Cosa dicono gli ultimi sondaggi pubblicabili prima delle elezioni

Dalla mezzanotte di sabato non si potranno più diffondere, per la legge sulla par condicio

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In Italia la legge sulla cosiddetta par condicio vieta che nei 15 giorni precedenti a un’elezione vengano diffusi «sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori». Dato che le elezioni politiche si terranno il 25 settembre, venerdì 9 settembre è stato l’ultimo giorno in cui giornali e tv hanno potuto diffondere sondaggi politici.

I risultati non mostrano particolari sorprese, ma indicano tendenze già in evidenza nelle scorse settimane: come una crescita di Fratelli d’Italia rispetto al Partito Democratico. Fino all’inizio di agosto i due partiti venivano stimati praticamente pari, intorno al 22-23 per cento: secondo alcuni sondaggi oggi Fratelli d’Italia ha almeno 4 punti di vantaggio sul PD, quindi sopra il margine di errore fissato convenzionalmente al 3 per cento.

È plausibile che il risultato finale sarà ancora diverso: i sondaggi non cercano di predire come finirà un’elezione ma fotografano la realtà del momento, dato che alle persone intervistate chiedono quale partito voterebbero oggi. Tutti gli istituti ritengono poi che una quota significativa di elettori sia ancora indecisa o che deciderà all’ultimo se votare o meno: sono movimenti che potrebbero spostare diversi punti percentuali da qui al 25 settembre.

Venerdì il Corriere della Sera ha pubblicato i risultati di un sondaggio realizzato tra il 4 e il 6 settembre dall’istituto IPSOS, uno dei più rispettati in Europa, su un campione di 1.000 persone. Fratelli d’Italia è dato stabilmente al primo posto col 25,1 per cento dei consensi, in aumento di due punti rispetto a fine luglio. Nel frattempo il PD ne ha invece persi poco meno di tre. Sempre secondo IPSOS il Movimento 5 Stelle avrebbe superato la Lega, cosa che secondo l’aggregatore di sondaggi di YouTrend non succedeva dal 2018.

Anche Repubblica venerdì ha pubblicato un ultimo sondaggio prima del divieto imposto dalla par condicio. È stato realizzato dall’istituto Demos e mostra un quadro simile a quello di IPSOS, con l’unica evidente differenza di un divario più ridotto fra Fratelli d’Italia e PD, a soli due punti di distanza.

Giovedì sera il talk show di Rai1 Porta a Porta ha invece diffuso i risultati di un sondaggio commissionato all’Istituto Noto, che presentano parecchi dati potenzialmente significativi. Noto dà il PD poco sotto al 20 per cento – secondo YouTrend non capitava da circa un anno – il Terzo Polo di Carlo Calenda sopra Forza Italia, e l’alleanza fra Verdi e Sinistra Italiana sotto al 3 per cento.

Nei giorni scorsi era circolato un sondaggio con percentuali ancora più notevoli, realizzato dal Centro Italiano Studi Elettorali (Cise) dell’università LUISS. Stima il M5S saldamente al terzo posto, più vicino a Fratelli d’Italia e al PD che alla Lega, quarta e sotto al dieci per cento di consensi: un risultato che probabilmente porterebbe a una immediata resa dei conti dentro al partito. Sempre secondo il Cise gli altri sondaggi stanno sottostimando anche l’alleanza fra Verdi e Sinistra Italiana, data a quasi sei punti, sopra il Terzo Polo.

La norma sulla par condicio non vieta di realizzare sondaggi, ma soltanto di diffonderli. Da sabato 10 fino al giorno prima del voto i sondaggi politici continueranno ad essere fatti, e a circolare fra addetti ai lavori, strateghi della campagna elettorale e politici. Alcuni anni fa andavano molto di moda siti che li distribuivano in maniera clandestina, camuffandoli da cronache su fantomatiche corse di cavalli o elezioni di papi.

Nel 2018 l’Agcom – l’autorità garante delle telecomunicazioni – aveva annunciato che sarebbero stati puniti per violazione della par condicio anche i siti che pubblicavano i sondaggi in questa forma: e in effetti nei giorni immediatamente precedenti al voto ne circolarono pochissimi. Per ora l’Agcom non ha diffuso comunicazioni simili.