Il PD punta tutto sul “voto utile”

Il segretario Enrico Letta ha invitato i candidati del partito a fare leva sulla minaccia rappresentata da una vittoria larghissima della destra

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Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha diffuso un video rivolto ai candidati e alle candidate del partito per invitarli a concentrare la campagna elettorale sull’appello esplicito al principio del “voto utile”: cioè quello che serve, spiega Letta, a evitare che la coalizione di destra ottenga i due terzi dei seggi in parlamento e di conseguenza la possibilità di modificare la Costituzione.

C’è «un rischio democratico che il nostro paese non ha mai vissuto come in questo momento», dice Letta: «un +4% a Calenda o un +4% a Conte, tolti a noi, oggi consentirebbero alla destra di superare quel 70% di maggioranza parlamentare. Viceversa un +4% a noi ci consentirebbe di tenere la destra sotto al 55%, e quindi di riportare la partita nella contendibilità». Letta, insomma, fa intuire che l’obiettivo del PD a queste elezioni non è vincere ma impedire che gli avversari ottengano un risultato larghissimo: perdere bene, insomma.

Letta dà la colpa di questa situazione alla «peggiore legge elettorale di sempre», riferendosi al Rosatellum, proposta e approvata per iniziativa proprio del PD, e alla riduzione del numero dei parlamentari, riforma costituzionale che il PD ha votato in parlamento. In questi ultimi 17 giorni di campagna elettorale «dovremo cambiare la storia del nostro paese ed evitare che l’allarme per la democrazia italiana diventi realtà», dice Letta.

Ci sono tre percezioni sbagliate che circolano in vista delle elezioni, secondo Letta: la prima secondo lui è che la vittoria della destra sia «annunciata» e che quindi ci sia «un clima da liberi tutti». «La destra ha già vinto, quindi perché votare un partito che non è più in grado di batterla di altri?» si chiede retoricamente, parlando del rischio che «invece del voto utile ci sia il voto di leggerezza, di superficialità». Si riferisce esplicitamente al voto per «le liste di Calenda e di Conte», cioè al Terzo Polo e al Movimento 5 Stelle, che definisce «un aiuto per la destra».

Letta continua dicendo che la seconda percezione sbagliata è che la destra vincerà, ma non governerà, «si squaglieranno»: «percezione sbagliatissima, perché con una vittoria larga della destra, le carte si rimescoleranno all’interno della destra». Meloni, sembra suggerire Letta, potrebbe ottenere un grande potere all’interno della coalizione se ottenesse il doppio e il triplo dei voti della Lega e di Forza Italia, come al momento sembra emergere dai sondaggi. La terza, invece, sarebbe che «tanto l’Europa alla fine ci salva, tanto non ci possono far fallire»: una supposizione che a Letta ricorda quanto si pensava nel Regno Unito prima di Brexit.

Il “voto utile” in passato è stato spesso contrapposto a quello per i partiti più piccoli, specialmente più a sinistra, ma in quest’occasione i partiti a cui Letta vuole sottrarre voti sono Azione – Italia Viva e il Movimento 5 Stelle.

Quella di fare eccessivo ricorso a questo strumento di propaganda è stata un’accusa mossa spesso al PD negli ultimi anni, anche se forse non c’era ancora stato un appello esplicito come quello di Letta. Nelle scorse settimane, peraltro, il segretario del PD era già stato criticato in varie occasioni per aver impostato la campagna elettorale più sulla descrizione della minaccia rappresentata dalla destra che sulla presentazione delle proprie proposte.