova compagna, operato da Scientology stessa, in seguito alla fine della relazione con Nicole Kidman. Tra le attrici a cui fu ipotizzato di offrire di diventare la compagna di Cruise ci furono Scarlett Johansson, Jessica Alba e Jennifer Garner. La meno nota fu Nazanin Boniadi, con cui ci fu un inizio di relazione, ma che, come riportò Vanity Fair, fu punita per il fatto che le cose non funzionarono. Boniadi era già un membro di Scientology e la Chiesa le assegnò lavori umilianti, come pulire i bagni con uno spazzolino. Quando iniziò la relazione con Holmes, c’era una forte esigenza di farla fruttare e far funzionare l’operazione con una grande esposizione. Per questo Cruise decise di mettere in scena quello che per lui era un grande spettacolo d’amore da Oprah Winfrey, il cui programma era uno dei più seguiti d’America.

Quelle clip furono tra i primi esempi di viralità online, cioè tra i primi pezzi di informazione a circolare molto in autonomia, sganciati dal proprio contesto, modificati e rimontati per divertimento. Di certo non era mai capitato a una grande star americana di subire questo trattamento a questo livello. Nessuno aveva esperienza di come gestire la situazione, e secondo le persone vicine a Cruise, per molti anni fu tenuto all’oscuro di quello che stava accadendo, perché Scientology filtrava le informazioni per lui. Addirittura pareva che ogni email che riceveva venisse riscritta prima che lui la leggesse.

Una delle conseguenze di quel rapido calo di popolarità fu che la Paramount lo licenziò dopo 14 anni di contratto di esclusiva. La ragione che diede il proprietario della società Sumner Redstone fu: «La sua condotta degli ultimi tempi non è accettabile per la Paramount». Anche Rupert Murdoch, proprietario della società News Corp, che possiede molti giornali di orientamento conservatore e all’epoca anche lo studio di produzione 20th Century Fox, scrisse due tweet molto critici, in cui affermava che Cruise fosse il numero due o tre nella scala gerarchica di Scientology e definiva tutto quello che stava succedendo «raccapricciante e possibilmente maligno».

Se Cruise si era ritrovato in questa situazione era anche perché poco prima aveva licenziato la sua storica publicist (la persona che cura le pubbliche relazioni e consiglia le celebrità riguardo alla gestione della loro immagine): Pat Kingsley. Era stata lei a evitare che si parlasse del suo coinvolgimento con Scientology negli anni precedenti e a sconsigliare a Cruise di citarla in pubblico. Al suo posto era arrivata la sorella di Cruise, anch’essa affiliata a Scientology, che invece puntava a fare del fratello un evangelizzatore del culto.

Stando sempre ai resoconti raccolti da Kim Masters, in quel momento per Cruise il problema principale era il calo degli incassi dei suoi film, a partire da Mission: Impossible III e Leoni per agnelli, girati nel 2006 e 2007 dopo La guerra dei mondi. Per riconquistare il pubblico quindi cercò di fare un film comico, cosa che non aveva mai fatto prima, e lo fece con l’attore e regista comico più importante di quegli anni: Ben Stiller. A lui Stiller aveva proposto anni prima il ruolo principale in Tropic Thunder, la storia paradossale di un gruppo di attori ricchi e viziati che per girare un film di guerra finiscono in mezzo a veri combattenti nel Sud-est asiatico, ma allora Cruise l’aveva rifiutato. Sapendo che il film era entrato in produzione e stavano per iniziare le riprese, contattò Stiller chiedendo una parte, anche comprimaria. L’unica rimasta era piccola, quella di un produttore cinematografico volgare e arrogante.

Tom Cruise col cast di “Mission Impossible – The Final Reckoning” a Cannes (Pascal Le Segretain/Getty Images)

Raccontano le persone che erano sul set all’epoca, come il comico Bill Hader, che la dedizione e l’impegno che Cruise mise in quello che era un piccolo ruolo furono sorprendenti. Accettò di indossare un costume che lo ingrassava, di avere braccia molto pelose e guanti che gli ingrandivano le mani. Sul set improvvisava spesso battute così buone (e così volgari) che poi furono tenute. Si era inventato anche un modo goffo di ballare che fu inserito nella storia. Alla fine quel personaggio, chiamato Les Grossman, diventò molto più importante di quanto fosse previsto inizialmente e fu una delle cose più note e apprezzate del film.

Fu l’inizio di un’“operazione simpatia” lunga diversi anni, durante i quali i film in cui recitava continuarono a essere poco soddisfacenti al box office, almeno per i suoi standard, come per esempio nel caso di Operazione Valchiria, in cui interpreta un gerarca nazista che ordisce un piano per uccidere Hitler.

Dietro questa operazione c’era ancora una volta Scientology, che temeva che Cruise perdesse per sempre la sua rilevanza. A partire da una nuova apparizione nel programma di Oprah Winfrey, nel 2008, Cruise cominciò a puntare su simpatia e leggerezza, rinunciando alla sua parte più seria e impegnata. Andò al talk show di David Letterman a ridere di sé, partecipando a un segmento della trasmissione su “Le dieci cose più assurde che la gente dice su Tom Cruise su internet”.

Le cose iniziarono un po’ a cambiare con Mission: Impossible – Ghost Protocol nel 2011, che incassò 695 milioni di dollari, una cifra in linea con gli standard dei film di Cruise di dieci anni prima, e poi definitivamente con Mission: Impossible – Rogue Nation nel 2015, che fece altrettanti incassi. Da quel momento la sua carriera tornò a crescere, arrivando oggi a un apice superiore a quello raggiunto in precedenza, come testimoniato dalla doppia presenza a Cannes degli ultimi anni, e dalle masterclass a lui dedicate. Anche Spielberg, che dopo i fatti della promozione di La guerra dei mondi non aveva più voluto avere a che fare con lui, lo ringraziò pubblicamente dicendo: «Potresti aver salvato il culo a Hollywood», riferendosi al modo in cui Cruise aveva insistito per portare Top Gun: Maverick nei cinema nel periodo successivo alla pandemia, in cui i grandi film venivano venduti alle piattaforme, ottenendo un grande successo.

Questo ritorno da grande star è però passato per due film commerciali e di grandissimo incasso, marginalizzando l’altra parte della carriera che Cruise aveva coltivato all’inizio, quella da attore più sofisticato e drammatico. L’impressione è che questa sua nuova immagine di idolo del cinema spettacolare, impegnato nelle scene d’azione e nel fare da sé i propri stunt, lo abbia per anni allontanato da una recitazione più impegnata. Il fatto che Cruise abbia firmato per recitare nel nuovo film di Alejandro Iñárritu (regista di Birdman e The Revenant), previsto per l’autunno del 2026, è il primo segnale da circa venti anni di un cambio e un possibile ritorno a una carriera fatta anche di film di diverso tipo.

Secondo le persone più informate su Scientology, oggi il coinvolgimento di Cruise è identico a quello che era a inizio anni Duemila, nonostante non se ne parli più.