In Polonia anche il principale candidato progressista si è spostato a destra
Rafał Trzaskowski, favorito per le presidenziali di domenica, sta provando a piacere a un elettorato non suo, facendo una scommessa

Negli ultimi mesi la campagna elettorale per le elezioni presidenziali in Polonia, il cui primo turno si tiene domenica, si è concentrata su temi e posizioni molto care all’estrema destra polacca, come la sicurezza e l’immigrazione: un netto cambiamento rispetto alle ultime elezioni legislative del 2023, dove i partiti avevano parlato soprattutto di diritti civili e di diritto all’aborto.
È uno spostamento a destra che si è notato particolarmente nelle posizioni di Rafał Trzaskowski, il candidato europeista di Coalizione Civica, in linea con la direzione presa già da qualche mese dal governo del primo ministro Donald Tusk, leader del principale partito della coalizione, ossia Piattaforma Civica.
Trzaskowski è dato per favorito dagli ultimi sondaggi, con circa il 30% dei consensi. Prima di candidarsi, era uno dei politici più progressisti di Piattaforma Civica, un partito di centrodestra. Negli ultimi mesi però si è concentrato sul sottrarre quanti più voti possibili ai suoi due principali rivali, di estrema destra: Karol Nawrocki di Diritto e Giustizia (che i sondaggi danno al 25% circa) e Slawomir Mentzen, di Confederazione (al 12%). Ha scommesso anche che lo spostamento a destra non avrebbe allontanato troppi elettori che alle elezioni del 2023 avevano votato Coalizione Civica.
Trzaskowski sta sfruttando le debolezze dei suoi avversari. Per esempio Nawrocki di Diritto e Giustizia, cioè del partito che aveva governato prima di Tusk e aveva trasformato la Polonia in un paese semi-autoritario, non si sta rivelando particolarmente efficace: non sta trovando posizioni originali che si distanzino da quelle di Trzaskowski su diversi temi di campagna elettorale e recentemente è stato molto criticato per aver mentito sul numero di appartamenti che possiede.
Per Piattaforma Civica è molto importante vincere le elezioni presidenziali. Al momento l’operato del governo è infatti frenato dall’opposizione dell’attuale presidente, Andrzej Duda, anche lui di Diritto e Giustizia (Duda non c’è alle elezioni, perché non si poteva ricandidare).
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Dal 2018 Trzaskowski è sindaco della capitale Varsavia, che ha governato in maniera molto diversa da come Diritto e Giustizia governava il resto della Polonia: fra le altre cose, Trzaskowski ha rimosso le croci cattoliche dagli edifici pubblici, ha firmato un documento ufficiale che garantiva il sostegno della città alla comunità LGBT+, ha sfilato in testa alle parate del Pride e ha criticato la decisione del governo di vietare quasi completamente l’accesso all’interruzione di gravidanza.
È proprio per questo passato politico che oggi stupisce il suo spostamento a destra.
Trzaskowski ha mantenuto il suo appoggio alla legalizzazione dell’aborto, ma lo ha menzionato raramente nei suoi comizi. Ha anche ridimensionato il suo sostegno alla comunità LGBT+. Una persona del suo team rimasta anonima ha detto alla Gazeta Wyborcza, il principale quotidiano polacco, che in campagna elettorale il suo team gli ha consigliato di «non fare alcun riferimento alla comunità LGBT, di non parlare affatto di gay e di non ricordare la sua partecipazione alle Parate dell’Uguaglianza [il Pride]», con l’obiettivo di raggiungere l’elettorato di destra.
Questa confusione, e il fatto di avere ritrattato parte delle sue precedenti posizioni, ha creato alcuni problemi a Trzaskowski.
Per esempio durante un dibattito televisivo fra candidati, a inizio aprile, Nawrocki (Diritto e Giustizia) gli aveva messo davanti una bandierina arcobaleno, con l’intenzione di screditarlo agli occhi degli elettori di destra per farlo apparire come una minaccia ai valori tradizionali cattolici. Trzaskowski l’aveva nascosta velocemente, provocando a quel punto la reazione della candidata della sinistra, Magdalena Biejat, che stava partecipando allo stesso dibattito (nei sondaggi la sinistra è data molto, molto indietro). Alla prima occasione utile Biejat era andata da Trzaskowski chiedendogli la bandierina e l’aveva messa davanti a sé, dicendo che a differenza del candidato di Piattaforma Civica lei non si vergognava di sostenere la comunità LGBT+.
La settimana scorsa Trzaskowski ha ammesso di aver sbagliato a nascondere la bandierina.
Trzaskowski si è molto avvicinato alle opinioni di Nawrocki e Mentzen anche sui temi dell’immigrazione e della sicurezza.
Sebbene sia l’unico candidato tra i tre a favore dell’adesione dell’Ucraina alla NATO, ha comunque appoggiato la riduzione delle misure di assistenza sociale che erano state pensate per i profughi ucraini scappati dalla guerra (si parla di circa un milione di persone, che si aggiungono a un altro milione di persone ucraine stabilmente residenti in Polonia). Trzaskowski ha echeggiato le posizioni dei suoi rivali di estrema destra, che accusano la popolazione ucraina di fare «turismo medico» in Polonia.
Trzaskowski è anche il candidato più filoeuropeo, ma negli ultimi mesi si è opposto alle quote di redistribuzione delle persone richiedenti asilo proposte dall’Unione Europea. In generale ha inasprito le sue posizioni sul tema dell’immigrazione, attenendosi alla nuova linea del governo di Donald Tusk. Ha sostenuto la sospensione delle richieste d’asilo delle persone che arrivano in Polonia dalla Bielorussia e ha promesso di espellere le persone straniere che commettono dei crimini nel territorio polacco.
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