«Ssssshhhh!»

Molti frequentatori assidui dei cinema si lamentano che dopo il Covid il comportamento degli spettatori sia peggiorato: è così?

Una scena di La pazza eredità, film del 1957 che parla di una coppia che eredita un piccolo cinema popolare (British Lion Films)
Una scena di La pazza eredità, film del 1957 che parla di una coppia che eredita un piccolo cinema popolare (British Lion Films)
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Dopo la pandemia, tra i frequentatori più assidui dei cinema ha cominciato a diffondersi una lamentela tuttora molto in voga: gli spettatori, si dice, non sanno più come ci si comporta in sala. Al tema sono state dedicate lunghe discussioni su Reddit sia in Italia che all’estero, pezzi d’opinione sui giornali internazionali, e anche un sondaggio condotto nel marzo del 2024 intervistando 1064 persone che frequentano spesso i cinema britannici. Oltre l’86 per cento di loro ha detto che ritiene che la maleducazione nei cinema sia aumentata negli ultimi quattro anni.

Da giorni se ne parla nuovamente negli Stati Uniti in relazione a Wicked, che è uscito da poco nei cinema dopo una lunga attesa. Questa volta a far discutere è il fatto che molti fan cantano rumorosamente le canzoni del film (che è uno dei musical più amati di Broadway), coprendo talvolta le voci delle attrici stesse, al punto che alcuni cinema hanno cominciato a ricordare agli spettatori che durante i film bisognerebbe rimanere in silenzio per rispettare le altre persone in sala. Altri hanno invece organizzato specifiche proiezioni pensate apposta per chi vuole cantare insieme al resto del pubblico.

La questione, però, prescinde da specifici film. E segnala un divario crescente tra chi vede il cinema come uno spazio speciale, dove vigono regole di comportamento implicite ed esplicite volte a preservare il più possibile il buio e il silenzio, e chi invece lo considera uno spazio di socializzazione come un altro.

L’idea che al cinema si debba tenere un comportamento particolarmente rispettoso, quasi come a teatro, è piuttosto recente: fino a pochi decenni fa era normale entrare a metà del film, fumare in sala, alzarsi in piedi durante la proiezione, chiacchierare e sghignazzare. Da tempo, però, si sono diffuse norme di comportamento e di sicurezza più stringenti. Nel 2011, per esempio, il sito dedicato a cinema e televisione Rotten Tomatoes pubblicò i “dieci comandamenti per il pubblico dei cinema” in cui si elencavano regole di buon senso: spegnere il cellulare o quanto meno metterlo in modalità silenziosa, evitare di messaggiare, chiacchierare, appoggiare i piedi sul sedile di fronte al proprio, masticare troppo rumorosamente, portare bambini piccoli a film non adatti.

– Leggi anche: L’incendio del cinema Statuto, 40 anni fa

Oggi gli appassionati si scambiano però storie di comportamenti ancora più assurdi a cui hanno assistito al cinema: non solo gente che controlla regolarmente il cellulare senza curarsi di abbassare il volume o la luminosità dello schermo, ma spettatori che seguono intere partite di tennis al telefono durante una proiezione, o che non si fanno scrupoli a scrollare TikTok e mostrare i video agli amici, a intrattenere lunghe conversazioni al telefono in sala, a litigare con il partner per tutto il film, a fumare sigarette elettroniche, a giocare a Candy Crush. Nell’estate del 2022 in alcuni paesi c’è stato anche il piccolo fenomeno dei “gentleminions”, ragazzini che hanno deciso di andare in gruppo a guardare il cartone animato Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo vestiti in giacca e cravatta, comunicando tra loro con gli strani versi propri dei protagonisti del film e talvolta lanciando banane allo schermo. Nei casi più gravi ci sono state vere e proprie risse nate dal comportamento maleducato di uno spettatore.

«C’è poco da fare, bisogna mettersela via: tra comitive infinite di amici che pare ‘na sagra, gente che vuole essere al centro dell’attenzione tra chiacchiere continue e risate sguaiate, telefoni che squillano durante la proiezione, orologi che sbrilluccicano a ogni movimento, per chi è abituato a vedere il cinema come un rito o un momento di relax andare a vedere un blockbuster è un inferno dal quale è impossibile scappare», ha scritto un utente italiano di Reddit.

Elisabetta Costa, una delle fondatrici di Circuito Cinema Genova, che gestisce dieci cinema in varie parti della città e della sua provincia, dice che nella sua esperienza l’aspetto che è peggiorato di più negli ultimi anni è quello dell’aggressività, sia nei confronti dei dipendenti del cinema che tra spettatori. «Ho notato che è davvero aumentata l’insofferenza, l’intolleranza verso il prossimo: si diventa subito aggressivi non appena ci si confronta con qualcuno», dice. «La maggior parte delle volte non affrontiamo problemi gravi perché basta sorridere, essere un po’ gentili, capire che magari l’altra persona ha avuto una giornata storta. Ma è successo una volta che siamo dovuti intervenire perché una persona si è seduta nel posto numerato di qualcun altro e non si voleva alzare, e abbiamo dovuto dirle che non facevamo partire il film se non si alzava e cedeva il posto a chi ne aveva diritto».

Una delle teorie proposte è che la maleducazione sia legata all’età degli spettatori, che in Italia da qualche anno sono sempre più giovani. Ma Costa racconta che «di pomeriggio, durante la settimana, abbiamo un gruppo di spettatori più anziani della media, e anche loro chiacchierano durante il film come se fossero nel salotto di casa loro. Fino a quando si disturbano soltanto tra loro e fanno amicizia però ce lo facciamo andare bene».

Pierluca Sforza, che gestisce le quattro sale del circuito Cinema di Roma, dice che anche nella sua esperienza i giovani di oggi non sono più maleducati di quelli di una volta. «Io ho cinquant’anni, e anche io da ragazzetto lanciavo i pop corn contro i compagni al cinema e quelli più grandi mi dicevano di stare zitto, e questa cosa non è cambiata. Soprattutto nei film che attirano di più i ragazzi è normale che chiacchierino, dicano qualche parola a voce alta, facciano battute, accendano il telefonino, ma in linea di massima non vedo un comportamento esagerato rispetto ad anni fa».

Per evitare di rimproverare qualcuno o essere disturbati durante il film, comunque, vari appassionati raccontano di aver smesso di andare al cinema del tutto. Altri, soprattutto nelle grandi città, consigliano di frequentare solo proiezioni in lingua originale, in cinema che proiettano film di nicchia oppure in orari infrasettimanali o mattutini, per aumentare quanto possibile la probabilità di essere circondati di persone che nutrono lo stesso genere di rispetto per l’esperienza. Per chi vive lontano dalle città più grandi, dove ci sono meno cinema e la programmazione è meno varia, queste opzioni spesso non sono praticabili.

Dal canto proprio, i cinema possono decidere quanto vogliono essere severi nel far rispettare le regole. All’Anteo Palazzo del Cinema di Milano, per esempio, è vietato introdurre in sala cibo e bevande e capita spesso che ci siano dipendenti che ricordano la regola agli spettatori che non la rispettano. E al Cinema Beltrade, sempre a Milano, una voce registrata che cita Mulholland Drive di David Lynch fa un perentorio appello al «silenzzzzio» prima che inizi la proiezione. Più spesso, però, i cinema si limitano a ricordare con un annuncio che sarebbe il caso di spegnere il telefono o quanto meno silenziare le notifiche.

L’annuncio che appare prima delle proiezioni al Cinema Beltrade di Milano (il Post)

«Nei nostri cinema abbiamo sempre mostrato un avviso sullo schermo prima della proiezione, nello stesso modo in cui in treno si ricorda di non fumare le sigarette, neanche quelle elettroniche, e in aereo si chiede la cortesia di spegnere i cellulari o metterli in modalità aereo», dice Andrea De Candido, responsabile del marketing di The Space Cinema, circuito che gestisce 35 sale in tutta Italia.

«Dopo la pandemia abbiamo introdotto anche un video che diceva “Spegni il mondo per due ore”, o “Due ore di pura magia”, come a dire che il mondo che sta fuori, quello dove tu vivi la tua vita e hai i tuoi pensieri, le tue preoccupazioni, e che è molto invasivo e ti chiede di essere sempre reperibile, sempre pronto a guardare una notifica o rispondere a una chiamata, può restare fuori dal cinema», dice. «Tu entri e accetti di stare in un mondo che ti chiede di essere suo per quelle due ore. Sei ostaggio, in senso buono. Oggi non ci sono tante esperienze che assomigliano a quella di andare al cinema».