Com’è andata la campagna elettorale fin qui

Giorgia Meloni è riuscita a prendersi il centro del dibattito politico, il centrosinistra punta sul "voto utile" e molti sgomitano per attirare un po' di attenzioni

(ANSA)
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A meno di due settimane dalle elezioni politiche del 25 settembre, la campagna elettorale sta per entrare nel vivo: saranno giorni cruciali per convincere i moltissimi indecisi, lanciare le ultime proposte e catalizzare l’entusiasmo dei propri sostenitori per convertirlo in voti concreti.

Finora in campagna elettorale non si è parlato di un unico grande tema, notizia o questione, anche se quella del prezzo del gas, con tutte le sue conseguenze, è stata la più presente nel dibattito. I partiti e i rispettivi leader politici stanno girando l’Italia facendo polemica a distanza e badando soprattutto a consolidare l’immagine di sé che hanno costruito negli ultimi mesi.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sta proseguendo nei suoi sforzi di mostrarsi come una leader moderata e istituzionale, «pronta» per governare, come dice lo slogan di un’unica parola presente sui suoi manifesti.

Un manifesto elettorale di Giorgia Meloni sulla fiancata di un bus a Torino, 30 agosto 2022 (ANSA/JESSICA PASQUALON)

Il culmine di questi sforzi lo ha raggiunto nell’intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio, in provincia di Como, annuale ritrovo di manager e imprenditori. In quell’occasione Meloni ha sottolineato la necessità che l’Italia continui ad appoggiare le sanzioni europee contro la Russia e che rimanga agganciata all’Unione Europea e all’Occidente, contro i governi «autocratici» della Russia di Vladimir Putin e della Cina di Xi Jinping. Posizioni non scontate, per una leader che fino a qualche anno fa era allineata all’estrema destra euroscettica e filorussa.

Nelle ultime settimane Meloni ha anche rilanciato due dei temi più discussi in campagna elettorale: il cosiddetto “blocco navale” per ridurre gli sbarchi dei migranti irregolari dal Nord Africa, verosimilmente irrealizzabile e comunque molto problematico dal punto di vista del rispetto dei diritti umani, e una riforma per dare più poteri al presidente della Repubblica, a cui Meloni tiene così tanto, sulla carta, da avere proposto una apposita commissione parlamentare per definirlo meglio.

Più in generale, giornalisti e addetti ai lavori la considerano la leader del momento, anche per via degli ultimi sondaggi disponibili prima del divieto di diffusione imposto dalla legge sulla par condicio. Tutte le sue dichiarazioni vengono riprese dai giornali, ogni tappa dei suoi comizi è affollata e partecipata: come quella di domenica tenuta davanti a migliaia di persone in piazza Duomo a Milano. Una città dove alle ultime elezioni nazionali, le Europee del 2019, Fratelli d’Italia aveva ottenuto appena il 5 per cento dei voti.

Meloni durante un comizio a Milano, 11 settembre 2022 (LaPresse)

Il Partito Democratico e il suo segretario Enrico Letta stanno invece conducendo una campagna elettorale basata soprattutto sulla propria opposizione a Meloni – in quanto leader di un partito post fascista ed estremamente conservatore – su temi cari al PD, per esempio i diritti civili. I manifesti con cui hanno tappezzato le principali città invitano a una scelta fra la coalizione di destra e quella di sinistra, e pochi giorni fa Letta ha diffuso un video in cui chiede esplicitamente agli elettori indecisi di votare PD «per cambiare la storia del nostro paese ed evitare che l’allarme per la democrazia italiana diventi realtà».

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Il Movimento 5 Stelle sta puntando tutto su due delle proposte più riconoscibili fra quelle che ha promosso nell’ultima legislatura: il reddito di cittadinanza, che promette di espandere, e il cosiddetto “Superbonus” per le ristrutturazioni edilizie, molto osteggiato dal presidente del Consiglio uscente Mario Draghi. La campagna elettorale è guidata e composta quasi interamente dal tour elettorale di Giuseppe Conte, leader del partito che ancora oggi gode di un apprezzamento piuttosto trasversale e che inoltre sta cercando di spostare il partito più a sinistra rispetto alle sue tradizionali posizioni genericamente populiste.

Sembra molto in difficoltà invece la leadership del segretario della Lega, Matteo Salvini. Il voto del 25 settembre provocherà inevitabilmente una resa dei conti interna al partito, molto in subbuglio per alcuni deludenti risultati elettorali ottenuti nell’ultimo anno – come la sconfitta alle elezioni amministrative in varie città, fra cui Verona – e la preminenza ormai perduta all’interno della coalizione di destra a discapito di Meloni e Fratelli d’Italia.

Salvini è il leader di partito che sta girando di più per comizi e appuntamenti elettorali: soprattutto al Nord, dove la Lega rischia seriamente di essere superata da Fratelli d’Italia in alcune regioni in cui è storicamente più radicata. Finora le principali proposte di Salvini – estensione della cosiddetta flat tax e interruzione delle sanzioni europee contro la Russia – non sembrano aver fatto particolarmente breccia.

– Leggi anche: Per la Lega le elezioni saranno una resa dei conti

C’è poi una categoria di partiti e leader che stanno sgomitando molto per farsi notare: il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, entrambi attivissimi sui social network e molto critici soprattutto col PD, a cui sperano di sottrarre voti; Forza Italia di Silvio Berlusconi, che sta facendo campagna elettorale soprattutto con alcuni brevi video, alcuni dei quali pubblicati su TikTok, e facendo promesse assai mirabolanti. Infine ci sono anche le alleanze elettorali di sinistra radicale, quella di Sinistra Italiana e Verdi, alleata col PD, e poi Unione Popolare, non alleata col PD e impegnata nel difficile obiettivo di superare la soglia di sbarramento per eleggere rappresentanti in parlamento.