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  • Lunedì 10 febbraio 2025

L’incursione della polizia israeliana in due librerie a Gerusalemme Est

Ha confiscato decine di libri e arrestato i due proprietari, accusandoli di incitamento all'odio

Una manifestazione in solidarietà dei due librai arrestati, il 10 febbraio fuori da un tribunale di Gerusalemme
Una manifestazione in solidarietà dei due librai arrestati, il 10 febbraio fuori da un tribunale di Gerusalemme (AP Photo/Mahmoud Illean)
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Domenica 9 febbraio la polizia israeliana ha arrestato i proprietari di due librerie di Gerusalemme Est, la parte di città che secondo gli accordi dei decenni passati dovrebbe essere di pertinenza dei palestinesi e che invece è occupata da Israele. Gli agenti hanno perquisito le librerie, confiscando molti libri, e hanno arrestato i due gestori, Mahmoud Muna e suo nipote Ahmad Muna, con accuse che il loro avvocato ha definito ingiustificate e motivate politicamente.

Domenica gli agenti sono arrivati attorno alle 15 (ora locale) in due dei tre negozi della catena Educational Bookshop, quelli che si trovano sulla strada Salah al Din, la principale via commerciale di Gerusalemme Est. Durante la perquisizione la polizia ha sostenuto che i libri confiscati contenessero incitazioni all’odio, incluso un album da colorare per bambini su cui era scritto “Dal fiume al mare”, uno slogan usato spesso dai sostenitori della causa palestinese ma che secondo alcuni contiene un messaggio antisemita.

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Mourad Muna, fratello di Mahmoud, ha detto che la polizia non era in borghese e che è rimasta all’interno delle librerie per un’ora, mettendole a soqquadro. Mourad Muna ha raccontato al quotidiano israeliano Haaretz che gli agenti «usavano Google Translate sui [testi dei] libri, e hanno preso tutto quello che non piaceva loro». Mai Muna, la moglie di Mahmoud, ha detto che i poliziotti «cercavano qualsiasi cosa avesse [sopra] una bandiera palestinese». La maggior parte dei libri confiscati, tranne una decina, è stata poi restituita.

Mahmoud Muna, 41 anni, e suo nipote Ahmad, 33 anni, in tribunale a Gerusalemme il 10 gennaio

Mahmoud Muna, 41 anni, e suo nipote Ahmad, 33 anni, in tribunale a Gerusalemme il 10 gennaio (AP Photo/Mahmoud Illean)

La Educational Bookshop è molto nota a Gerusalemme Est ed è apprezzata anche da ricercatori, diplomatici, giornalisti e turisti stranieri. È specializzata in libri, fumetti e altre pubblicazioni, in lingua araba e inglese, sulla storia di Gerusalemme e del conflitto israelo-palestinese. Lunedì un tribunale israeliano ha prolungato l’arresto di Mahmoud Ahmad Muna di un giorno, fino a martedì mattina. Dopo l’operazione la polizia israeliana ha cambiato l’accusa rivolta loro, quella che era anche alla base del mandato di perquisizione: da incitamento all’odio a disturbo della quiete pubblica.

Secondo il loro avvocato, Nasser Odeh, la polizia ha modificato le accuse perché si era resa conto che non sarebbe stata in grado di provarle. «Non ho mai visto il caso di qualcuno tenuto in prigione una notte perché sospettato di disturbo della quiete pubblica», ha detto Odeh. «Crediamo che sia un arresto politico, e illegale». L’avvocato ha spiegato che i libri dell’Educational Bookshop sono importati dall’estero, e quindi sono già stati preventivamente esaminati dalle autorità israeliane. In un comunicato la polizia ha invece ribadito di aver trovato libri che, secondo loro, contenevano «incitamenti al nazionalismo palestinese».

Lunedì le due librerie hanno riaperto. Il tribunale ha ordinato cinque giorni di arresti domiciliari per Mahmoud Muna e Ahmad Muna dopo il loro rilascio, che come detto dovrebbe avvenire martedì mattina, vietando loro di tornare in libreria per 15 giorni. Domenica e lunedì fuori dal tribunale ci sono state manifestazioni in solidarietà con i librai arrestati.

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