L’AIFA ha rimandato la decisione sulla pillola contraccettiva gratuita

Manca l'approvazione del Consiglio di amministrazione, che ha chiesto approfondimenti e ne vuole parlare con i «ministeri vigilanti»

(Ansa)
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Per il Consiglio di amministrazione dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, mancano gli elementi necessari per rendere effettiva la decisione di rendere la pillola anticoncezionale rimborsabile, e quindi gratuita per tutte le donne. La decisione era stata anticipata dal Comitato prezzi e rimborso dell’AIFA ad aprile e la procedura prevede che debba essere approvata dal Consiglio di amministrazione (cda) prima di poter essere pubblicata in Gazzetta ufficiale e quindi entrare in vigore.

Solitamente questo passaggio è una formalità, ma in questo caso il cda ha rimandato la decisione alle commissioni che avevano elaborato la decisione, chiedendo precisazioni.

Il cda ha fatto notare che mancano «precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale», e fa alcuni esempi: «per tutte le donne in età fertile, per le donne che versano in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni come avviene in alcuni Paesi europei». La delibera delle commissioni parlava però di rendere la pillola anticoncezionale gratuita per tutte le donne senza nessun limite di età o di reddito.

Le commissioni dell’AIFA avevano calcolato che il costo di questa decisione per lo Stato sarebbe stata circa di 140 milioni di euro all’anno. Non è ancora chiaro però quali sarebbero dovuti essere i contraccettivi a carico del sistema sanitario nazionale e quali no, perché l’elenco definitivo dei farmaci rimborsabili sarebbe dovuto essere pubblicato dall’AIFA dopo l’approvazione del cda.

Nella nota diffusa dal Consiglio di amministrazione dell’AIFA si legge anche che, una volta avute maggiori precisazioni dalle commissioni, «il Consiglio si impegna ad attivare un tavolo di concertazione con i Ministeri vigilanti e la Conferenza delle Regioni», un passaggio che non è obbligatorio in casi come questo.

La decisione del cda di rallentare il processo di applicazione della decisione sulla gratuità della pillola è probabilmente dovuta alle pressioni politiche ricevute dal governo, che è sostenuto da partiti che basano parte della loro identità sui valori della “famiglia tradizionale”, e che non sono interessati ad allargare l’accesso ai contraccettivi anche perché ritengono sia in contraddizione con il problema del calo delle nascite in Italia. Il cda dell’AIFA è composto dal presidente, indicato dal ministero della Salute, e da quattro componenti: due indicati dal ministro della Salute e due dalla Conferenza Stato-Regioni. Dal gennaio del 2023 il nuovo presidente dell’AIFA è Giorgio Palù, scelto dalla Lega.

Giovanna Scroccaro, la presidente del Comitato prezzi e rimborso dell’AIFA, aveva spiegato che i tecnici dei comitati dell’AIFA avevano voluto concludere l’iter prima della scadenza del loro mandato, prevista per l’estate, quando dovrebbe diventare effettiva una profonda riforma dell’AIFA: prevede l’abrogazione del direttore generale, l’accorpamento di molte funzioni nella figura del presidente, che è di nomina politica, e l’istituzione di una commissione unica in sostituzione della Commissione tecnico scientifica e del Comitato prezzi e rimborso. La riforma è stata voluta dal governo di Giorgia Meloni ed è stata molto criticata dalle opposizioni, ma non solo, perché renderà l’agenzia più dipendente dal governo di turno.

Un’altra decisione presa dal Comitato prezzi e rimborso e dalla Commissione tecnico scientifica insieme a quella sulla pillola contraccettiva, e cioè la rimborsabilità dei farmaci per la profilassi pre-esposizione all’HIV, detta anche PrEP, è stata invece approvata dal Consiglio di amministrazione ed è entrata in vigore la scorsa settimana.