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  • Martedì 11 aprile 2023

L’ONU ha chiesto ai propri dipendenti afghani di non andare al lavoro fino a maggio

Per via dell’ordine imposto la settimana scorsa dai talebani, che vieta alle donne di lavorare per l'organizzazione

Afghanistan ONU
(AP Photo/ John Minchillo, File)
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L’ONU ha chiesto a tutte le persone afghane che lavorano per l’organizzazione in Afghanistan di non andare al lavoro almeno fino a maggio, nell’attesa che venga presa una decisione definitiva sul futuro delle proprie missioni umanitarie nel paese. La decisione è legata a un ordine imposto dai talebani a inizio aprile che vieta alle donne afghane di lavorare per l’ONU.

La settimana scorsa il portavoce dell’ONU Stéphane Dujarric aveva fatto sapere che i funzionari dell’organizzazione in Afghanistan erano stati informati di «un ordine delle autorità di fatto» del paese che vietava alle dipendenti afghane dell’ONU di lavorare. I talebani, che hanno ripreso il potere nel paese nell’agosto del 2021, non hanno commentato ufficialmente il divieto, che invece è stato accolto con ampie critiche sia dall’ONU che dalla comunità internazionale.

In un comunicato diffuso martedì, i responsabili della missione ONU in Afghanistan (UNAMA) hanno detto che i talebani «stanno cercando di costringere le Nazioni Unite a prendere una decisione tremenda», ovvero scegliere se smettere di portare avanti le proprie missioni umanitarie nel paese, oppure restare e rispettare le norme imposte dal regime. Per l’ONU il divieto imposto dai talebani è «discriminatorio» e «illegale secondo le leggi internazionali», oltre che una violazione dello Statuto dell’organizzazione.

In risposta a questo divieto, l’ONU ha chiesto a tutto il personale afghano impiegato dall’organizzazione nel paese – circa 3.300 donne e uomini – di non andare al lavoro fino al prossimo 5 maggio, in attesa di «consultazioni» con le autorità locali.

Da quando hanno ripreso il potere in Afghanistan, i talebani hanno progressivamente ridotto i diritti delle donne, impedendo alle ragazze di frequentare le scuole superiori e le università ed escludendole sempre di più dalla vita sociale e dal lavoro. Tra le altre cose, lo scorso dicembre il regime aveva annunciato che le donne afghane non avrebbero più potuto lavorare per le ong, sia locali che internazionali. Il segretario generale dell’ONU António Guterres ha detto che qualsiasi tentativo di impedire alle donne afghane di lavorare per l’ONU sarebbe «inaccettabile e francamente inconcepibile».