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  • Lunedì 14 aprile 2025

La destra polacca ha provato un candidato diverso: non sta funzionando

Alle elezioni presidenziali ha presentato un esperto di storia semi-sconosciuto, che finora ha attirato l’attenzione per ragioni poco lusinghiere

Karol Nawrocki fa jogging insieme alla moglie e ad alcuni sostenitori durante una visita a Przemysl, nel sudest del paese, il 30 marzo
Karol Nawrocki fa jogging insieme alla moglie e alcuni sostenitori durante una visita a Przemysl, nel sudest del paese, il 30 marzo (EPA/DAREK DELMANOWICZ)
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Durante il dibattito televisivo di venerdì scorso tra i candidati alle imminenti elezioni presidenziali in Polonia c’è stato un piccolo fuori programma. A un certo punto Karol Nawrocki, il candidato di Diritto e Giustizia, ha consegnato una bandierina arcobaleno a Rafał Trzaskowski, candidato del partito europeista del primo ministro Donald Tusk. Per sé Nawrocki ha tenuto invece una bandierina polacca. Il senso della sceneggiata era sostenere che il suo partito metta al primo posto gli interessi del suo paese, mentre Trzaskowski sarebbe eccessivamente interessato a proteggere la comunità LGBTQ+.

La trovata di Nawrocki si spiega col fatto che ha un gran bisogno di attenzioni: il primo turno delle elezioni è previsto per il 18 maggio e lui è indietro di diversi punti nei sondaggi.

Trzaskowski è sindaco della capitale Varsavia, è un politico noto e rispettato da molti anni, mentre Nawrocki non ha alcuna esperienza politica e fino a poco fa non lo conosceva quasi nessuno. Inoltre deve fare i conti con una fase di generale difficoltà per Diritto e Giustizia: il partito di estrema destra, che ha governato il paese in modo semiautoritario dal 2015 al 2023, arriva alle elezioni indebolito da problemi giudiziari e di immagine.

L’idea della bandierina, se non altro, ha funzionato: Trzaskowski lì per lì era rimasto interdetto e l’ha messa via. La candidata della Sinistra, Magdalena Biejat, allora è andata a prenderla dicendo che lei non se ne vergognava. Se non altro la trovata di Nawrocki ha messo in evidenza le divisioni interne ai partiti della maggioranza: la Sinistra fa infatti parte della coalizione europeista che sostiene Tusk, insieme a Coalizione Civica e al Partito Popolare (di centrodestra) e a Polonia 2050, di centro. I quattro partiti sono assai divisi su certe questioni, fra cui i diritti civili: per esempio non sono riusciti a mettersi d’accordo sulla liberalizzazione dell’aborto e ci hanno in pratica rinunciato.

Quello di venerdì è stato, forse, il primo momento in cui Nawrocki ha messo seriamente in difficoltà Trzaskowski. Per il resto, infatti, la sua campagna non è stata eclatante.

Per prima cosa Nawrocki ha passato mesi a farsi conoscere. Ha 42 anni e non è un politico di primo piano di Diritto e Giustizia: anzi, tecnicamente non è neppure iscritto al partito. È uno storico di professione e non ha mai ricoperto incarichi politici, anche se la sua carriera è legata a istituzioni culturali statali che fino a qualche anno fa erano piene di persone vicine a Diritto e Giustizia. Dal 2009 lavora per l’Istituto della memoria nazionale: dal 2017 al 2021 ne ha diretto il Museo della Seconda guerra mondiale, e nel 2021 è stato promosso presidente dell’Istituto.

Il candidato del partito europeista Coalizione Civica, Rafał Trzaskowski, durante un comizio a Bolesławiec, il 12 aprile

Rafał Trzaskowski durante un comizio a Bolesławiec, il 12 aprile (EPA/KRZYSZTOF CWIK)

La sua nomina a presidente venne ratificata dal parlamento coi voti di Diritto e Giustizia (che all’epoca aveva la maggioranza) e di Confederazione, un partito ancora più a destra. Lo scopo dell’Istituto è fare ricerca storica sui crimini commessi in Polonia durante la Seconda guerra mondiale e il periodo comunista, concluso nel 1989: ha insomma una forte connotazione politica antisovietica e più in generale contro i partiti riconducibili alla sinistra. I partiti che oggi sono al governo accusano Nawrocki di aver spostato su posizioni ancora più nazionaliste l’Istituto.

– Leggi anche: Il partito polacco che sta superando a destra l’estrema destra

Oggi, fra l’altro, Diritto e Giustizia ha perso l’egemonia sulla politica e sull’amministrazione pubblica polacca che aveva fino al 2021. È all’opposizione e da tempo sta perdendo consensi: si pensa per esempio che stia soffrendo la concorrenza a destra di Confederazione, dopo avere passato anni a promuovere posizioni sempre più estreme (e quindi a preparare il terreno per un partito ancora più di destra). Diritto e Giustizia continua anche ad avere diversi problemi legali ed economici, che hanno impedito di fatto a diversi leader del partito di candidarsi a presidente.

A fine 2024 l’ex ministro Marcin Romanowski è fuggito in Ungheria per sottrarsi a un mandato d’arresto per uso illecito di fondi pubblici, creando un caso diplomatico tra i due paesi. A fine febbraio l’ex primo ministro Mateusz Morawiecki è stato incriminato per il tentativo di rinviare le presidenziali del 2020 durante la pandemia di Covid-19. Più recentemente il parlamento ha votato per rimuovere l’immunità del leader del partito Jarosław Kaczyński e del suo vice Mariusz Błaszczak per un caso di diffamazione.

Il partito peraltro non ha ancora ricevuto il rimborso di alcune recenti spese elettorali: più di 17,3 milioni di euro, una somma significativa per qualsiasi partito polacco. La Commissione elettorale li aveva bloccati per varie irregolarità, Diritto e Giustizia ha vinto un ricorso alla Corte Suprema, ma il governo di Tusk contesta la legittimità del tribunale – pieno di giudici vicini a Diritto e Giustizia – e non ha sbloccato i fondi.

Una manifestazione nazionalista a Varsavia, il 12 aprile

Una manifestazione nazionalista a Varsavia, il 12 aprile (© Marek Antoni Iwanczuk/SOPA Images via ZUMA Press Wire)

Nawrocki poi non è esattamente un candidato fortissimo. In alcune interviste non ha saputo dire se preferisce un sistema di tassazione progressivo o con un’aliquota fissa, ed è andato in difficoltà a una domanda sull’articolo 5 del trattato della NATO (quello in base a cui tutti i paesi membri sono obbligati a soccorrere uno di loro se viene attaccato). Il caso più surreale, però, ha riguardato la doppia identità che si era creato per scrivere e promuovere un suo libro.

Durante la campagna elettorale infatti si è scoperto che nel 2018 Nawrocki aveva pubblicato con lo pseudonimo di Tadeusz Batyr un libro su un criminale polacco degli anni Novanta, Nikodem “Nikoś” Skotarczak. Solo che in questi anni Nawrocki ha scritto sui social di aver incontrato Batyr di persona; viceversa in alcune interviste Batyr sosteneva di essersi ispirato al lavoro di storico di Nawrocki per la sua opera, elogiandolo molto.

Un frame dell'intervista dove Nawrocki interpreta lo scrittore Tadeusz Batyr

Un frame dell’intervista dove Nawrocki interpreta lo scrittore Tadeusz Batyr (dal canale YouTube di Tvn24)

In una di queste interviste Batyr/Nawrocki parlava con la voce camuffata e l’immagine sfocata, per non essere riconosciuto. In queste settimane il video è circolato online e in molti lo hanno preso in giro per questa goffa trovata pubblicitaria. Dopo avere ammesso che effettivamente dietro il nome di Tadeusz Batyr c’era proprio lui, Nawrocki ha spiegato che la copertura serviva a proteggersi dalle ritorsioni della criminalità organizzata, e che «gli pseudonimi letterari non sono nulla di nuovo». La copertura non era comunque così impenetrabile: Tadeusz è il suo secondo nome.

Il candidato di Confederazione, Sławomir Mentzen, ha invece condotto una campagna elettorale più lineare, con una proposta politica ideata per attirare gli elettori e le elettrici di Diritto e Giustizia ma ancora più estrema: per esempio nella retorica contro le persone non bianche, l’amministrazione ucraina di Volodymyr Zelensky e il Green Deal europeo. Confederazione ha anche un candidato più riconoscibile, dato che Mentzen è il co-segretario del partito da più di due anni.

Per Diritto e Giustizia sarebbe una figuraccia politica se al ballottaggio ci andassero Trzaskowski e Mentzen. Le presidenziali sono cruciali per il partito, per più di una ragione. Esprimere il presidente, che ha potere di veto, gli consentirebbe di ostacolare moltissimo l’azione del governo. Al momento i sondaggi su un ipotetico secondo turno tra Trzaskowski e Nawrocki danno in vantaggio Trzaskowski, ma c’è una grossa fetta (superiore al 10 per cento) di elettrici ed elettori ancora indecisi.

Il candidato di Confederazione, Sławomir Mentzen, arriva in monopattino a un comizio, il 3 aprile a Kamień Pomorski

Il candidato di Confederazione, Sławomir Mentzen, arriva in monopattino a un comizio, il 3 aprile a Kamień Pomorski (EPA/Marcin Bielecki)

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